F1 | GP Canada: l'uccello di Verstappen unica preoccupazione
L'olandese nel corso dell'undicesimo giro ha colpito un volatile che è rimasto incastrato sulla presa d'aria dei freni della sua Red Bull. Max, temendo che il pennuto avesse causato dei danni alla RB19, ha chiesto al muretto se gli ingegneri vedeva dei dati anomali in telemetria. Il due volte campione del mondo una volta rassicurato ha ripreso la sua cavalcata verso la 41esima vittoria in F1 che lo accomuna ad Ayrton Senna.
Max Verstappen non appena è sceso dalla sua RB19, prim’ancora di festeggiare la 100esima vittoria della Red Bull e la sua 41esima che ha pareggiato quelle di Ayrton Senna, è andato a controllare il lato destro della sua monoposto che danni aveva avuto visto che durante il GP del Canada non è riuscito a evitare un uccello.
I resti del volatile sono rimasti impigliati fra la sospensione anteriore e la presa dei freni: Verstappen nel corso dell’undicesimo giro ha chiamato il muretto dei box via radio per avvisare i tecnici che aveva colpito un uccello mentre era in piena accelerazione in uscita da una curva. L’olandese voleva essere sicuro che la RB19 non avesse riportato dei danni e che i dati della telemetria non segnalassero qualche anomalia attraverso i sensori.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB19
Photo by: Jake Grant / Motorsport Images
Gli ingegneri del remote garage non hanno riscontrato valori di allarme per cui hanno tranquillizzato il due volte campione del mondo che ha potuto proseguire la sua cavalcata verso la sesta affermazione stagionale.
Christian Horner, team principal Red Bull, ha commentato: "Penso che il momento di maggiore apprensione per Max sia stato quando ha colpito l'uccello, visto che il volatile ha fatto più di metà gara dietro alla brake duct di destra”.
Lo stesso Verstappen ha ammesso di aver individuato i resti del pennuto dopo essere sceso dalla sua monoposto.
"Era incastrato sulla mia macchina e non aveva un bell'aspetto! - ha detto a Sky - Mi dispiace anche per il meccanico che ha dovuto rimuoverlo".
In realtà la Red Bull ha dato la sensazione di non avere il solito margine visto in stagione sulla concorrenza. E il problema non era dato dall’intruso sulla RB19: a causa della temperatura bassa, le gomme facevano fatica a entrare nella giusta finestra di funzionamento
Horner ancora ha spiegato: “Montreal è una pista un po’ particolare: è difficile trasferire energia agli pneumatici quando qui ci sono solo sei curve e lunghi rettilinei. Avrete notato che l’andamento dei tempi durante la gara era piuttosto variabile un po’ per tutti i piloti. L’importante era che Max si mettesse fuori dal rischio DRS”.
L’olandese ha dato una chiara indicazione che anche in Canada non ce n’era per nessuno perché alla ripartenza della safety car ha imposto un ritmo insostenibile per gli inseguitori, lasciando subito a distanza il resto del gruppo.
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