F1 | Red Bull: c'è un solo uomo al comando e si chiama Verstappen
Cento vittorie Red Bull e quarantuno portano la firma di Max. L'olandese pareggia i conti dei successi di Senna essendo diventato il fulcro intorno al quale il team di Milton Keynes gira alla perfezione. Horner e Marko nel 2014 avevano potuto fare a meno di Vettel, quattro volte campione del mondo, mentre sono perfettamente consapevoli che non potrebbero rinunciare a Verstappen, faro dell'intero sistema. E non a caso hanno già proposto un prolungamento del contratto fino al 2028.
A venticinque anni Max Verstappen ha il mondo nelle sue mani. Con la vittoria ottenuto ieri a Montreal ha eguagliato Ayrton Senna, marciando ad ampie falcate verso il suo terzo titolo mondiale. Il vantaggio su un Sergio Perez piccolo, piccolo, è salito a sessantanove punti, ma in realtà Max lotta già contro la sola aritmetica quando mancano ancora tre gare al giro di boa stagionale. La vittoria di Montreal è stata il successo numero 100 per la Red Bull, e Christian Horner ha subito sottolineato (con un calcolo facile) che Verstappen ha contribuito per il 41% all’ingresso della squadra nell’ambito club delle tre cifre.
Oltre a successi a raffica, relativi festeggiamenti bi-settimanali e corsa verso il terzo titolo mondiale, Max ha conquistato un altro traguardo che nessun pilota in passato ha raggiunto alla sua età. Non si tratta di cifre, ma di una realtà sotto gli occhi di tutti. Verstappen è riuscito con un percorso di otto anni a diventare il leader assoluto della squadra, e parliamo di un team che in passato non ha mancato di sbeffeggiare più o meno velatamente gli avversari costretti a garantire contratti faraonici per garantirsi un top-driver. A suo di performance Max ha costretto Helmut Marko e Christian Horner a cambiare atteggiamento, diventando l’asset più prezioso dell’intero progetto Red Bull F1.
Quando nel 2014 Sebastian Vettel fece le valigie per trasferirsi in Ferrari, Marko e Horner non si scomposero più di tanto. “Non è stato un problema – dichiarò all’epoca Marko – abbiamo Ricciardo e arriverà Kvyat, la vita va avanti”. Nonostante i quattro titoli mondiali consecutivi, Vettel era stato ritenuto sostituibile, e curiosamente il sedile lasciato libero da Kvyat in Toro Rosso andò proprio a Verstappen. Oggi uno scenario simile per la Red Bull è semplicemente impensabile, perdere Max sarebbe un disastro e non è un caso che il 3 marzo dello scorso anno il tandem Marko-Horner ha negoziato un’estensione del contratto che lega Verstappen alla Red Bull fino al termine del 2028. Cinque anni di rinnovo per un totale di oltre 200 milioni di euro. Se Max oggi non decide l’orario dei briefing, il colore della monoposto e il menù dell’hospitality è solo perché non gli interessa farlo.
Max Verstappen, Red Bull Racing, festeggia la vittoria di Montreal con Newey, Horner e Marko
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Verstappen risolve problemi, pochi per la verità in questa prima parte di stagione in cui la RB19 ha assecondato quasi sempre tutto e tutti. Ma quando serve Max c’è, come ad esempio nelle cruciali qualifiche di Monaco e Montreal, passaggi nei quali la Red Bull avrebbe potuto trovarsi nell’inedito ruolo di cacciatrice, ma ci ha pensato il suo pilota di riferimento a mettere tutto a posto. Da quanto visto in Canada Verstappen nella seconda metà di stagione potrebbe essere chiamato agli straordinari, uno scenario che può preoccupare (poco) Horner e per nulla Max.
L’Aston Martin a Montreal ha confermato un passo avanti importante, ed è stato un peccato vedere Fernando Alonso costretto ad alzare il piede per lunga parte del sol terzo stint.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, saluta il pubblico canadese
Photo by: Andy Hone / Motorsport Images
“Sono apparsi gli allarmi che indicavano un problema al sistema di alimentazione – ha spiegato dopo la corsa Mike Krack – e nel dubbio abbiamo chiesto a Fernando di fare del ‘lift and coast’ per non correre rischi sul fronte del carburante. La precauzione ci è costata circa due decimi al giro, ma non potremo mai sapere se Max a sua volta ha rallentato o se saremmo realmente stati in grado di piazzarci più vicino alle sue spalle”.
L’impressione è che sia Aston Martin che Mercedes stiano puntando con decisione all’aggancio in termini di performance (La Ferrari è ancora un passo indietro) ma allo stesso tempo Max non sembra essere preoccupato. Se davvero sarà chiamato agli straordinari, per Verstappen più che un problema potrebbe essere un’opportunità.
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