F1 | Ferrari: c'è un vuoto a perdere che è da riempire
Le aspettative ungheresi erano molto alte, mentre il risultato che la Scuderia ha raccolto è stato deludente: Leclerc, settimo, e Sainz, ottavo. La SF-23 soffre di problemi endemici che non si risolvono, ma la squadra del Cavallino paga anche un errore al pit stop e la penalizzazione di Charle in corsia box. Comunque sia il distacco al traguardo dalla Red Bull resta imbarazzante: la rossa ha pagato 70 secondi dalla Red Bull, 27 dalla McLaren e 21 dalla Mercedes. Troppi per pensare a una Spa migliore...
La SF-23 è una coperta corta. Per quanto a Maranello provino a compensarne i difetti emerge sempre una carenza, che sia il passo, la gestione degli pneumatici, l’eccessiva sensibilità al vento e così via. Al termine dei settanta giri del Gran Premio d’Ungheria la classifica riporta Charles Leclerc e Carlos Sainz rispettivamente in settima ed ottava posizione, e il verdetto in sé giustifica i musi lunghi visti nella serata ungherese.
Il verdetto cronometrico (ovvero i 70 secondi di ritardo da Verstappen, i 27 da Norris ed i 21 da Hamilton) vanno però ritarati a causa di due imprevisti, un problema accusato da una pistola durante il primo pit-stop, costato a Charles sette secondi, ed i cinque che il monegasco ha dovuto scontare per aver superato il limite di velocità in pit lane.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
Senza le penalità Leclerc avrebbe potuto realisticamente concludere la sua corsa al quinto posto, ovvero una posizione in più rispetto a quella occupata sulla griglia di partenza. Sarebbe stato meglio, ovviamente, ma non certo un risultato in linea con le aspettative della vigilia del weekend.
Il problema maggiore per la Ferrari è valutare questi verdetti in prospettiva. Al giro di boa di una stagione sofferta la Scuderia continua a navigare tra qualche gara che ha acceso la speranza di un potenziale ruolo di seconda forza a prestazioni (come quella vista oggi a Budapest) che rendono difficile ipotizzare un girone di ritorno migliore.
Sainz, sempre molto preciso nelle analisi, ha spiegato bene i problemi che ha dovuto affrontare nella sua gara, iniziata con una gran partenza in cui ha capitalizzato la scelta (azzeccata) di prendere il via con gomme soft. “Quando dobbiamo affrontare stint lunghi con mescole dure degradiamo di più rispetto a Mercedes, Red Bull ed anche McLaren, e questa è la condizione che fa emergere le nostre debolezze. In uno stint di trenta giri il problema sono gli ultimi dieci, oggi abbiamo visto che alla fine Russell era un secondo e mezzo più veloce, e questo divario non ci consente di poterci difendere”.
Leclerc, che per tutta la corsa ha avuto problemi nel comunicare via-radio con il suo ingegnere, a fine gara ha avuto da recriminare con gli imprevisti che gli sono costati due posizioni, ma il monegasco non ha mancato di sottolineare che non è stato tutto da buttare.
“È frustrante, perché complessivamente il feeling che ho avuto in macchina non era male, poi se si commettono errori tutto svanisce. Credo che ora stia a noi fare un passo avanti come ha fatto la McLaren, al momento siamo in svantaggio, è stato confermato negli ultimi tre weekend di gara, quindi c'è ancora molto lavoro da fare. Ma, onestamente, credo che oggi il risultato non rappresenti in pieno quanto abbiamo fatto, il primo stint è stato abbastanza buono, poi c’è stata la sosta lenta che ci ha davvero messo in difficoltà, perché sono rientrato in pista dietro a Stroll e ho dovuto spingere molto. Infine nel terzo stint ho ritrovato un buon ritmo, la macchina andava abbastanza bene. Quindi sì, mi sembra che il risultato sia peggiore di ciò che è in realtà ha detto la nostra gara, ma è anche chiaro che, soprattutto rispetto a Lando, siamo ancora indietro”.
Al di là di approcci costruttivi e positivi (apprezzabili) c’è però un aspetto che fa passare tutto in secondo piano. La Ferrari ha bisogno di lanciare segnali positivi, di una crescita magari lenta, ma in corso d’opera, ed è ciò che è mancato tra Gran Bretagna ed Ungheria, gare in cui la classifica (giudice inappellabile) ha certificato un passo indietro.
Carlos Sainz, Ferrari SF-23
Photo by: Michael Potts / Motorsport Images
“All'improvviso sia a Silverstone che sull’Hungaroring ci siamo ritrovati un po' indietro, dove eravamo all'inizio dell'anno”, ha ammesso Sainz, ed è una sensazione comune. Nessuno si aspetta di vedere la SF-23 vincere delle gare, ormai questo aspetto è stato metabolizzato anche dal ferrarista più accanito, ma diventa importante mettere nero su bianco qualcosa su cui poter provare anche solo ad immaginare un futuro migliore, che vuol dire 2024. Quanto visto a Budapest non lo consente, e non è solo una questione di punti in classifica, ma di problemi che faticano a trovare una soluzione, come la fatidica gestione degli pneumatici.
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