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Analisi
Formula 1 GP del Bahrain

F1 | Bahrain: ecco come Red Bull ha battuto Ferrari sul degrado

Red Bull ha centrato la prima doppietta della stagione battendo entrambe le Ferrari, seppur quella di Leclerc sia stata limitata dal problema ai freni. Analizziamo cosa raccontano i dati e, soprattutto, in quali aree la RB20 è stata in grado di fare la differenza sulla SF-24 nel rapporto tra prestazione e contenimento del degrado gomma.

Charles Leclerc, Ferrari SF-24, Sergio Perez, Red Bull Racing RB20

La prima gara della stagione in Bahrain è andata in archivio con una bella quanto prevedibile vittoria di Max Verstappen, che già dai test aveva dimostrato di avere qualcosa in più sulla concorrenza, come si è poi visto anche nelle simulazioni sulla lunga distanza completate nelle prove libere.

Esattamente come dodici mesi fa si è ripetuto il copione, con due RB20 davanti a tutti sotto la bandiera a scacchi, con un dominio incontrastato che si è concretizzato in una vittoria schiacciante del tre volte campione del mondo, capace di rifilare 22 secondi al compagno di team e 25 alla prima Ferrari.

Il Cavallino può indubbiamente recriminare per i problemi accusati da Charles Leclerc, il quale avrebbe potuto aggiungere un po’ di pepe alla sfida per il secondo posto, specie considerando che aveva preso il via davanti a Sergio Perez. Molti piloti si sono lamentati delle difficoltà nel concludere i sorpassi in gara a causa dell’aria sporca, con un disturbo avvertito in maniera più marcata rispetto agli altri anni, a meno di non avere un tangibile vantaggio in termini di passo. Inoltre, la Rossa avrebbe potuto giocare con due punte, cercando di forzare il messicano su una strategia poco congeniale.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Photo by: Red Bull Content Pool

A fine gara, Fred Vasseur ha cercato di guardare il bicchiere mezzo pieno, indicando di aver dimezzato il distacco dal vincitore rispetto al Gran Premio dello scorso anno. A livello di puri numeri, nel 2023 prima del ritiro a 17 giri dalla fine Charles Leclerc aveva accumulato un gap di 24 secondi, molto simile a quello accusato da Sainz in questa stagione, ma sotto la bandiera a scacchi. Un segnale ritenuto incoraggiante dal team, per quanto il riferimento sia su una SF-23 che avrebbe cambiato pelle solamente pochi Gran Premi più tardi, in quanto consapevole dei limiti del vecchio concept.

Ma da dove vengono quei 25 secondi accumulati sul traguardo? Quali sono gli aspetti in cui Red Bull è stata in grado di fare la differenza? Nel primo stint Verstappen ha subito preso il largo girando sul ritmo del 37 basso, con una costanza di passo inarrivabile. Al contrario Sainz, coinvolto nei duelli e rimasto a lungo nella scia sporca di Perez, solo nell’ultimo giro della frazione inziale, quello spinto per tornare ai box, è stato in grado di bloccare il cronometro su un 37.2, comunque superiore a tutti i tempi registrati dall’olandese nel tornate precedenti.

In casa Ferrari erano comunque consapevoli che sulla C3 avrebbero riscontrato qualche difficoltà in più rispetto agli altri compound, motivo per il quale è interessante osservare lo stint centrale, quello sulla mescola dura, su cui il Cavallino si sentiva maggiormente a proprio agio. Andando ad analizzare i giri ad inizio run, si può notare come Sainz potesse disporre di un piccolo ma significativo vantaggio in termini di velocità di punta rispetto al duo Red Bull, probabilmente dovuto all’utilizzo di mappature leggermente più aggressive. Si potrebbe suggerire come, trovandosi a due secondi e mezzo da Perez, Sainz potesse godere anche di un minimo effetto scia, ma sui rettilinei che portano a curva 4, 11 e 14 è evidente come la PU della RB20 vada a tagliare, risultando più conservativa, a cui si aggiunge anche del lift and coast (l'alzare il piede dall'acceleratore) messo in pratica da parte del pilota.

Confronto telemetrico gara in Bahrain tra Sainz e Verstappen - Giro 19 (inizio secondo stint sulla hard)

Confronto telemetrico gara in Bahrain tra Sainz e Verstappen - Giro 19 (inizio secondo stint sulla hard)

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Tuttavia, la vera differenza la si può riscontrare in alcuni punti critici, come le curve lente, il cambio di direzione 6-7 e l’impostazione di curva 12, uno dei tratti più impegnativi per gli pneumatici. Non è un mistero che la squadra del Cavallino abbia sofferto per tutto il fine settimana in curva 1, anche in gara, problemi che si sono estesi anche nelle altre zone a bassa percorrenza, dove il grip della gomma nuova in qualifica aveva regalato maggior respiro e libertà di azione.

Tuttavia, già nel cambio di direzione 6-7, si può apprezzare quanta velocità fosse in grado di portare il pilota di Hasselt rispetto ai Ferraristi: se è pur vero che Sainz abbia mostrato qualche segnale di fatica in quello specifico tratto sin dal venerdì, anche con Leclerc vi è una differenza piuttosto marcata, soprattutto in ingresso, riuscendo a portare a tratti anche sopra i 10 km/h di velocità in più.

Ancor più interessante è curva 12, dove in realtà si possono affrontare molteplici considerazioni. Dal grafico del confronto tra Verstappen e Sainz nel ventesimo giro emergono velocità di percorrenza molto simili, ma con un approccio totalmente differente: l’olandese è più conservativo sull’acceleratore, con una parzializzazione più pronunciata e prolungata rispetto allo spagnolo, pur registrando velocità simili tra loro.

Infatti, osservando invece i riferimenti di Perez, ben più aggressivo in questo tratto del suo compagno di casacca, si può notare come il gap si estenda anche in questo caso attorno ai 10 km/h, per quanto poi il messicano sia stato meno efficace in altri punti. Ciò ha permesso al tre volte campione del mondo di conservare in maniera eccellente gli pneumatici, come dimostrano anche i suoi tempi: la prima tornata sul passo del 36 è arrivata dopo ben 17 giri dall’inizio dello stint sulla hard, che è grossomodo il passo mantenuto nei primi passaggi dai rivali a gomma nuova. Indubbiamente, vi sarebbe da tenere in considerazione l’effetto dato dalla diminuzione del carburante e, di conseguenza, del peso, ma il focus in questo caso è rivolto soprattutto alla consistenza mostrata dall’olandese.

Confronto telemetrico gara in Bahrain tra Sainz e Verstappen - Giro 33

Confronto telemetrico gara in Bahrain tra Sainz e Verstappen - Giro 33

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Andando prendere in considerazione il primo 36" di Verstappen, si nota come l'introduzione lineare della gomma nella prima parte di stint abbia permesso di arrivare verso la fine del run al punto di poter anche aumentare il passo in curva 12, cosa che non ha potuto fare Ferrari, più al limite nella gestione.

Il vantaggio mostrato dalla Red Bull in termini di consumi lo si è però potuto apprezzare anche nell’ultimo stint. Gli ottimi riscontri visti nei test avevano convinto gli strateghi a puntare ancora una volta su una tattica di gara diversa dagli avversari, optando per due soft nuove invece di due hard. Una scelta differente, tanto da lasciar sorpresa la stessa scuderia di Milton Keynes, che a fine gara si è chiesta il perché nessun’altra squadra abbia si sia presentata ai nastri di partenza con un set aggiuntivo delle gomme più tenere. Tuttavia, la vera domanda da farsi in questo caso sarebbe: chi tra i rivali si sarebbe potuto permettere un piano simile a quello dei campioni del mondo?

Sia Ferrari che Mercedes hanno invece puntato su una scelta più flessibile, specie tenendo a mente che l’asfalto del Bahrain è estremamente aggressivo sugli pneumatici, uno dei più ruvidi dell’intero calendario. Consapevole della differente strategia, la squadra del Cavallino ha tentato di forzare la situazione, spingendo Perez a rientrare prima della finestra ideale per effettuare la seconda sosta.

Giro Spain Ultimo stint Sainz - C1 Mexico Ultimo stint Perez - C3
38 35,1 34,804
39 34,709 34,607
40 34,739 34,364
41 35,041 34,4
42 34,861 34,525
43 34,795 34,797
44 34,507 34,799
45 34,79 34,592
46 34,853 34,844
47 34,901 34,73
48 34,981 34,885
49 35,44 34,966
50 35,142 35,082
51 35,282 34,94
52 35,083 35,183
53 35,211 35,842
54 35,309 35,459
55 35,407 35,611
56 35,305 35,568
57 35,327 35,746

Secondo i dati degli ingegneri della Rossa, la mescola più dura avrebbe dovuto iniziare a stabilizzarsi e avere un vantaggio su quella più tenera scelta dalla Red Bull nell’ultimo stint attorno al 44° giro, ovvero circa otto passaggi dopo il cambio gomme. Tuttavia, quel calo atteso sulla soft non si è mai presentato, se non negli ultimissimi passaggi, quando era ormai troppo tardi. Perez ha sfruttato al meglio il maggior grip offerto dal compound a banda rossa, tentando però allo stesso tempo di essere più conservativo in determinati tratti che avrebbero potuto mettere sotto stress la gomma.

"La nostra macchina è più forte in gara, ma non abbiamo trovato il bilanciamento che volevamo giovedì e venerdì Il vento è stato il fattore principale, ma anche le temperature molto basse della pista, temperature che non avevamo mai avuto in tutti gli anni in cui siamo venuti in Bahrain. Ma ci siamo adattati con con alcune piccole modifiche all'assetto e ha funzionato molto bene", ha spiegato Marko al termine della corsa, sottolineando il tema temperature, ben più fresche in termini di asfalto sia rispetto ai test che alle scorse edizioni.

Jeddah è una pista molto differente, con un manto stradale definito tra i migliori del mondiale in termini di grip e, di conseguenza, per degrado. Per quanto abbiano espresso cautela, i piloti hanno suggerito che la RB20 sarà forte nelle curve veloci come lo era la RB19, ma sarà interessante osservare il comportamento in quelle a media velocità.

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