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F1 | Aston: i problemi nello sviluppo nati da simulazioni errate

Aston Martin si è presentata ad Austin con un sostanzioso pacchetto di novità tecniche che ha l'obiettivo di risolvere ciò che non ha funzionato negli ultimi mesi, incrementando il carico ma anche migliorato la guidabilità della vettura, peggiorata dopo le novità di metà stagione. Il team britannico ha spiegato cosa non ha funzionato durante lo sviluppo, sostenendo di aver scelto una direzione che si è rivelata errata dopo essere stato ingannato dai suoi strumenti di simulazione.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Il weekend statunitense dell’Aston Martin si è avvicinato più a un calvario che a un Gran Premio da cui uscire con il sorriso sulle labbra, nonostante i punti ottenuti da Lance Stroll abbiano dato quei segnali incoraggianti di cui il team era alla ricerca dopo un venerdì e un sabato da dimenticare.

Infatti, sin dalle primissime prove del venerdì non sono mancate le difficoltà, a partire dai problemi riscontrati sui freni della monoposto di Lance Stroll, il quale è poi stato costretto a saltare buona parte dell’unica sessione di prove libere a disposizione prima dell’imposizione del Parc Fermé. Difficoltà tecniche causate da alcuni errori nella fase di preparazione del weekend, i quali avevano spinto il team a coprire eccessivamente i freni causando il surriscaldamento degli stessi, con i conseguenti principi di incendio che hanno colpito soprattutto la vettura del canadese.

A ciò si è aggiunta anche l’introduzione del nuovo pacchetto, perché caratteristiche differenti della macchina possono portare anche a un impiego diverso dei freni, come sulla ripartizione dei freni e sull’ottimizzazione della fase di frenata, motivo per il quale Stroll ha faticato anche nelle sessioni successive. Anche il compagno di casacca, Fernando Alonso, è rimasto per un periodo di tempo nel garage per completare le dovute verifiche, ma fortunatamente è stato in grado di tornare in pista e portare avanti il lavoro di correlazione dati del nuovo pacchetto.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Novità piuttosto sostanziose, che avevano spinto Aston Martin anche a spendere una delle poche eccezioni al coprifuoco concesse in stagioni per completare l’assemblaggio delle vetture al giovedì ed effettuare tutti i controlli del caso sulle parti montante con i sistemi di scan della monoposto. Tuttavia, il poco tempo in pista durante la FP1 non ha aiutato a trovare il set-up ideale, soprattutto in termini di altezza da terra. Pensando di giocare sul sicuro, dopo la FP1 gli ingegneri della scuderia britannica avevano deciso di alzare la vettura, con una conseguente perdita di carico che ha compromesso le prestazioni. A ciò si sono aggiunti anche gli errori a livello strategico, come un pessimo timing in qualifica, che ha poi portato entrambi i piloti a passare sotto la bandiera a scacchi con un margine estremamente ridotto, non potendo così preparare a dovere le gomme.

Per quanto siano stati costretti a partire dalla pit lane dopo aver analizzato tutti i dati a disposizione, la scelta di cambiare set-up domenica mattina potendo abbassare nuovamente l’auto ha aiutato la AMR23 a ritrovare maggior competitività, che si è poi trasformata con un arrivo a punti che avrebbe potuto essere doppio se non fosse stato per la rottura del fondo sulla monoposto di Alonso. A giocare a favore in gara è stata anche la decisione di alcuni rivali di anticipare la sosta nel primo stint, dando così l’opportunità alle due Aston di evitare il traffico ed esprimere liberamente il proprio passo. Realisticamente lo spagnolo avrebbe potuto mettersi alle spalle anche Pierre Gasly concludendo in ottava posizione, ma il fondo montato sulla sua vettura non ha retto alle sollecitazioni nate sui dossi e sui cordoli del COTA, cedendo a poche tornate dalla fine.

Il team di Silverstone è quindi tornato a casa con un magro bottino e con qualche dubbio da risolvere in vista dei prossimi appuntamenti, soprattutto perché saranno fondamentali per capire se gli aggiornamenti hanno centrato i propositi che si era prefissata la squadra. Ad inizio stagione, infatti, la AMR23 si era posizionata con una certa stabilità come seconda forza, facendo da livella nel confronto con Ferrari e Mercedes. Tuttavia, dopo le prime novità tecniche qualcosa non ha iniziato a funzionare e mentre i rivali hanno fatto passi in avanti, la monoposto britannica è sembrata più fare un passo indietro perdendo alcune delle sue caratteristiche chiave.

Entrambi i piloti hanno sottolineato come le novità tecniche portate durante l’anno abbiano effettivamente incrementato il carico aerodinamico complessivo della monoposto, peggiorandone però il comportamento in pista. Al di là del recupero degli avversari, la versione aggiornata della AMR23 è diventata più imprevedibile e nervosa, soprattutto al posteriore, rendendo più difficile per chi siede dietro al volante trovare la confidenza necessaria per estrarre gli ultimi decimi e girare con la giusta costanza.  

Dettaglio Aston Martin AMR23

Photo by: Giorgio Piola

Dettaglio Aston Martin AMR23

Già negli scorsi mesi Aston Martin aveva ammesso che gli aggiornamenti non avevano dato i risultati sperati, sbagliando quindi direzione. Parlando prima del Gran Premio degli Stati Uniti, il direttore tecnico Dan Fallows aveva detto che la squadra aveva finalmente capito cosa fosse andato storto durante lo sviluppo, applicando dei correttivi che potessero permettere di ritornare sulla strada giusta: “Siamo stati in grado di capire dove abbiamo sbagliato in termini di alterazione del bilanciamento della vettura. Abbiamo capito perché questo ha danneggiato le nostre prestazioni. Ora si tratta di fare in modo di non ripetere gli stessi errori: è stato sicuramente un anno di apprendimento".

Nella speranza di rimediare ai suoi errori, l'Aston Martin si è presentata ad Austin con il suo ultimo sostanzioso pacchetto della stagione, anche se ulteriori novità minori dovrebbero arrivare anche nei prossimi Gran Premi. Secondo il team, gli aggiornamenti introdotti in terra americana dovrebbero essere rivolti a correggere ciò che non ha funzionato negli ultimi mesi. Inoltre, la speranza è che non solo migliori le performance, ma vada anche a compensare i problemi di bilanciamento riscontrati ultimamente, ritrovando prevedibilità alla guida.

Alla richiesta di fornire maggiori dettagli sulle difficoltà incontrate quest'anno durante lo sviluppo, il vicedirettore tecnico Eric Blandin ha spiegato come i problemi siano nati in seguito a simulazioni errate. "Siamo stati guidati in una certa direzione dai nostri strumenti di simulazione sul lato aerodinamico e abbiamo seguito una strada che era semplicemente sbagliata. Credo che ora abbiamo corretto il problema con il nuovo pacchetto", ha raccontato Blandin.

Dettaglio tecnico dell'Aston Martin Racing AMR23

Photo by: Matt Kew

Dettaglio tecnico dell'Aston Martin Racing AMR23

Un altro esponente di spicco, Tom McCullough, ha spiegato che la sfida principale del team quest'anno è stata la ricerca di una finestra di prestazioni che si adattasse contemporaneamente a tutte le sfide che si possono trovare su un tracciato: dalle curve a basse velocità a quelle più rapide, passando per i lunghi rettilinei dove la AMR23 ha sempre sofferto. A inizio stagione, infatti, la monoposto britannica tendeva a girare con ali più cariche dei rivali che garantivano buone prestazioni in curva, pagando però sugli allunghi, anche a causa dei problemi di efficienza complessiva. Tuttavia, mentre gli altri hanno fatto passi in avanti, Aston non è stata in grado di tenere quel ritmo, scivolando indietro nell’ordine.

"In definitiva, con questa generazione di vetture, essere forti nelle curve a bassa e ad alta velocità, ottimizzando l'altezza di assetto del posteriore, è un po' una sfida senza avere porpoising. Questo è ancora il problema che si pone a due anni di distanza per tutti. Stiamo cercando di ottenere un equilibrio che ci permetta di essere forti sia con altezze da terra inferiori sia con altezze da terra superiori".

"Non abbiamo reso la vettura più facile da guidare. Ma gli aggiornamenti che abbiamo portato [ad Austin] dovrebbero aiutare. Ma bisogna sempre trovare un equilibrio tra questo aspetto e la velocità. Quello che cerchiamo di fare è avere un'auto che possa essere competitiva per tutte e 24 le gare", ha aggiunto McCullough.

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