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Analisi

F1 | AAA personale cercasi: si guadagna meno per il budget cap

L'introduzione del limite dei costi ha portato a un iniziale taglio degli organici, ma soprattutto ha cambiato l'offerta di lavoro: si scelgono i neo-assunti che si pagano meno e non hanno curriculum per chiedere benefit. Il gardening-leave rallenta in modo esasperato il passaggio di competenze da un team all'altro e il calendario che si allunga porta molte figure dei race team a cercare delle alternatiche che siano anche più remunerative. Ecco perché nel paddock è caccia agli specialisti...

George Russell, Mercedes F1 W14, in pitlane per un pitstop

La Formula 1 è sempre stata sinonimo d’eccellenza, la punta di diamante del motorsport. La qualità ai massimi livelli si ottiene sempre grazie ad una buona disponibilità finanziaria che permette di potersi avvalere di provati professionisti nei rispettivi settori. La Formula 1 per molti anni è stata una vetrina attraente e conveniente. Quando nel 2021 è entrato in vigore il budget cap, le squadre hanno lamentato la necessità di ridurre drasticamente il numero del personale al fine di poter rientrare nel tetto di spesa imposto dal regolamento e, seppur in misura minore rispetto alle attese, qualche ridimensionamento c’è stato.

Recentemente qualche addetto ai lavori ha fatto però notare che il numero di dipendenti della maggior parte delle squadre è tornato sui valori pre-budget cap e, soprattutto, che tutti i team sono costantemente alla ricerca di personale, con posizioni aperte anche in ruoli strategicamente importanti.

I meccanici di Max Verstappen spingono la Red Bull RB19

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

I meccanici di Max Verstappen spingono la Red Bull RB19

Non è un fenomeno casuale, ma legato ad un cambio importante di approccio nella gestione delle squadre. Negli ultimi decenni un dipendente medio di una squadra di Formula 1 aveva percepito una retribuzione più alta mediamente di un 10/20% per cento rispetto al mondo del lavoro ordinario.

Entrare nel ‘Circus’ ha sempre rappresentato un traguardo importante, sia per l’esperienza lavorativa che per la busta paga e non sono stati rari i casi di tecnici che hanno vissuto in una squadra tutta la loro esperienza professionale. Se si sta bene, non c’è motivo di cambiare.

La situazione è cambiata con l’introduzione del budget cap. Le squadre hanno dovuto far quadrare i conti, iniziando dall’offrire retribuzioni inferiori ai neoassunti, ed anche alcuni benefit riservati al personale già presente sono stati ritoccati o eliminati. C’è chi si è preso la briga di fare dei calcoli per paragonarli a quelli del 2019, ed è emerso che rispetto al mondo del lavoro esterno, le squadre oggi pagano mediamente il 10% in meno. Questo è un primo motivo che spiega una emorragia di personale, in percentuale contenuta, ma dall’andamento costante e soprattutto in controtendenza rispetto ad un recente passato.

Il muretto della Ferrari: non solo il personale di vertice è sottoposto al gardening leave

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Il muretto della Ferrari: non solo il personale di vertice è sottoposto al gardening leave

C’è anche un altro aspetto che sta influendo molto sulla gestione del personale, in questo caso dei ‘race-team’, ovvero il gruppo di lavoro che opera in pista. Il numero delle trasferte è cresciuto progressivamente, il calendario 2024 obbligherà il personale che deve essere presente in pista in tutte le gare a trascorrere più di sei mesi lontano da casa.

Un sacrificio non indifferente, a fronte del quale non c’è più neanche la compensazione economica che fino a qualche anno fa permetteva di stringere i denti. Oggi, soprattutto per chi ha messo su famiglia, le problematiche da affrontare non sono poche, e non è un caso se dopo il periodo Covid si è vista una diminuzione dell’età media nel paddock che è andata oltre il fisiologico cambio generazionale.

Un giovane under-30 è meno soggetto a vincoli familiari e, con dei curriculum ancora acerbi, le pretese economiche non sono alte. Per qualche stagione può essere una proposta interessante, ma appena maturata un po' d’esperienza c’è chi si mette sul mercato per migliorare il suo trattamento economico o chi guarda anche fuori dal contesto della Formula 1 a caccia di contratti più remunerativi. Per le squadre è una coperta corta, se la struttura dell’organizzazione impone la presenza di quasi mille dipendenti (per i top-team) i limiti di budget impongono un calo delle retribuzioni, e con esse il rischio di perdere personale d’esperienza.

Anche per questo motivo l’arrivo di un’undicesima squadra non è una buona notizia per i dieci team presenti oggi nel paddock. Il team Andretti sarà obbligato ad assumere almeno duecento persone con un curriculum che vanta già esperienze in Formula 1, ed in alcune figure potrà garantire delle retribuzioni sicuramente interessanti. Il tutto in un momento in cui anche Audi e Williams sono a caccia di un notevole numero di persone, senza considerare il fisiologico turn-over che non risparmia nessuna squadra.

C’è infine l’incubo del gardening-leave, che per certe figure ha raggiunto una durata di un anno o in alcuni casi addirittura di 18/24 mesi. Il preavviso di licenziamento con divieto al lavoro è stato introdotto come una sorta di garanzia per chi che vede partire un suo dipendente, al fine di non portare in un altro team delle conoscenze ‘fresche’ maturate all’interno della sua ex squadra.

Inizialmente questo vincolo era imposto solo a figure chiave, ma col tempo è stato allargato a molti livelli aziendali. In una Formula 1 affamata di personale c’è anche il paradosso di centinaia di persone con esperienza costrette a trascorrere a casa lunghi periodi di inattività, guardando i Gran Premio seduti sul divano in attesa di cambiare divisa.

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