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Formula 1 GP del Messico

F1 | AlphaTauri: Ricciardo quarto grazie anche a un nuovo set-up

Daniel Ricciardo ha conquistato uno splendido quarto posto nelle qualifiche del Gran Premio del Messico. Alla base di questo risultato ci sono anche particolari motivazioni di carattere tecnico: nonostante la AT04 non mostri buona efficienza sui lunghi rettilinei, dispone di un buon carico aerodinamico e di un reparto meccanico che nelle curve lente ha aiutato a fare la differenza. A ciò si sono aggiunte delle modifiche a livello di set-up richieste dall'australiano per avvicinare la vettura al suo stile di guida. Interventi che avrebbe voluto provare già ad Austin, ma il poco tempo a disposizione per effettuare delle prove prima del Parc Fermé aveva spinto alla prudenza.

Daniel Ricciardo, AlphaTauri AT04

Se si guardasse solamente alla classifica mondiale, sarebbe difficile comprendere come sia arrivato il quarto posto conquistato da Daniel Ricciardo nel corso della qualifica di Città del Messico, tanto sorprendete quanto bello. Eppure, facendo un passo indietro, in realtà già alla vigilia del weekend il pilota dell’AlphaTauri aveva denotato una certa fiducia, consapevole che la AT04 avrebbe potuto bene figurare su un tracciato dove alcune determinate caratteristiche della monoposto risaltano più di altre.

Ricciardo è arrivato in Messico dopo un weekend a due facce ad Austin, complicato non solo dal format della sprint proprio nel weekend del suo rientro in seguito all’infortunio alla mano, ma anche dal cedimento di uno dei deviatori di flusso che inglobano i brake duct, il quale è poi rimasto incastrato nella sospensione anteriore compromettendo i flussi aerodinamici che scorrono lungo la vettura e il relativo bilanciamento.

Tuttavia, l’appuntamento americano è servito per riprendere confidenza con la monoposto, tenendo anche a mente che nel frattempo la squadra di Faenza aveva introdotto diversi pacchetti piuttosto sostanziosi, tra cui quello di Singapore. Novità che hanno dato nuova linfa alla vettura permettendo anche di fare dei passi in avanti per curare quell’instabilità al retrotreno che toglieva fiducia ai piloti, in particolare nei curvoni veloci. A farne le spese era stato soprattutto Nyck De Vries nella prima parte di stagione, il quale aveva sofferto ancor più di Tsunoda questo punto debole della AT04.  

Daniel Ricciardo, AlphaTauri AT04

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Daniel Ricciardo, AlphaTauri AT04

Giunto in Messico, il team ha messo subito in pratica alcuni cambiamenti di set-up che, in realtà, l’australiano avrebbe voluto provare già ad Austin, ma il fatto che si trattasse di un weekend con il format della sprint aveva spinto alla prudenza, mettendo l’accento sull’utilizzo di un assetto già conosciuto per riprendere contatto con la pista prima dell’applicazione del periodo di Parc Fermé.

“Arrivando da Austin abbiamo già iniziato con un assetto diverso. Credo che ci fossero delle cose che, se non fosse stato un weekend sprint [ad Austin], avremmo provato sulla vettura, quindi abbiamo potuto provarle solo qui. Fin dall'inizio mi sentivo sicuramente a mio agio e poi abbiamo fatto dei passi avanti, con alcuni accorgimenti di assetto che alla fine non avevamo potuto provare a causa del Parc Fermé la scorsa settimana. Quindi è positivo", ha spiegato Ricciardo al termine delle prove libere, dove AlphaTauri aveva già lasciato ben figurare, mettendosi in linea per una posizione in top ten.

Tra l’altro, sapendo che Yuki Tsunoda sarebbe partito dal fondo a causa della sostituzione della Power Unit in seguito alla rottura durante il Gran Premio d’Italia a Monza, la scuderia di Faenza ha potuto anche ragionare di strategia, sfruttando il giapponese per assicurarsi una posizione in Q3 con il gioco delle scie a favore di Ricciardo. Spesso questi piani vanno a monte o non riescono ad essere attuati nel modo corretto, ma in questo caso ha funzionato alla perfezione. La strategia ha contribuito in modo decisivo anche a risparmiare un set di pneumatici per la Q3, aspetto che senza dubbio ha aiutato. Tuttavia, l’australiano è forse andato oltre le aspettative, centrando una stupenda quarta posizione in un pomeriggio in cui si sono rivisti lampi di talento annebbiati dal periodo speso in McLaren.

Daniel Ricciardo, AlphaTauri AT04

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Daniel Ricciardo, AlphaTauri AT04

Proprio sulla pista messicana l’anno scorso fu autore di una delle sue migliori gare stagionali a bordo della MCL36, grazie a un ultimo stint sulla soft tutto all’attacco, anche se rimediò una penalità per un contatto con il suo attuale compagno di squadra, Yuki Tsunoda. Ora l’obiettivo è concretizzare quel quarto posto in un piazzamento a punti che significherebbe tanto per la squadra italiana, soprattutto nella ricorsa nel mondiale costruttori: al momento AlphaTauri si trova all’ultimo posto, ma il target Haas non è poi così distante e una buona giornata potrebbe cambiare la classifica.

Inoltre, per quanto probabilmente in gara sarà una storia differente, l’australiano è riuscito a mettersi alle spalle anche Sergio Perez con la seconda Red Bull: “Voglio dire, è bello. Mi hanno chiesto: 'Domani sei davanti a Checo. Come ci si sente? E voglio dire, è una bella sensazione. Ma sono davanti a un sacco di gente. È bello essere di nuovo così in alto nella griglia di partenza. È passato un po' di tempo. Credo che sia da Monza o da giù di lì, nel 2021, che ero in seconda fila sulla griglia”.

"Quindi sì, è bello. Voglio dire, c'è una parte di me che credo che per la prossima ora voglia festeggiare oggi, perché è certamente un giorno che dovrebbe essere celebrato. Credo che anche la squadra non si qualifichi spesso così in alto nella griglia, soprattutto quest'anno. Ma non credo che la vettura che abbiamo avuto questo fine settimana sia una monoposto da decima posizione nella classifica costruttori. È stata sicuramente una vettura più competitiva e sono contento di averla sfruttata al meglio”.

AlphaTauri ha fatto la differenza a livello meccanico, anche nelle zone lente dello stadio

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

AlphaTauri ha fatto la differenza a livello meccanico, anche nelle zone lente dello stadio

Ricciardo è stato competitivo fin dall'inizio del weekend di Città del Messico, ottenendo un ottavo e un sesto posto nelle due sessioni del venerdì, ben al di sopra del livello abituale della squadra in questa stagione. I rivali hanno subito concordato sul fatto che il passo mostrato dalla AT04 fosse genuino, anche perché lo stesso Yuki Tsunoda, pur partendo dietro, aveva lanciato qualche segnale interessante.  

"Fin dal primo giro di ieri [venerdì] mi sono sentito bene. E per tutto il fine settimana credo che siamo stati una macchina ben dentro la top 10. Stamattina eravamo ancora lì, in nona posizione, ma onestamente non ero contento del mio giro nella terza sessione di libere. Sapevo che potevamo fare di più. Non si sa mai, in qualifica ovviamente tutti alzano il ritmo. Ma ero fiducioso di poter tirare fuori qualche decimo in più dalla macchina".

Ciò che ha dato maggiore soddisfazione è stato il margine rispetto ai primi classificati. "Ovviamente il quarto posto è incredibile. Ma poi si guarda alla pole, sono due decimi. Quindi non è che Max [Verstappen] o qualcuno sia a sette/otto decimi di distanza. Il distacco è importante quanto la posizione. Siamo davvero lì, e chissà cosa significa per domani? Ma non credo che oggi sia un caso, mi sembrava che avessimo un buon passo. Con un giro perfetto, ho pensato che forse oggi potremmo essere P6/P7 se tutto fosse andato bene. Ma la quarta posizione è una bella cosa".

Da dove viene questo ritmo? Ricciardo ha insistito sul fatto che anche prima della pausa forzata a causa dell’infortunio poteva vedere un certo potenziale nel pacchetto e aveva iniziato a mettere un set-up più adatto alle sue esigenze a livello di guida. Dopo le prime due gare completate prima della sosta estiva, l’australiano aveva avuto tutto il tempo di lavorare dietro le quinte con il team e mettere a punti i primi correttivi che erano già arrivati a Zandvoort. Tuttavia, l’incidente ha complicato non poco il percorso di adattamento alla vettura alla ricerca di quella fiducia necessaria al volante per ben figurare.

Daniel Ricciardo, AlphaTauri

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

Daniel Ricciardo, AlphaTauri

Fiducia è la parola chiave di questo tema, perché l’anno scorso con la McLaren aveva faticato soprattutto in inserimento di curva, dato che l’australiano ha uno stile che vede portare tanta velocità in percorrenza che mal si sposava con certe caratteristiche delle monoposto di Woking. Tuttavia, ora sta ritrovando parte di quella fiducia: “Sicuramente in ingresso in curva. Come piloti ci lamentiamo di molte cose: vogliamo più trazione, vogliamo questo o quello. Ma se si riesce ad avere fiducia nell'ingresso in curva, è da lì che parte tutto. Se si riesce a entrare nel modo giusto, questo aiuta la parte centrale della curva e l'uscita”, ha spiegato Ricciardo.

Tuttavia, al di là degli elementi specifici di Ricciardo, ci sono anche altri aspetti che in Messico stanno giocando un ruolo chiave. In generale, i tecnici in casa AlphaTauri avevano visto l’appuntamento messicano come uno di quelli in cui puntare a un buon risultato, anche perché determinate caratteristiche del circuito giocano a favore dei punti di forza della vettura. Ripercorrendo l’anno, in diversi appuntamenti la AT04 aveva dimostrato di poter ben figurare su quei tracciati dove conta la fase di trazione e l’uscita di curva, specialmente da quelle più spigolate, come a Baku o a Singapore. Per quanto a Marina Bay il team non abbia raccolto quanto sperato a causa di un incidente con Tsunoda, dall’altra parte del box Lawson è stato in grado di raccogliere un bel nono posto che è valso due punti per la classifica.

Proprio con il nuovo pacchetto di Singapore è aumentato anche il carico aerodinamico complessivo, che ha aiutato soprattutto nelle curve ad alta velocità, che avevano messo invece in difficoltà la monoposto durante il fine settimana del GP di Gran Bretagna. A ciò, però, si è aggiunto anche un altro elemento chiave: il tracciato di Città del Messico presenta un asfalto molto liscio e questo aspetto ha permesso di abbassare la vettura, trovando così ulteriore carico aerodinamico. Un elemento importante per certe squadre, come Alfa Romeo, che proprio qui ha ritrovato quella competitività che aveva smarrito la scorsa settimana ad Austin, quando era stata costretta ad alzare la monoposto a causa dei numerosi dossi.

Durante l’anno si è quindi vista che, su certe piste, l’impostazione meccanica della AT04 è riuscita a fare la differenza e, su una pista in cui è cruciale riuscire a gestire durante l’intero arco del giro una mescola così sensibile come la C5, queste qualità hanno permesso di fare la differenza. Tutti hanno lottato con l’aderenza, dato anche l’asfalto molto sporco, ma quando si una buona vettura dal punto di vista meccanico, ciò aiuta dal punto di vista di gestione delle temperature, oltre che sul piano delle prestazioni. Per quanto l’AlphaTauri non disponga di una grande efficienza aerodinamica sui rettilinei, tanto da riportare un gap di 9 km/h rispetto alla Red Bull e di 3 km/h nei confronti della Mercedes, che chiaramente non è comunque punto di riferimento su questo particolare aspetto, il pacchetto a disposizione garantisce un buon carico aerodinamico.

Confronto telemetrico Messico Qualifica - Ricciardo Perez

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Confronto telemetrico Messico Qualifica - Ricciardo Perez

Osservando i dati telemetrici, infatti, emerge come anche nella sequenza veloce del secondo settore il tempo perso non sia stato poi così ampio, mentre si nota un ottimo comportamento nelle curve lente sia nella chicane di curva 4-5-6-7, sia nella parte conclusiva del giro, dove molti piloti hanno invece dovuto lottare con il surriscaldamento delle coperture posteriori.

Riuscire a mantenere il quarto posto anche in gara sembra alquanto complesso, ma Ricciardo non vuole escluderlo. "Una parte di me dice: perché no? Perché il nostro passo è autentico. E per tutto il fine settimana ho avuto la sensazione che, se avessi messo insieme il giro, avremmo concluso almeno tra i primi sei”, ha aggiunto l’australiano, anche se è consapevole che servirà un buon ritmo per non essere risucchiato dal gruppo. Le velocità di punta più basse non giocano a favore nella difesa, per quanto in Messico non sia sempre semplice trovare il sorpasso.

Uno degli aspetti cruciali sarà la partenza, perché in Messico, con una prima chicane così stretta, spesso può capitare qualche contatto: “Penso che il bello di stare davanti sia che di solito si sta un po' più lontani dal caos, mentre a metà gruppo c'è un po' di confusione. Questo dovrebbe aiutarci a superare le prime curve in modo più pulito. Bisogna comunque correre con un buon ritmo per non essere risucchiati nel gruppo. Ho esperienza, spero di usare la testa domani, e dovrebbe andare bene".

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