F1 | Williams: "Veloci in Messico, abbiamo un cooling più efficace"
Al termine della tappa messicana, la Williams si è detta sorpresa delle sue prestazioni, perché non si aspettava di poter essere così competitiva su questa pista. Tuttavia, secondo il team ci sono diversi elementi che hanno giocato a favore: in primis le temperature dell'asfalto si sono abbassate nel momento giusto e, in secondo luogo, il pacchetto di raffreddamento della FW45 sarebbe più efficace di quello dei rivali, per cui avrebbe perso minor carico aerodinamico nel tentativo di potare aria fresca a freni e Power Unit.
Seppur manchino ancora tre appuntamenti al termine della stagione, i punti conquistati nel Gran Premio del Messico potrebbero rivelarsi assolutamente fondamentali per la conquista del settimo posto nella classifica costruttori. Nell’ultima tappa disputata AlphaTauri ha compiuto un importante balzo in avanti, passando dalla decima all’ottava posizione, il che gli ha permesso non solo di mettersi alle spalle sia la Haas che l’Alfa Romeo, ma anche di guardare avanti proprio alla squadra britannica.
Nel complesso, la FW45 si è confermata veloce anche a Città del Messico, non solo per il nono posto ottenuto da Alex Albon, ma anche perché lo stesso Logan Sargeant non era così distante dalla zona punti, anche se si è dovuto ritirare nell’ultimo passaggio a causa della rottura di una pompa. Tuttavia, nel corso del fine settimana le prestazioni della vettura sono variate in maniera sostanziale, con le temperature che hanno giocato un ruolo chiave.
Nelle prove libere l’anglo-tailandese ha subito ben figurato, ripetendosi poi anche il sabato mattina, aspetto che ha sorpreso la stessa Williams, dato che non si aspettava di potersi confermare così rapida. Da quel momento in poi, tuttavia, lo stesso pilota ha nutrito qualche dubbio sul bilanciamento della macchina, tanto che in Q1 aveva quasi rischiato l’esclusione. Secondo Albon, la temperatura della pista è stata il fattore principale alla base di questi alti e bassi durante tutto il fine settimana.
Photo by: Williams
Alex Albon, Williams FW45
"Sono rimasto sorpreso, il ritmo [in gara] non era così forte. Era tutto ok. Credo che molto sia dovuto alla temperatura, la pista era calda come le qualifiche. Abbiamo faticato quando la pista si è dimostrata calda. Quindi, c'è stata molta gestione e in gara ho dovuto gestire troppo le gomme per farle durare e questo ha influito molto".
Se si osserva l’andamento delle temperature nel corso del weekend, quelle più fresche si sono registrate nelle prime prove libere a causa anche dei nuvoloni e delle gocce di pioggia che hanno contribuito ad abbassarle, mentre al sabato vi è stato un andamento particolare. A inizio qualifica si sono toccati i 46°C, per poi scendere in Q2, momento in cui la FW45 ha ritrovato improvvisamente competitività: se non fosse stato per i track limit compiuti da Albon, il quale era passato troppo aggressivamente sul cordolo interno di curva due, la Williams avrebbe raggiunto un’altra volta il Q3. Nel corso della stagione si è visto in più occasioni quanto la monoposto britannica sia sensibile a questi repentini cambi di temperatura del manto stradale, soprattutto perché fatica quando le gomme iniziano a surriscaldarsi troppo, proprio come era accaduto anche a Suzuka.
"Sono stati gli pneumatici e la temperature. Sappiamo di avere una macchina piuttosto sensibile. Sappiamo di scivolare un po' di più rispetto alle altre vetture, il che significa che, quando fa caldo, la temperatura degli pneumatici aumenta”, ha spiegato Albon, suggerendo anche come, nonostante i 52°C registrati a inizio gara, la corsa sia stata più facile da gestire dato che anche gli altri erano al limite pensando alla lunga distanza.
Photo by: Andy Hone / Motorsport Images
Alex Albon, Williams FW45, Lando Norris, McLaren MCL60, Valtteri Bottas, Alfa Romeo C43
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Team Principal del team, il quale ha spiegato come anche per altre squadre queste fluttuazioni a livello di temperature abbiano impattato in maniera importante: “Nelle prove libere eravamo nella parte alta della classifica. In qualifica siamo riusciti appena a passare la Q1, mentre poi in Q2 abbiamo trovato tanto tempo sul giro che ci avrebbe portato nell’ultima manche, ma quel crono è stato cancellato [per track limit]. Ma quella progressione, dove per esempio abbiamo trovato sei decimi in un solo settore, è un’indicazione che qualcosa non funzionava a dovere”.
“In primo luogo, le temperature della pista sono salite in qualifica di un paio di gradi. Non sembra molto, ma noi eravamo già al limite con le temperature degli pneumatici con il rischio di surriscaldarle e quei pochi gradi in più ci hanno portato verso un'errata finestra di funzionamento. La stessa cosa è successa con Ferrari, molto veloce all’improvviso in Q3, cosa che ha sorpreso loro stessi, mentre Mercedes è scivolata indietro. Questa è una dimostrazione che tutti erano al limite per quanto riguarda la temperatura delle gomme. Lo stesso è successo in gara, dove la temperatura ha raggiungo ben 52°C, il che ci ha complicato la vita rispetto a venerdì, dove eravamo in generale competitivi”, ha spiegato James Vowles.
A giocare a favore vi sono stati alcuni elementi, a partire dalle alte velocità di punta della FW45, che hanno avuto un ruolo chiave sia nel primo che nel secondo stint. Nella prima parte di gara, potendo resistere agli attacchi con il DRS da parte degli avversari, Albon è stato in grado di mantenere compatto il gruppo alle sue spalle, in maniera simile a quanto è avvenuto in altre occasioni del campionato. Essendo partito con la hard, l’anglo-tailandese è riuscito a ritrovarsi in una buona posizione nel momento della bandiera rossa, potendo così sostituire gli pneumatici senza perdere posizioni.
Photo by: Andy Hone / Motorsport Images
Alex Albon, Williams FW45
Allo stesso modo, nella seconda parte di gara il fatto di avere Hulkenberg alle spalle a fare da “muro di difesa” ha aiutato a poter gestire meglio le coperture medie ed allungare sui rivali, mettendosi così in una posizione piuttosto salda. Inoltre, il progressivo abbassamento delle temperature durante la corsa hanno aiutato a mantenere in vita più a lungo le gomme a banda gialla. Così alla fine è giunto un altro nono posto che significa due punti in più per la classifica costruttori.
Secondo James Vowles, alla base delle prestazioni mostrate in Messico ci sarebbero tuttavia anche degli altri elementi piuttosto interessanti che hanno a che fare anche con la gestione delle temperature dei freni e della Power Unit. Generalmente più si apre la vettura e più si perde carico aerodinamico, aspetto fondamentale quando si gira in altitudine come in Messico, ma secondo Vowles il fatto che la sua squadra disponga di un ottimo pacchetto per il raffreddamento ha aiutato a compensare e ridurre i problemi di surriscaldamento rispetto ad altri avversari: “Quello del Messico è un appuntamento molto particolare, non ce ne sono altri come questo nel calendario. I requisiti per il raffreddamento della Power Unit e dei freni non sono comparabili a nessun altro tracciato e il fatto che si corra in altitudine fa perdere tantissimo carico. Per questa gara ci prepariamo settimane, se non mesi prima, in modo da capire in che circostanze ci troveremo e creare un pacchetto per il raffreddamento efficace”.
“Penso che il risultato in gara sia la rappresentazione migliore di quello che era il nostro potenziale in Messico. Per noi è stata una gara molto difficile, ma siamo comunque stati più competitivi di altri. Inoltre, credo che abbiamo un pacchetto che è molto efficace dal punto di vista del raffreddamento dei freni e della Power Unit e questo ha pagato rispetto ad altri team che hanno dovuto anche modificare la propria vettura per adattarsi e hanno comunque faticato a tenere sotto controllo le temperature rispetto a noi. Questo ci ha aiutato”, ha aggiunto il Team Principal della Williams.
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