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F1 | Williams nona con un solo pit, ma in modo diverso da Ferrari

La Williams è riuscita a centrare due punti fondamentali per la classifica costruttori a Monza, una pista su cui aveva grandi speranze. A fare la differenza è stata sia una vettura concreta, ma anche una strategia molto efficace: di base si tratta della medesima tattica a un sola sosta seguita dalla Ferrari, ma con un approccio totalmente diverso.

Alex Albon, Williams FW46

Non solo Ferrari. Il Gran Premio di Monza è stato in larga parte deciso dal graining e dalla gestione delle strategie, con il Cavallino che ha costruito proprio su questi due aspetti il trionfo nella gara di casa, ma la scuderia di Maranello non è stata l’unica a far funzionare quella tattica.

Nella top ten, infatti, ci sono altre due squadre che sono riuscite ad arrivare a punti effettuando una sola sosta, ovvero Williams e Haas. L’aspetto interessante, tuttavia, è che hanno seguito la medesima tattica ma in un modo completamente diverso dalla Ferrari, che ha mostrato grande flessibilità decisionale in gara cambiando il piano a seconda delle situazioni di gara, mentre Williams e Haas sono andate per la loro strada dallo spegnimento dei semafori fino alla bandiera a scacchi, rimanendo fedeli alle proprie scelte.

La scuderia di Grove era estremamente ottimista alla vigilia del Gran Premio, soprattutto perché sapeva che la pista di Monza, come lo scorso anno, avrebbe potuto essere adatta a certe caratteristiche della FW46. Inoltre, le indicazioni ricavate dal pacchetto portato a Zandvoort, che ha permesso di compiere dei passi in avanti sia sul piano aerodinamico che della riduzione del peso, ha infuso grande fiducia nel team, tanto che James Vowles guarda già al prossimo appuntamento di Baku, dove crede che la FW46 possa nuovamente centrare la zona punti.

Alex Albon, Williams FW46

Alex Albon, Williams FW46

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Tuttavia, prima di far volare la mente già al Gran Premio di Azerbaijan che si disputerà fra una decina di giorni, è interessante osservare come la scuderia britannica abbia fatto funzionare la strategia a un solo pit, battendo squadre che, secondo Alex Albon, avevano un passo potenzialmente migliore come Aston Martin.

“Non avevamo il ritmo e non abbiamo mai avuto l'anteriore sinistra nella finestra giusta per tutta la gara. Abbiamo dovuto guidare con un ritmo lento per evitare il graining. Ho dovuto gestire l'anteriore sinistra per tutta la gara. Sono molto contento di aver ottenuto la nona posizione”, ha detto Albon a fine gara.

“Mi sembrava che non avessimo il passo per farlo, ma ce l'abbiamo fatta con la strategia, quindi sono molto contento. Con la strategia a due soste non ce l'avremmo fatta perché Alonso era un po' più veloce di noi. Con le dure era più veloce di me. Quindi la squadra ha fatto un ottimo lavoro. Abbiamo eseguito la gara alla perfezione”, ha poi aggiunto il pilota anglo-tailandese.

Andando ad osservare l’andamento della corsa, nella prima parte di gara effettivamente il pilota della Williams ha dovuto confrontarsi per tutto il primo stint con un Alonso minaccioso alle sue spalle, spesso in zona DRS. Aston Martin aveva già pianificato dall’inizio una gara a due soste, tanto che aveva “rodato” i due set di hard già nelle libere, ma le difficoltà croniche nel tenere in vita gli pneumatici, specie quando la pista si trovava nelle condizioni peggiore a inizio gara, hanno spinto il team di Silverstone proprio in quella direzione, fermandosi dopo dodici giri.

Sergio Perez, Red Bull Racing RB20, Alex Albon, Williams FW46, George Russell, Mercedes F1 W15

Sergio Perez, Red Bull Racing RB20, Alex Albon, Williams FW46, George Russell, Mercedes F1 W15

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Al contrario, la Williams è rimasta fedele alle proprie idee: “La decisione di una singola sosta è stata presa in mattinata, durante un incontro. Abbiamo visto i nostri punti di forza e di debolezza e ci siamo resi conto che la singola sosta era la soluzione migliore, ma per farla funzionare dovevamo fare alcuni compromessi, in parte dal setup, in parte di come i piloti devono gestire la gomma”, ha spiegato Vowles.

In effetti, andando ad osservare i tempi, si può notare come, seppur Albon dopo la sua unica sosta sia rientrato a circa sei secondi da Alonso, in realtà sia ritornato in pista in una finestra ideale: sia davanti a Pierre Gasly, a dimostrazione dell’ottima scelta del timing da parte del team, sia in aria pulita, potendo così fare un’introduzione lineare e non forzata degli pneumatici, aspetto fondamentale per gestire il graining durante lo stint.

Chiaramente il paragone con la Ferrari di Charles Leclerc non dà una lettura totale della gara, ma è interessante perché conferma l’approccio conservativo della Williams nella parte iniziale del secondo stint, ma anche quanto Ferrari sia stata efficace successivamente nel convertire nuovamente una strategia a due soste, ovvero il Plan C, in una tattica a una sosta nel momento in cui ha compreso come reagire al secondo pit stop di Lando Norris.

Confronto del passo tra Albon e Leclerc nel secondo stint del GP d'Italia 2024

Confronto del passo tra Albon e Leclerc nel secondo stint del GP d'Italia 2024

Foto di: Gianluca D'Alessandro

Se si guardano i tempi, si nota come nella prima fase del secondo stint Albon abbia avuto un ritmo a tratti anche un secondo e mezzo più lento di quello di Leclerc, soffrendo la fase più difficile tra il 33° e il 41° giro. Quel calo nello stint è infatti dovuto non solo al sorpasso subito da parte della Haas di Kevin Magnussen con la sua medesima strategia, ma anche di quei piloti dei top team che, come George Russell e Sergio Perez, si erano dovuti fermare nuovamente per una seconda sosta. Quello è stata la fase più complessa perché, finendo in aria sporca, il rischio di accusare del graining era piuttosto consistente.

Ma è proprio sul finale che si vedono i frutti del lavoro di Albon durante la gara, quando si nota un chiaro degrado negativo. Di base, infatti, questa gara non si giocava sul degrado della gomma, bensì sulla pura gestione del graining, tanto che i tempi di molti piloti che hanno puntato su una sosta sono rimasti molto competitivi anche nella parte conclusiva della corsa. Con il pilota della Williams questo discorso lo si nota in maniera perfetta: dall’enorme gap iniziale che in ceti giri superava il secondo e mezzo, verso la fine della gara Albon ha ridotto quella differenza di oltre la metà, arrivando a girare anche a circa cinque o sei decimi dai tempi di Leclerc che, in realtà, sono rimasti molto costanti durante lo stint.

Un aspetto cruciale, perché il pilota anglo-tailandese ha potuto così difendersi dalla rimonta di Alonso negli ultimi giri, quando si è fatto sempre più minaccioso arrivando ai margini della zona DRS proprio nel corso del passaggio finale. La forza della Williams a Monza è stata sì avere una macchina comunque complessivamente rapida e competitiva, ma anche credere nella sua strategia sin dal principio, facendola funzionare nelle sue possibilità.

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