F1 | Telemetrie: emerge Ferrari tra esperimenti e simulazioni
La prima giornata di libere è stata influenzata dal nuovo format, il quale costringe i team a sfruttare il minor numero di set possibile in vista della qualifica e della gara. Tra simulazioni ed esperimenti è emersa la Ferrari, con la SF-23 che sembra garantire ai piloti un buon feeling, mentre alle sue spalle c'è una McLaren che vuole continuare a crescere. Osserviamo cosa raccontano i dati sui programmi delle squadre nel venerdì ungherese e sulle telemetrie.
Complice il nuovo format che ha fatto il proprio debutto nel corso di questo fine settimana, il primo giorno di azione in pista sul tracciato ungherese si è trasformato in un puzzle estremamente complesso da assemblare, date le tante sfaccettature di un venerdì atipico.
L’attività sul tracciato è stata meno lineare del solito, intrecciata ai vari programmi di lavoro portati avanti dai team, i quali hanno scelto approcci totalmente differenti. C’è chi, come Mercedes, ha scelto di completare la prima giornata con un solo set di gomme medie, mentre dall’altra ci sono squadre che hanno deciso di risparmiare quanti più treni possibile girando il minimo indispensabile in FP2, come la Red Bull.
"Penso che siamo stati fortunati che abbia piovuto. Altrimenti nessuno avrebbe fatto nulla in FP1", ha spiegato Lando Norris al termine delle libere, sottolineando come, con così pochi treni di pneumatici a disposizione, realisticamente i team avrebbero deciso di rimanere più a lungo ai box per salvare le coperture. L’aspetto interessante è che il britannico è stato uno dei pochi aver usato ben due treni di pneumatici soft già al venerdì, rimanendo così con soli due set nuovi in vista delle qualifiche, scenario che lascia presagire che in FP3 sfrutterà le gomme usate rimaste dal primo giorno di azione in pista. Inoltre, l’inglese ha compiuto un lunghissimo stint sulla media, come se avesse effettuato una sorta di preparazione piuttosto completa già al venerdì.
Lando Norris, McLaren MCL60
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
Altrettanto intrigante è l’approccio dell’Alfa Romeo, che non ha sfruttato alcun treno di gomme morbide, in parte per il desiderio di concentrarsi sui compound più duri che verranno impiegati nelle prime due manche in qualifica, in parte perché c’è l’ambizione di poter puntare alla Q3, in una sfida che si preannuncia piuttosto intensa. Per quanto la strategia alla domenica possa fare la differenza, su un tracciato come l’Hungaroring la track position assume una rilevanza ancor più centrale, per cui la posizione in griglia peserà più che in altri appuntamenti.
La squadra che è mancata all’appello è la Red Bull, che nella seconda sessione ha limitato notevolmente il tempo in pista girando solo con la soft. Infatti, Verstappen è il pilota che ha completato il minor numero di giri in assoluto, senza effettuare una vero e proprio tentativo sul giro secco, se non per prendere le misure con il grip offerto dalla pista. Al contrario di molti avversari, non è nemmeno giunta una corposa simulazione gara, aspetto dove generalmente regna in un classico weekend di gara anticipando i rivali. Tuttavia, al di là delle mappature conservative dovute anche alla particolare rotazione dei motori, le prime indicazioni ricavate dai piloti sono complessivamente positive. Al momento qualche piccola difficoltà la si è riscontrata a livello di percorrenza sui cordoli e di precisione dell’anteriore, che spesso si è tramutato in sottosterzo, ma è qualcosa su cui i tecnici lavoreranno in nottata sui dati a disposizione.
Nonostante non sia ancora uscito fuori il potenziale della RB19, Charles Leclerc crede che sia proprio quella di Milton Keynes la vettura da battere, mantenendo fede al più classico dei pronostici: “Loro [Red Bull] hanno usato un solo set in FP2, ma ci aspettiamo che siano il team più forte”.
Charles Leclerc, Ferrari SF-23
Photo by: Michael Potts / Motorsport Images
Tra tante scelte quasi agli antipodi, c’è chi è invece rimasto più nel mezzo, come Ferrari, la quale ha deciso di concentrare gran parte del proprio programma di lavoro sul compound più tenero del lotto, ma senza mettere totalmente da parte la mescola a banda gialla, la quale farà il suo ritorno in gara e in qualifica. Con il format sperimentale, infatti, sarà ancor più centrale riuscire a trovare un buon bilanciamento su tutte le varie tipologie di coperture. Per quanto riguarda la simulazione gara, il team di Maranello ha scelto approcci molto diversi, cercando di trovare il giusto equilibrio tra più possibilità: da una parte un tempo di attacco più basso con Leclerc, dall’altra un’introduzione “lenta” con Sainz, volta a far durare il più a lungo possibile le coperture. Così si è cercato di trovare un punto di incontro tra due diverse strade, comprendendo quale potesse essere la soluzione migliore.
In un venerdì così atipico, i dati telemetrici passano quasi in secondo piano, perché ciò che conta davvero è riuscire a trovare un buon bilanciamento nonostante i pochi chilometri percorsi, soprattutto quando la prima sessione di libere è andata persa a causa della pioggia. Tuttavia, osservando i dati emerge qualche dettaglio interessante, soprattutto in termini di approccio. Dalle telemetrie si può notare come Ferrari abbia registrato delle velocità di punta particolarmente alte, anche rispetto ai rivali più diretti.
Ad esempio, il vantaggio sul rettilineo di partenza tocca quota 3 km/h sulle Red Bull, 5 sulla McLaren, la quale nel corso della stagione ha mostrato qualche difficoltà in più a livello di performance in termini di resistenza all’avanzamento. Un tema che si può apprezzare anche prima di curva quattro, dove si può anche notare qualche segnale di derating da parte della MCL60, aspetto che sarà da tenere sotto controllo nella giornata di sabato quando si alzeranno le mappature.
Confronto Leclerc - Norris nella FP2
Photo by: Gianluca D'Alessandro
Se nel primo settore i tempi sono grossomodo allineati rispetto al gap finale, nel secondo intertempo iniziano a vedersi delle differenze più importanti, specie nell’interpretazione della sequenza veloce, quella che mette maggiormente sotto stress gli pneumatici. Nello snake si può osservare come i valori si alternino a seconda della curva, mentre un tema interessante mostrato da entrambi gli alfieri del Cavallino è il calo sensibile in termini di velocità di percorrenza in curva undici, oltre 10 km/h nel confronto con Norris. Avendo pochi dati a disposizione, chiaramente la situazione potrebbe cambiare in qualifica: si tratta di un aspetto piuttosto rilevante, perché una velocità di uscita più bassa in quel tratto costringe a percorrere l’allungo successivo più lentamente, con una conseguente perdita di tempo.
La giornata di sabato, a partire dalle terze libere, dovrebbe vedere temperature più alte e condizioni differenti rispetto al venerdì, tanto che per la gara Pirelli si attende anche valori compresi tra i 45 e i 50 °C per l’asfalto. La qualifica, così come il lavoro svolto durante la nottata dopo lo studio dei dati ottenuti nelle simulazioni da parte dei team, aiuterà a delineare un quadro più veritiero di un venerdì di difficile lettura.
Be part of Motorsport community
Join the conversationShare Or Save This Story
Top Comments
Iscriviti ed effettua l'accesso a Motorsport.com con il tuo blocco delle pubblicità
Dalla Formula 1 alla MotoGP, raccontiamo direttamente dal paddock perché amiamo il nostro sport, proprio come voi. Per continuare a fornire il nostro giornalismo esperto, il nostro sito web utilizzala pubblicità. Tuttavia, vogliamo darvi l'opportunità di godere di un sito web privo di pubblicità e di continuare a utilizzare il vostro ad-blocker.