F1 | Haas torna a volare in top 10 con le ali scariche di Monza
Dopo aver chiuso fuori dai punti nelle ultime tre gare, su una pista amica la Haas è tornata a "volare" in zona punti con il pacchetto a basso carico di Monza, che ha contribuito a portare Kevin Magnussen in top 10. Tuttavia, c'è anche un po' di rammarico, perché senza alcuni episodi il bottino avrebbe potuto essere ancor più sostanzioso.
Oltre alla Ferrari e alla Williams, c’è un’altra squadra che è stata in grado di far funzionare la strategia a una sosta finendo in zona punti, ovvero la Haas. Anche se la classifica racconta solamente di un decimo posto finale di Kevin Magnussen, tra l’altro con meno di due decimi di vantaggio su Fernando Alonso, in realtà c’è molto di più nella gara della scuderia statunitense.
La penalità di dieci secondi inflitta a Kevin Magnussen, che si aggiunge alla sanzione di due punti sulla patente che lo costringeranno a saltare la prossima gara di Baku, ha fatto scivolare il danese indietro di una posizione, perché in pista, in realtà, era riuscito a centrare un bel nono posto dopo aver preso il via dalla tredicesima casella. Il rammarico è anche quello di non essere riusciti a trarre il massimo con Nico Hulkenberg, suo malgrado protagonista di una gara che si è spenta già nei primissimi giri.
Dopo essere stato portato fuori pista da Daniel Ricciardo prima dell’Ascari, sulla vettura del tedesco si è innescato l’antistallo che lo ha fatto scivolare dalla top ten al sedicesimo posto, anche alle spalle di Yuki Tsunoda, con cui è arrivato poi al contatto qualche passaggio più tardi danneggiando la macchina. Un incidente che ha compromesso ulteriormente una corsa già intaccata dagli episodi nel corso della prima tornata, lasciando il solo Magnussen nella condizione di poter centrare concretamente dei punti.
Kevin Magnussen, Haas VF-24, Pierre Gasly, Alpine A524
Foto di: Andy Hone / Motorsport Images
Uno degli aspetti più importanti nell’efficacia della Haas a Monza nei confronti delle scuderie rivali, tra cui Williams e Aston Martin, è stato soprattutto l’equilibrio tra le prestazioni nelle curve a media ed alta velocità, come le due Lesmo e la Parabolica, oltre alla velocità di punta sui rettilinei.
Per dare un’idea, in qualifica la VF-24 nei vari allunghi, soprattutto nella parte conclusiva dei rettilinei dove le altre squadre accusavano un po’ di derating, è arrivata a toccare i 10 km/h di margine sulla Aston Martin, per attestarsi invece sui 4-5 km/h sulla Williams. Numeri dovuti sia alla natura della vettura che al pacchetto a basso carico portato per Monza, che in realtà ricorda quello che la scuderia americana aveva già provato a Spa e che, però, non aveva dato i risultati sperati. In Belgio, pista su cui alla vigilia in realtà la Haas si sentiva molto forte, la VF-24 non ha mai trovato una buona finestra, tanto da passare poi a un’ala più carica per cercare un miglior equilibrio nel secondo settore, ma senza trovare le risposte sperate. In Italia, al contrario, la vettura ha trovato una finestra migliore, rivelandosi competitiva già dal venerdì, per poi trovare un buon equilibrio sia in qualifica che in gara.
Dall’altra parte, tuttavia, altrettanto fondamentale è stata la scelta di puntare su una sola sosta, quella che si è rivelata più efficace nel corso del fine settimana, come dimostra anche la vittoria della Ferrari su McLaren e proprio il nono posto della Williams contro l’Aston Martin. L’aspetto interessante è che se in casa Williams hanno scelto perfettamente il momento della sosta, con Albon che è rientrato in pista proprio davanti all’Alpine di Pierre Gasly, potendo così girare in aria pulita, Magnussen, che si trovava qualche posizione più indietro prima del pit stop, è rientrato proprio alle spalle del francese, impiegando qualche gir per sopravanzarlo.
Passaggi che avrebbero potuto compromettere la durata della gomma, perché si è visto quanto finire in aria sporca potesse essere dannoso per le coperture e per il rischio di innescare il graining all’anteriore dovuto anche al sottosterzo, ma la VF-24 ha gestito estremamente bene gli pneumatici. Dopo una prima fase iniziale proprio alle spalle di Gasly, che ha poi portato anche alla penalità di dieci secondi, il danese è riuscito a scavalcare il pilota dell’Alpine, mettendosi alla caccia di Albon, distante pochissimi secondi.
Kevin Magnussen, Haas VF-24
Foto di: Sam Bagnall / Motorsport Images
Osservando i tempi sul giro, si può osservare come anche dopo il sorpasso il ritmo di Magnussen sia stato estremamente competitivo, consentendogli subito di allungare sul pilota della Williams dopo il sorpasso. Altro aspetto altrettanto fondamentale è stato il tempo perso nei sorpassi subiti da parte di coloro che si trovavano sulle due soste, come Sergio Perez e George Russell: mentre Albon a tratti ha perso anche un secondo al giro, il danese è stato molto più costante nei tempi, tanto che sul finale, di nuovo in aria pulita, ha mostrato un ritmo superiore di 3/4 decimi alla Williams.
Una dimostrazione di quanto, ancora una volta, Haas si sia rivelata efficacia nella gestione gomma, in quanto da una parte effettivamente il vantaggio in termini di velocità di punta ha fatto la differenza, ma dall’altra va anche rimarcato quanto una buona cura degli pneumatici abbia permesso di essere molto più consistenti nelle curve a media e alta velocità, dove la VF-24 ha già dimostrato di essere competitiva.
Da una parte, quindi, rimane la soddisfazione per una Haas che si è dimostrata estremamente efficace su un circuito dove pensava e sperare di poter far bene, tanto da imporsi come prima forza tra le squadre di centro gruppo, mentre dall’altra c’è un po’ il rammarico di aver raccolto solamente un punto dopo aver scontato la sanzione con Magnussen.
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