F1 | Ferrari con un buon equilibrio, Red Bull gioca su PU e DRS
Le libere hanno visto un gran equilibrio nella parte alta della classifica, ma dal venerdì di Baku ci sono diversi aspetti da approfondire, a partire dal fatto che Red Bull ha girato con mappature molto conservative, specie con Verstappen. McLaren sembra più competitiva di ciò che raccontano i tempi, mentre Ferrari ha mostrato un buon equilibrio.
Tre piloti e tre team racchiusi in soli 66 millesimi. La prima giornata di libere a Baku vede diverse squadre in forma e con legittime ambizioni per il fine settimana, con Charles Leclerc e la Ferrari fiduciosi di poter proseguire sulla buona strada osservata al venerdì.
Su un tracciato ancora molto sporco e scivoloso, tanto da essere sensibilmente più lento addirittura dei tempi della FP1 dello scorso anno, i piloti hanno faticato a trovare il limite e nessuno è riuscito a mettere insieme il giro perfetto. Indubbiamente, questo discorso assume un significato ancora più ampio su un circuito come quello di Baku, dove tra muretti e staccate violente, anche un pizzico di fiducia in più può fare davvero la differenza.
In queste condizioni, è difficile definire il quadro generale delle gerarchie, anche perché diversi elementi potranno giocare un ruolo chiave domani, come la preparazione degli pneumatici nel giro di qualifica, il miglioramento delle condizioni della pista ed eventuali episodi che potrebbero rimescolare la griglia di partenza. Tuttavia, in questo quadro di incertezza, dove anche il passo gara è stato spesso alterato dal gioco delle scie, in realtà dalla prima giornata di libere sono emersi degli aspetti da approfondire.
Lando Norris, McLaren MCL38, Charles Leclerc, Ferrari SF-24
Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images
Ferrari tra le più complete del venerdì, ma attenzione al tempo
Tradizionalmente, Charles Leclerc è sempre uno di quei piloti da tenere d’occhio a Baku, la pista dove conquistò i suoi primi punti in Formula 1. Non sorprende quindi che, nonostante abbia potuto girare con minor costanza rispetto ai suoi rivali a causa di un incidente in FP1 e un problema in FP2, abbia il miglior tempo di giornata.
Nel complesso, osservando il comportamento della vettura durante la giornata, si potrebbe dire che la SF-24 è sembrata quella con il bilanciamento migliore e più semplice da guidare, soprattutto nei tratti a media-bassa velocità del secondo settore dove ci sono tante curve a 90°C. È proprio in tratti come curva 4, 5-6, 7 e 8 che il monegasco ha trovato la maggior parte del tempo che gli ha poi permesso di chiudere in testa la giornata. Al contrario, gli avversari, specie McLaren e Mercedes, hanno mostrato una vettura a tratti più scomposta e difficile da prevedere, recuperando gran parte del vantaggio in uscita dalla zona del castello verso la staccata di curva 15. Inoltre, nel corso del campionato il Cavallino ha fatto vedere di avere una vettura competitiva in fase di frenata.
Nel complesso, la SF-24 ha spesso mostrato buone indicazioni nelle curve lente ma secche, perché il problema di inizio stagione lo si notava soprattutto in quella tipologia di curve sì a bassa percorrenza, ma anche prolungate dove occorreva un buon anteriore. Da questo punto di vista, la Rossa ha compiuto dei passi in avanti con le novità portate durante la stagione. A ciò si aggiunge anche una certa efficacia sui lunghi rettilinei che caratterizzano Baku: con la sua ala a medio-basso carico, la Rossa è stata la più consistente sugli allunghi assieme alla Mercedes. Per dare un’idea, prima dell’apertura del DRS il gap su Perez era di circa 3-4 km/h sul rettilineo principale, per poi ampliarsi con Verstappen, che ha siglato il suo miglior tempo con mappature ancor più conservative.
Tuttavia, c’è un aspetto molto interessante da sottolineare della prestazione di Leclerc. Indubbiamente, il monegasco ha ottenuto il suo miglior tempo in un momento successivo a quello dei rivali, quando la pista era in migliori condizioni ma, dall’altra parte, aveva anche un discreto quantitativo di carburante a bordo, dato che ha poi proseguito per diversi giri tornando sulla media ma senza effettuare un rabbocco.
Confronto telemetrico Leclerc-Hamilton FP2 Baku
Foto di: Gianluca D'Alessandro
Di certo è una Ferrari che dovrà prestare attenzione all’evoluzione della pista, dato che in passato più volte è rimasta scottata da questo tema. Non è un caso che Carlos Sainz abbia sottolineato come nel resto del weekend tutti i piloti di testa saranno vicini, ma anche che il risultato dipenderà dai dettagli: su un tracciato dove la gomma tende a raffreddarsi sui lunghi rettilinei ma anche a scaldarsi nelle aree di trazione, sarà fondamentale riuscire a trovare il giusto equilibrio nell’intero arco del giro.
Red Bull gioca con la Power Unit, mentre si rivede l’effetto DRS
Dopo la delusione di Monza, Red Bull era probabilmente il team su cui volgevano le maggiori attenzioni. La squadra di Milton Keynes si è presentata a Baku con un diffusore rivisto nella parte terminale, con un primo step in attesa che arrivino altri aggiornamenti dopo la sosta di tre settimane post-Singapore.
La notizia migliore per Red Bull è che i piloti hanno chiuso la prima giornata di libere con l’abbozzo di un sorriso, per quello che è stato probabilmente il miglior venerdì da diverso tempo a questa parte. Anche lo stesso Verstappen ha sottolineato come, nel caso si riuscisse a effettuare un altro passo in avanti sul piano del bilanciamento, allora vi sarebbe l’opportunità di essere competitivi per tutto il weekend. Forse l’ultimo venerdì così convincente era stato quello di Spa, su una pista però molto diversa.
Baku non mette in mostra i punti di forza assoluti della RB20, ma ha il pregio di avere curve molto simili tra loro, con numerosi tratti composti da curve a media-bassa percorrenza a 90°C. Questo agevola la ricerca del bilanciamento, soprattutto per un team come Red Bull che, ultimamente, ha faticato proprio su questo fronte. Rimane del sottosterzo, che rappresenta la sfida che i tecnici dovranno cercare di mitigare prima delle qualifiche.
Confronto telemetrico Leclerc-Verstappen FP2 Baku
Foto di: Gianluca D'Alessandro
Tuttavia, nella giornata che ha riconsegnato un Sergio Perez rinvigorito dall’aria del Mar Caspio e da una pista dove in passato è sempre stato competitivo, l’aspetto più interessante da notare è la differenza di mappature che si è notata non solo rispetto ad altri team, ma anche nella stessa squadra. Nel corso del suo miglio giro, il messicano ha accusato circa 3/4 km/h di differenza rispetto a Ferrari e Mercedes sulla maggior parte dell’allungo finale, con una differenza che si è colmata solo nel momento in cui si è aperto il DRS. Una dimostrazione di quanto, almeno da quanto si è visto al venerdì, l’ala mobile della scuderia di Milton Keynes può rivelarsi uno strumento importante, specie tenendo a mente che per il 2024 la zona DRS è stata allungata di 100 metri e che la RB20 viaggia più carica dei rivali.
Differenze che, però, si ampliano se il metro di paragone è Max Verstappen. Andando ad osservare i suoi riferimenti, in realtà l’olandese ha dimostrato una buona competitività sul giro, soprattutto nella zona del castello, dove è stato tra i più rapidi, tanto che avrebbe potuto chiudere con il miglior crono di giornata. Tuttavia, il deficit sui rettilinei si è fatto sentire in maniera importante, non solo sul rettilineo di partenza, dove è arrivato a toccare anche un gap di 10 km/h dalla Ferrari, ma anche sull’allungo fino alla staccata di curva 15. Anche in questo caso, però, nelle zone in cui è possibile utilizzare il DRS il delta di velocità si riduce notevolmente. Red Bull ha la tendenza ad usare mappature più conservative nel corso della prima giornata, ma l’aspetto cruciale è soprattutto che i piloti abbiano trovato già dal venerdì un comportamento più prevedibile dalla vettura.
Mercedes molto rapida sui rettilinei, McLaren è l’incognita
Con Ferrari e Red Bull, nella prima giornata si è inserita anche la Mercedes che, senza ombra di dubbio, ha fatto della velocità di punta sui rettilinei la sua miglior arma a Baku. Un dato che, però, non emerge come una vera e propria sorpresa, dato che in più occasioni nel corso di questa stagione la W15 ha ben figurato in termini di velocità massime già al venerdì, con mappature un pochino più spinte dei rivali.
Dall’altra parte, però, la W15 è sembrata anche una vettura più al limite da guidare, una sensazione che si era avuta anche in Olanda e a Monza. Ciò si è visto soprattutto nel cambio di direzione tra curva 5 e 6 dove Hamilton è stato protagonista di un grosso sovrasterzo perdendo il posteriore della vettura: questo comportamento si è osservato anche in altre parti del giro. Molto più complessa è stata la sessione di George Russell, dato che non solo ha saltato parte delle libere per dei problemi lato PU, ma anche per le difficoltà nel portare le gomme nella finestra di funzionamento ideale, aspetto su cui la W15 è ancora un po’ carente non avendo una finestra ampia. Hamilton e Russell hanno però provato la hard durante i long run, tra l’altro nella giornata in cui Mercedes ha fatto un passo indietro sul fondo abbandonando la specifica introdotta a Spa.
Lewis Hamilton, Mercedes F1 W15
Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images
Molto più strana è stata la giornata della McLaren che, in realtà, non è sembrata così competitiva come in altri appuntamenti in termini assoluti. Indubbiamente sul tempo di Norris ci sono delle attenuanti, come il traffico per il problema tecnico accusato da Pierre Gasly: senza quell’episodio, che effettivamente è costato diverso tempo, il pilota della McLaren sarebbe stato in lotta per il miglior tempo, il che avrebbe realisticamente portato a ben 4 vetture di quattro diversi team in circa un decimo.
Non è un caso che il suo miglior crono non sia sulla soft, bensì sulla media: infatti, anche nel secondo giro lanciato sulla mescola più tenera, Norris ha commesso una sbavatura in uscita da curva due e alla chicane sei-sette, perdendo diverso tempo. Molto più anonimo il giro di Oscar Piastri, il quale però è stato autore di un long run interessante sulla media, quantomeno prima che incontrasse del traffico nella parte conclusiva del run. È chiaro, però, che in questa prima giornata si sono viste quattro vetture racchiuse potenzialmente in pochi centesimi e, come detto da Carlos Sainz, i dettagli potrebbero fare davvero la differenza.
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