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Formula 1 GP d'Austria

F1 | Dati: la sfida per la pole esalta gli stili di Verstappen e Leclerc

A dividere Verstappen e Leclerc al termine delle qualifiche sono stati solo 48 millesimi, con i due piloti che hanno dato vita a una bella lotta che si è risolta solamente all'ultima curva a favore dell'olandese. Una sfida in cui a emergere non sono state tanto le qualità delle rispettive vetture, bensì i differenti stili di guida dei due piloti, per certi versi quasi all'opposto. Osserviamo cosa raccontano i dati.

Max Verstappen, Red Bull Racing, e Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

Quarta pole position consecutiva stagionale per arrivare alla quinta vittoria in Austria. Anche a Spielberg Max Verstappen ha messo il suo sigillo sulla qualifica, allungando una striscia positiva che lo vede chiudere davanti a tutti dalla tappa di Monaco. Il copione andato in scena è quello già visto in altre occasioni, con l’olandese rapido sin dai primi istanti del weekend, nonostante in questo caso si fosse aggiunta l’incognita del format della sprint, dove il riuscire a trovare rapidamente il feeling con la vettura assumere una rilevanza ancor più centrale.

Una sensazione di fiducia nella monoposto che sembrano aver ritrovato anche gli alfieri della Ferrari, i quali hanno chiuso la prima giornata in pista guadando al bicchiere mezzo pieno. Da una parte c’è la soddisfazione per una buona prestazione che ha permesso di concludere al secondo e al terzo posto, mentre dall’altra c’è un pizzico di rammarico per aver mancato la pole position di soli 48 millesimi. Un concetto ben riassunto da chi quella prima posizione l’ha sfiorata, Charles Leclerc, il quale dopo le qualifiche ha spiegato che “non sono mai felice di concludere secondo, ma dobbiamo essere realisti”.

Tuttavia, non è un mistero che nel box della Rossa ci abbiano creduto intensamente, soprattutto dopo aver visto Leclerc davanti di dieci millesimi al secondo rilevamento cronometrico dell’ultimo tentativo. Il tutto nel weekend in cui la Scuderia si è presentata ai nastri di partenza con una nuova ala anteriore e un fondo rivisto in molti dei suoi aspetti. Un pacchetto che ha l’obiettivo di garantire una piattaforma aerodinamica più stabile e prevedibile per i piloti, allargando la finestra di funzionamento nella speranza di poter raggiungere maggior costanza sulla lunga distanza, tallone d’Achille della SF-23. Non è un caso che il Team Principal Fred Vasseur abbia voluto dedicare la prima fila a tutti coloro che in fabbrica hanno spinto per anticipare gli aggiornamenti da Budapest all’Austria.

L'uomo della pole Max Verstappen, Red Bull Racing

L'uomo della pole Max Verstappen, Red Bull Racing

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Al di là dei sorrisi all’interno dei garage per una performance che infonde fiducia, la competitività in qualifica non è giunta del tutto come una sorpresa: la monoposto italiana ha spesso fatto della prestazione sul giro secco un punto di forza, in questo caso coadiuvata anche dalla gomma nuova e dalle temperature sensibilmente più fresche rispetto alla FP1, sotto i 40 °C. La vera sfida sarà quella di ripetersi in gara, terreno di caccia per gli avversari, ma senza dimenticare che la Rossa è ancora nella fase di apprendimento delle novità introdotte.

Tornando alle qualifiche, la sfida per la pole è stata viva, accesa e in dubbio fino al traguardo. In questo caso, però, ad emergere non sono state tanto le qualità delle vetture, bensì le differenze in termini di stile di guida dei due piloti, per certi versi quasi all'opposto.

Uno degli aspetti emersi sin dalla prima sessione di prove libere è stata la mancanza di feeling del monegasco con curva uno, uno dei tratti più insidiosi del tracciato. Difficoltà che, seppur con un impatto significativamente minore, si sono in parte ripresentate anche nel pomeriggio, soprattutto nel momento del ritorno sul gas, una della caratteristiche distintive della guida di Leclerc. Infatti, osservando i riferimenti telemetrici traspare come il Ferrarista abbia tentato di anticipare il ritorno sull'acceleratore, perdendo però un breve istante l’asse posteriore in percorrenza, elemento che ha avuto un impatto negativo sul cronometro. Al di là del tempo perso, è comunque utile sottolineare come il monegasco abbia sfruttato la Q1 e la Q2 per perfezionare questo tratto, migliorando rispetto alle prove libere.

Potendo contare anche su velocità di punta molto simili, il gap tra i due alla fine del primo settore è rimasto sostanzialmente in linea, con un piccolo vantaggio a favore del due volte campione del mondo in carica. Più interessanti dal punto di vista dell’analisi sono stati il secondo e il terzo intertempo, quelli più guidati in cui risaltano le qualità delle vetture e determinate caratteristiche dei piloti.

Confronto Qualifiche GP d'Austria Verstappen - Leclerc

Confronto Qualifiche GP d'Austria Verstappen - Leclerc

Photo by: Gianluca D'Alessandro

In curva 4, ad esempio, si possono apprezzare due approcci molto differenti: mentre Leclerc ha anticipato la frenata riuscendo così a mantenere una linea più stretta sul cordolo interno, al contrario Verstappen ha optato per una impostazione più aggressiva, il che lo ha però portato ad accusare un lieve sottosterzo. Ciò ha permesso al Ferrarista di guadagnare in percorrenza e in uscita, recuperando quanto perso in inserimento.

Ma è da curva sei in poi che emergono le principali differenze tra i due contendenti, che rispecchiano anche impostazioni completamente all’opposto. Uno degli elementi caratteristici dello stile di guida del monegasco è quello di provare a mantenere aperto l’acceleratore anche a centro curva, seppur ciò chiaramente richieda un approccio ben più deciso in fase di frenata in inserimento. Si tratta di un aspetto che emerge osservando i dati, in cui si può notare un calo della velocità più marcato per il Ferrarista, mentre nel caso dell’olandese la linea è più morbida, proprio per la sua scelta di lasciar scorrere la monoposto in inserimento applicando una pressione minore sul freno. Due stili differenti ormai divenuti un marchio di fabbrica, in cui uno predilige una frenata decisa per poi gestire l’acceleratore a centro curva, mentre l’altro privilegia la fase di inserimento e la prima percorrenza.

Discorso che si può accostare anche per la rapida chicane sette-otto, a cui va aggiunto un ulteriore elemento, quella della posizione in ingresso. Nel caso di Verstappen, l’impostazione è quasi al limite della linea bianca esterna, in modo da sfruttare ogni singolo centimetro a disposizione, mentre Leclerc si mantiene più verso il centro della carreggiata, toccando brevemente anche il freno per garantirsi quel calo di velocità nella prima fase della curva che gli permetterà di mantenere parzializzato l’acceleratore.

Confronto Acceleratore Qualifiche GP d'Austria Verstappen - Leclerc

Confronto Acceleratore Qualifiche GP d'Austria Verstappen - Leclerc

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Con un primo e un secondo settore quasi in linea dal punto di vista cronometrico, il terzo intertempo ha assunto un ruolo decisivo nella lotta per la pole position. Secondo diversi piloti, il complesso della nove e la dieci rappresenta il tratto più insidioso della pista: una zona in discesa in cui si deve portare tanta velocità in percorrenza, senza però eccedere i limiti del tracciato, aspetto nella prima giornata di prove ha portato alla cancellazione di ben 33 tempi.

La prima è una curva che va affrontata a circa 250 km/h, dove alcuni piloti, come Leclerc, tendono a giocare con l’acceleratore per far leggermente scivolare il posteriore e aiutare la fase di rotazione. In questo caso, il monegasco in effetti è stato in grado di mantenere velocità minime estremamente elevate, anche se ciò si è ripercosso in uscita, perché il monegasco è finito sulla zona più esterna del cordolo, probabilmente andando a toccare con il fondo. Inoltre, bisogna tenere a mente che in quella zona le coperture arrivano già al limite in termini di temperature, motivo per il quale difficile trovare il grip necessario per recuperare.

Ciò ha pesato sull’inserimento dell’ultima curva, tutt’altro che ideale, dove ha accusato del sottosterzo che lo ha costretto ad alzare il piede in uscita parzializzando al 70% mentre Verstappen era già a gas spalancato. Infatti, nonostante avesse dovuto correggere un accenno di sovrasterzo, il portacolori della Red Bull aveva mantenuto una linea più interna in uscita dalla nove, potendo così impostare l’ultima curva senza accusare alcun accenno di sottosterzo in percorrenza.

 

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