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Formula 1 GP d'Austria

F1 | Ferrari comincia a crederci, Verstappen deve metterci del suo

Max ha conquistato la sesta pole position stagionale, ma il campione del mondo ha dovuto tirare fuori tutto quello che aveva per tenere a bada Leclerc. Il monegasco si è ringalluzzito dopo aver visto che la SF-23 sta crescendo grazie alle ultime novità tecniche che sembrano funzionare e dietro di lui ci sia un Sainz molto concreto. La Scuderia gioca due punte in casa della Red Bull perché prosegue la crisi di Sergio Perez: il messicano si vede cancellare tre tempi per i track limit e conclude 15esimo.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

La conferma è, ovviamente, Max Verstappen. La sesta pole stagionale del leader del mondiale è però arrivata al termine di un pomeriggio diverso rispetto alle previsioni. Nelle prove libere Verstappen si era concesso il lusso di mettere due decimi e mezzo tra sé e il primo degli inseguitori (Carlos Sainz) ed il tutto senza montare gomme soft.

Una prova di forza che ha fatto prevedere il solito copione, ovvero una cavalcata solitaria senza affanni per assicurarsi l’ennesima pole position. Alla fine la pole è effettivamente arrivata, ma Max ha dovuto dare tutto (cosa che a lui non dispiace affatto) riuscendo a prevalere su Leclerc per soli 48 millesimi.

Rispetto al mattino le temperature sul Red Bull Ring sono calate, e le RB19 sono sembrate meno brillanti con l’asfalto calato da 50 a 38 gradi. Ma c’è anche un altro aspetto, emerso dopo le qualifiche. Verstappen in FP1 si è concesso nel finale qualche giro con un plus di potenza, proprio per compensare il grip in meno garantito dalle gomme medie rispetto alle soft. In pole c’è comunque lui, ma le due Ferrari sono state protagoniste, riuscendo a pungere la Red Bull numero 1 in modo più consistente del previsto.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, festeggia la pole position.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, festeggia la pole position.

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Nel box della Scuderia alla fine ci hanno creduto. Dopo aver iniziato in Q1 con un gap nel primo settore, Leclerc ha messo tutto a fuoco in tempo utile per arrivare a giocarsi la pole, e per un attimo ci ha creduto anche lui.

Nell’ultimo giro Charles ha accusato un ritardo da Verstappen nel primo settore di 36 millesimi, ma nel secondo settore ha stampato un crono velocissimo (rimasto il migliore in assoluto) ed è sfilato con 10 millesimi di vantaggio prima dell’ultimo tratto. Qui Max si è preso un rischio neanche tanto calcolato, andando a sfidare il nemico di giornata (la penalità per track limit) e riuscendo a centrare l’obiettivo. “Ho lasciato davvero poco margine – ha commentato Verstappen - ma il giro alla fine è andato bene”.

Charles Leclerc di. nuovo sorridente: la Ferrari SF-23 ora sembra funzionare

Charles Leclerc di. nuovo sorridente: la Ferrari SF-23 ora sembra funzionare

Photo by: Steven Tee / Motorsport Images

La delusione nel box della Ferrari è durata qualche attimo, poi è prevalsa la logica, ovvero la soddisfazione per un risultato complessivamente positivo che pone una buona base in vista dei 71 giri in programma domenica.

Il più soddisfatto è stato visivamente Leclerc, che sia in Q1 che in Q2 si è ritrovato alle spalle di Sainz per poi piazzare la zampata nel momento in cui serviva farlo. Nel secondo turno Charles ha deciso di non utilizzare un secondo set di soft, e questo gli garantirà la possibilità di avere un treno nuovo nella Q3 di domani, un lusso che Sainz, (insieme ad Alonso ed Hamilton) non si potranno concedere.

“La cosa più importante è vedere che miglioriamo”, ha commentato Leclerc, rimandando poi all’esito della gara per un giudizio più completo sulla bontà della SF-21 rivisitata. L’esame, quello vero, sarà sui long-run.

Uno dei casi del giorno è stato ancora Sergio Perez, clamorosamente fuori dalla Q3 per la quarta volta consecutiva. Oggi a condannarlo è stata la trappola del track limit nell’ultimo giro della Q2, quando l’allarme era già suonato. Non era realisticamente necessario prendersi dei rischi visto che gli erano già stati cancellati due tempi, ma il messicano è incappato per l’errore una terza volta. “Avrebbe potuto essere quattro decimi più lento e avrebbe comunque passato il turno – ha commentato Horner dopo le qualifiche – è frustrante sapere che avrebbe potuto essere lì davanti ed invece partirà quindicesimo”.

C’è un caso Perez, ormai è chiaro, se non appare nella dimensione che meriterebbe è solo perché in casa la Red Bull ci sono altri motivi per festeggiare.

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