Formula SAE | UniNa a podio nel driverless con un progetto particolare
Una delle classi che è cresciuta maggiormente nella Formula SAE è quella della guida autonoma, dove le vetture si sfidano senza pilota. Anche nell'edizione 2024 a Varano, l'università di Napoli ha centrato il podio di categoria, confermando l'impegno e le abilità degli studenti con un progetto che si differenza da altri sotto alcuni aspetti.
La categoria driverless è quella forse si è visto lo sviluppo maggiore nel corso degli ultimi anni in Formula SAE, soprattutto perché si tratta di un terreno relativamente recente dove vi è un importante margine di crescita. Da un certo punto di vista, rappresenta anche un lavoro pioneristico, perché mentre il mondo dell’automotive è concentrato soprattutto sulla transizione elettrica, nelle università si sta continuando a sviluppare questa tecnologia.
È proprio anche per questo motivo che alcune aziende del settore vengono alle competizioni di Formula SAE, tra cui quella italiana che si è svolta a Varano durante lo scorso fine settimana e che ha visto anche un numero crescente di squadre partecipare proprio alla classe relativa alla guida autonoma. A imporsi sono state Praga e Tallinn, tra i team più rapidi e consistenti a livello europeo, grazie anche a investimenti piuttosto importanti a livello di budget. Inoltre, Praga è stata l’unica squadra a completare il trackdrive sotto la pioggia battente della domenica, il che le ha garantito un boost in termini di punti importante.
Tuttavia, anche le università italiane hanno ben figurato a Varano, tra il team UniNa Corse dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che è salita nuovamente sul podio della categoria driverless dopo che si era imposta lo scorso anno. Quest’anno, con il fatto che la competizione è stata spostata a settembre, anche altri team europei hanno preso all’evento, rendendolo ancora più competitivo.
Formula SAE 2024
Foto di: UniNa Corse - Squadra corse Federico I
Tuttavia, rispetto alle prime due classificate, UniNa ha optato per un progetto differente, puntando su una vettura sì a guida autonoma, ma basata su un prototipo a combustione. Avendo già esperienza con un veicolo spinto da un motore termico, i ragazzi e le ragazze dell’università di Napoli si sono imbarcati in questa nuova avventura partendo da una base già conosciuta, anche se tutta la parte della sensoristica, quella più complessa in un progetto di questo tipo, è partita da un foglio bianco. Parallelamente, UniNa sta lavorando anche su un prototipo elettrico.
Anche altre università italiane sono partite da una base simile ma, per ora, quella di Napoli è quella che ha ottenuto i risultati migliori a livello complessivo nelle varie prove, centrando così il podio per il terzo anno consecutivo nella classifica finale. Inoltre, ha centrato il terzo posto per il miglior design, a cui si aggiunge un secondo posto negli eventi dinamici di Skidpad e Autocross. Si tratta di un progetto interessante, perché secondo Raffaele Fregonese, Direttore della Formula SAE Italy, progettare un’auto driverless con una base a combustione aggiunge ulteriori sfide in fase di progettazione per gli studenti rispetto a una vettura elettrica. Indubbiamente, la parte della sensoristica occupa un ruolo di primo piano, soprattutto in termini di scrittura del codice, ma il dover gestire il cambio marcia "insegnando" alla vettura come comportarsi in certe situazioni, aggiunge una sfida interessante che può trovare applicazioni anche nel mondo automotive.
“L’ingresso delle vetture driverless è iniziato qualche anno fa e la prima impressione è che la guida autonoma si sposi meglio alla vetture elettriche. Ciò consente una capacità di controllo del sistema di attuazione, quindi della coppia, più semplice. Se il pedale è già un potenziometro, si può semplicemente, con il sistema dell’intelligenza a monte, collegare quel segnale, indicando alla vettura quanto accelerare”, ha spiegato Fregonese.
Formula SAE 2024
Foto di: UniNa Corse - Squadra corse Federico I
“Ha stupito anche noi all’inizio che vi fossero alcune vetture a combustione driverless piuttosto che elettriche. Alcune squadre che si sono dedicate al driverless riutilizzano le vetture del team esistente l’anno prima, per cui in qualche caso era più facile per loro avere a disposizione una vettura già pronta piuttosto che crearne una nuova. Ad ogni modo, il grosso del lavoro sulla parte driverless è quello legato alla sensoristica".
"Però è vero che aggiungere l’attuazione del cambio, anche se già molte squadre hanno il cambio attuato con il sistema pneumatico, aggiunge a sua volta il dover controllare la frizione e il coordinamento frizione-acceleratore, quello che generalmente fa il pilota anche quando deve partire non con la massima coppia”.
Partecipare a una competizione come quella della Formula Student non riguarda solo la costruzione di una vettura, ma permette ai ragazzi di ottenere competenze trasversali, che vanno dal lavoro di squadra ad abilità gestionali, aspetti utili anche sul fronte lavorativo una volta conclusa l’università. Un plauso va agli studenti del team corse dell’Università di Napoli per il progetto e per il podio conquistato in una classe così complessa.
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