F1 | Verstappen: "Controllo la pressione, mi esalto in macchina"
L'olandese in un podcast della Red Bull si racconta: “Mi piace ciò che faccio, ma non voglio esaltarmi così come mettermi pressione. Non mi faccio troppe domande, mi fido totalmente delle persone con cui lavoro ed il mio approccio è quello di seguire l’onda, senza complicarmi la vita". Max ammette che "...bisogna essere costanti durante la stagione non puoi permetterti pause". Ha imparato a giocare a paddle ed è l'unica distrazione che si concede al di fuori della F1.
![Max Verstappen, Red Bull Racing, 1° posizione](https://cdn-2.motorsport.com/images/amp/68ygMpx0/s1000/max-verstappen-red-bull-racing.jpg)
Siamo alla vigilia del terzo titolo mondiale di Max Verstappen e, per l’occasione, scatteranno i tentativi di collocarlo nell’albero genealogico dei grandi campioni del passato. Affinità e similitudini che in realtà non ci sono, semplicemente perché Verstappen assomiglia a nessun altro che non sia sé stesso. A dirlo è la sua storia, dagli esordi fino ad oggi, un percorso cadenzato da tappe che lo hanno portato ad un livello di maturazione incredibile se rapportato all’età anagrafica.
Nei suoi primi anni in Formula 1 Verstappen era spesso attaccato per la sua tendenza a superare il limite, al punto che fino alla prima metà della stagione 2018 i detrattori lo battezzarono ‘Versbatten’, e in più di un’occasione Max ha replicato stizzito a chi glielo faceva notare.
Poi la faccenda è sfumata, e la pista ha iniziato a dire altro, ovvero che Verstappen oggi è il pilota che sbaglia di meno in assoluto. Il Max trita-mondiali non commette più errori, e trasmette un’immagine di solidità così forte da non far trasparire emozioni.
Un aspetto criticato da qualche media che vorrebbe raccontare un pilota più aperto e coinvolgente, ma in realtà non c’è alcuna maschera. Verstappen è così, sale sul podio di Zandvoort davanti alla marea ‘orange’ come se fosse la cosa più normale al mondo, anche i sorrisi sono centellinati, ma l’altra faccia della medaglia è la capacità di non farsi condizionare da pressione ed altri fattori esterni.
Ne ha parlato lo stesso Max in un podcast della Red Bull. “Mi piace ciò che faccio – ha commentato - ma non voglio esaltarmi così come mettermi pressione. Non mi faccio troppe domande, mi fido totalmente delle persone con cui lavoro ed il mio approccio è quello di seguire l’onda, senza complicarmi la vita".
"È un metodo che per quanto mi riguarda funziona perfettamente. In passato ho avuto parecchie discussioni con mio padre a riguardo, lui mi vedeva sempre troppo rilassato e voleva che fossi più focalizzato sulle cose. Credo di aver imparato molto dalle conversazioni avute con lui, ma posso dire che oggi sono più o meno lo stesso, così come mio padre è sempre stressato prima di un Gran Premio. Io mi esalto davvero solo quando entro in macchina, per il resto non mi stresso pensando a cosa accadrà tra due settimane, me ne occuperò quando sarà il momento, pensare troppo nel mio caso non funziona”.
Verstappen ha alzato molto l’asticella, da ormai due anni sta guidando in simbiosi con la monoposto, garantendo alla squadra un rendimento stellare nel rapporto tra performance, errori e risultati. Alcuni piloti in passato hanno descritto la gioia dei loro massimi successi abbinandoci anche la successiva paura di deludere le attese, ma non Max.
“Non ci penso – ha spiegato– mi sto godendo il momento e francamente non ho paura di perdere. Odio quando succede, ma so bene che fa parte del gioco, nel corso degli anni ho attraversato fasi in cui non sono riuscito a vincere, e questo alla fine mi permette oggi di godermi la posizione in cui sono, almeno fino a quando durerà. So bene su cosa devo lavorare, ho la mia routine, lavoro con gli ingegneri in pista e in sede, ho fiducia nel team che opera intorno a me. E sono convinto che se passassi più tempo in pista non aiuterebbe a migliorare le mie prestazioni”.
Una delle doti di Verstappen, sottolineata in più occasioni dai suoi compagni di squadra, è quella di mantenere il massimo delle sue potenzialità per lunghi periodi di tempo, un pregio molto importante nella Formula 1 attuale, caratterizzata da un calendario molto lungo ed intenso.
“Bisogna essere costanti durante la stagione – ha confermato Max – non puoi permetterti pause. Quando sono arrivato in Formula 1 ero molto giovane, avevo un gap d’esperienza che mi ha portato a commettere degli errori, ma credo siano passaggi importanti per diventare un pilota migliore, penso sia un processo continuo, si continua a migliorare probabilmente fino a quando non smetterai di correre. L’importante è non commettere lo stesso errore due volte”.
![Max Verstappen, Red Bull Racing RB19](http://cdn-9.motorsport.com/images/mgl/2y3XRWe6/s1000/max-verstappen-red-bull-racing-1.jpg)
Max Verstappen, Red Bull Racing RB19
Photo by: Mark Sutton
Recentemente Max ha anche iniziato a giocare a paddle, una novità assoluta per il suo stile di vita. “Posso dire che è probabilmente l'unico tipo di hobby che oggi posso avere al di fuori degli aspetti legati alle corse – ha confermato - ovviamente seguo il mio programma di allenamento per tutta la stagione, ma con la frequenza dei viaggi non è semplice".
"Mi piace anche avere tempo per me, la Formula 1 è ovviamente una parte importante della mia vita, ma non è tutto, e non ho bisogno di pensarci costantemente per poter arrivare in pista e far bene ciò che mi è chiesto di fare. So quando ‘riaccendermi’ e come farlo, ma sono cosciente che ciò che va bene per me magari non funzionerà per qualcun altro, e alla fine credo sia anche il bello dello sport e della vita in generale”.
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