F1 | Stella: "Le forme della MCL60 cambieranno in modo evidente"
Il Team Principal della squadra di Woking ha spiegato le novità che si celano dietro il pacchetto di Baku, a partire dal nuovo fondo che ha portato un incremento di carico aerodinamico complessivo. Gli aggiornamenti proseguiranno nel prossimi appuntamenti e Stella ha anticipato che le forme della MCL60 cambieranno in maniera evidente.
Dopo aver ben figurato a Baku in quello che si è rivelato un weekend molto positivo, il fine settimana di Miami è sembrato un passo indietro per la McLaren, lontanissima dalla zona punti e quasi sempre in fondo al gruppo. Le caratteristiche del tracciato statunitense non hanno giovato a quelle della MCL60 aggiornata, che ancora soffre le alte temperature e determinate tipologie di curve, in particolare quando non può girare con un livello di carico aerodinamico superiore a quello dei rivali.
Nonostante il passaggio alle norme di progettazione a effetto suolo per il 2022, la MCL36 della scorsa stagione era ancora afflitta dalla stessa imprevedibilità di guida a centro curva già registrata nel 2021. Lando Norris ha sollevato la stessa lamentela nei confronti dell'attuale MCL60, mentre il team boss Andrea Stella ha spiegato che la vettura è più debole in condizioni di bassa aderenza e quando i piloti non usano l'acceleratore e i freni.
Negli scorsi appuntamenti, per compensare le mancanze della vettura generalmente il team optava per girare con ali molto cariche, anche se ciò andavano a penalizzare le velocità di punta. Questo espediente ha aiutato su tracciato particolari come quelli di Melbourne e Baku, ma non su altre piste, dove sono emersi gli attuali limiti della monoposto.
Oscar Piastri, McLaren MCL60
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
Per tentare di aumentare il carico aerodinamico e raggiungere gli obiettivi mancati per la pausa invernale, la squadra di Woking ha iniziato un importante percorso di sviluppo, che a Baku si è concretizzato con l’arrivo di un nuovo fondo, che porta interessanti novità anche nella parte inferiore, quella nascosta agli occhi del pubblico.
“La parte più visibile è la parte inferiore del fondo. Ma in realtà, in questa generazione di auto, molto di ciò che contribuisce alle prestazioni è ciò che non si vede, è sotto l'auto. Questa zona è molto diverso dalla precedente generazione di auto in cui la geometria era prescritta come piatta. Ora non c'è alcuna prescrizione”
“Si tratta di un vero e proprio gioco di millimetri, con molte, molte iterazioni in molte aree della vettura o con l'intervento di molte persone nella sala aerodinamica. Questa è la differenza principale, un livello di aggiornamento più piccolo può anche cambiare il concetto della beam wing. La riconfigurazione della beam wing è ora divisa ed è complessivamente più efficiente. Abbiamo intenzione di continuare a sviluppare anche quest'area della vettura per il resto della stagione, e anche per quanto riguarda il fondo spero che avremo un altro paio di sviluppi, almeno nel corso della stagione”, ha spiegato Andrea Stella.
McLaren MCL60, confronto del fondo
Photo by: Giorgio Piola
Su un tracciato come quello di Baku, ricco di lunghi rettilinei dove conta molto l’efficienza aerodinamica, questo nuovo pacchetto è valso intorno ai due-tre decimi: “Non posso dire i numeri dell'efficienza aerodinamica, ma diciamo che per questa vettura ci aspettavamo qualcosa come due o tre decimi. Questo è ciò che ci aspettavamo. E sinceramente pensiamo che sia quello che è successo”.
Per quanto il nuovo fondo sia un’importante evoluzione, non ha cambiato radicalmente la vettura, tanto che, secondo il Team Principal, alcuni aspetti sono rimasti simili alla vecchia specifica. Tuttavia, l’obiettivo era quello di migliorare il carico complessivo generato in ogni condizione, tema che il gruppo tecnico è convinto di essere riuscito a centrare. Per fare un ulteriore step in avanti rimane ancora molto lavoro da fare, soprattutto tenendo a mente che la creazione di un nuovo fondo, sia in termini di progettazione che realizzazione fisica, generalmente richiede dalle tre settimane a un mese di attesa.
“Per questo sviluppo specifico, non abbiamo necessariamente modificato le mappe aerodinamiche. È ancora relativamente simile, ma il carico è maggiore e lo è in tutte le condizioni. E anche in questa configurazione completa, se si confronta, ad esempio, con vetture più sviluppate come la Red Bull, si possono notare alcune aree che richiedono ancora un po' di lavoro, ad esempio alcune vetture di punta non hanno questa apertura qui [l’apertura presente davanti alle gomme posteriori], è un aspetto su cui stiamo lavorando”.
Mclaren MCL60
Photo by: Giorgio Piola
“Ma non è così facile come se lo chiudessi e funzionasse, oppure se lo chiudessi e ci fossero molti problemi. E poi si inizia questo processo di correzione di dettagli qua e là e potrebbero volerci tre settimane per ottenere un pavimento con questa chiusura, che è più performante ma non è ovvio come ottenerlo”, ha aggiunto Stella.
Sempre secondo il manager italiano, un aspetto positivo di queste nuovo monoposto è la maggior semplicità nel trovare correlazione tra i dati ottenuti in galleria del vento e la pista rispetto alla precedente generazione di vetture. Un elemento importante per quelle squadre come McLaren che si appoggiano a strutture esterne, come quella di Colonia, per completare le proprie simulazioni, con un processo che richiede quindi maggior tempo e investimenti. Fortunatamente, la nuova galleria del vento a Woking è in fase di completamento, con i test di calibrazione udibili anche dall’ufficio di Stella.
“Penso che questa generazione di vetture sia complessivamente meglio correlata, almeno in McLaren. Sapendo che abbiamo così tante limitazioni con la galleria del vento, avere delle limitazioni dell'inverno con la precedente generazione di auto era molto restrittivo, non solo per la logistica".
Oscar Piastri, McLaren MCL60
Photo by: Jake Grant / Motorsport Images
"Con queste vetture molto accade sul fondo, dove in generale la correlazione è migliore per qualsiasi motivo, mentre nella generazione precedente c'erano molti vortici che volavano in aria libera generati dalla parte laterale, come dai bargeboard per esempio. In generale, le ali anteriori erano anche più complicate. Questa ala anteriore lavora più lontano da terra, è più semplice”.
Pensando al futuro, chiaramente il percorso di aggiornamenti proseguirà anche nei prossimi appuntamenti con novità che dovrebbero andare a cambiare anche le forme delle pance: “[Gli aggiornamenti] Avranno un impatto anche sul resto dell'auto, è un lavoro in corso. Per quanto riguarda la forma della vettura, prevedo che si evolverà in modo molto evidente, più evidente di [questo aggiornamento]”, ha aggiunto il Team Principal.
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