F1 | Sainz: “Soft scelta sbagliata, ma era un rischio da correre”
Carlos Sainz ha concluso la sprint race di Austin al sesto posto dopo essere stato l'unico pilota dell'intero schieramento ad aver preso il via sulla soft. Tuttavia, dopo un iniziale vantaggio in partenza con cui è riuscito a sopravanzare le due McLaren, la mescola più morbida non si è rivelata all'altezza della media, tanto che lo spagnolo ha dovuto difendersi per mantenere alle spalle George Russell. Per quanto alla luce dei fatti la soft non si è rivelata la scelta più efficace, secondo il Ferrarista era un rischio da prendere, anche perché secondo i modelli del team poteva essere una buona opzione.
Sulla griglia di partenza della sprint race, Carlos Sainz era l’unico pilota dell’intero schieramento ad aver optato per la gomma soft, la quale sulla lunga distanza chiaramente non si è rivelata la scelta più efficace sul piano del degrado, come confermato dallo stesso pilota spagnolo.
La decisione di prendere il via sulla mescola più morbida a disposizione durante il weekend ha chiaramente dato i propri benefici alla partenza, dove il Ferrarista è stato subito in grado di sopravanzare la McLaren di Oscar Piastri, per poi andare all’attacco poche curve più tardi anche dell’altra MCL60 di Lando Norris con una bella staccata in curva 12.
Tuttavia, dopo lo scatto iniziale in cui il maggior grip fornito dalla soft ha fatto effettivamente la differenza, con il passare dei giri sono emersi tutti i limiti del compound più tenere, il quale non ha retto il confronto con la media. Sainz ha comunque cercato di gestire la situazione, tenendo un ritmo quanto più costante possibile durante l’intera corsa senza esagerare. Nonostante abbia tentato di mantenere quanto più a lungo possibile gli avversari alle proprie spalle, respingendo per diverse tornate gli attacchi del britannico della McLaren, alla fine sia Lando Norris che Sergio Perez hanno avuto la meglio, facendo scivolare il Ferrarista al sesto posto.
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14, Charles Leclerc, Ferrari SF-23, Lando Norris, McLaren MCL60, Carlos Sainz, Ferrari SF-23
“Quando ho visto che ero l’unico a partire sulla soft mi sono detto che forse non era la scelta giusta. Poi dopo due o tre giri ho visto che la media era più veloce. È qualcosa da cui possiamo imparare e migliorare per il futuro. Almeno ho mantenuto la mia posizione. Penso che con la media avremmo potuto fare un buon lavoro, ma ho ottenuto una sesta posizione, mi sono difeso tutta la gara, ho fatto del mio meglio”, ha spiegato Sainz, prima di aggiungere le motivazioni che lo hanno portato a scegliere la soft.
"In partenza ho guadagnato due posizioni al primo giro, il che ce lo aspettavamo con la soft. Ma dopo si è rivelata più lenta di quello che ci aspettavamo. Sapevo che la soft era un rischio che dovevamo prendere se volevamo imparare qualcosa per domani, ma la media si è rivelata più veloce".
“Ma se abbiamo scelto la soft è perché i nostri modelli ci indicavano che la soft non era una brutta gomma, altrimenti non l’avremmo considerata. Pensavamo potesse essere una buona mescola, gli scorsi anni si è confermata una buona gomma. Ma questa volta no. Dobbiamo analizzare il perché, se valeva il rischio o meno. Ha pagato all’inizio, ma poi è stato complicato”.
“A metà quando mi hanno passato Norris e Perez, sono riuscito a recuperare le gomme e gestire Russell, portando a casa la sesta posizione, che ad un certo punto in realtà non sembrava possibile”, ha poi aggiunto il pilota del Cavallino, che si è detto soddisfatto del sesto posto finale data la situazione in cui si era ritrovato.
Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Carlos Sainz, Ferrari SF-23
Avendo testato entrambe le mescole nella sprint, Ferrari ora ha molteplici riferimenti sul comportamento delle coperture sulla lunga distanza. Inoltre, lo stesso Sainz avrà a disposizione un set in più di medie nuovo in vista della corsa rispetto ai propri rivali, scenario che, dal suo punto di vista, gli concede un piccolo vantaggio nel caso il degrado si rivelasse particolarmente elevato.
“Sicuramente sembra che siamo in una miglior posizione per domani, abbiamo capito anche come funziona la soft. Almeno ci approcciamo alla gara sapendo come si comportano tutte le mescole e ci possiamo concentrare sul fare il massimo per domani, dove ci sono i punti più importanti. Oggi è stata difficile, ma almeno abbiamo imparato qualcosa”.
Al di là delle scelte nella sprint, lo spagnolo ha incontrato qualche difficoltà per tutto il weekend, patendo soprattutto nel primo e nel terzo settore. Sainz ha spiegato che ha faticato nell’adattarsi all’asfalto sconnesso di Austin e, complici i sobbalzi dovuti alle condizioni del manto stradale, l’instabilità della monoposto nelle curve veloci gli ha tolto ulteriore fiducia. Tuttavia, con il poco tempo a disposizione prima del Parc Fermé, non vi è stata l’opportunità di lavorare approfonditamente sul set-up, dovendo così rimanere su soluzione conosciuta ma che non ha garantito un buon livello sul piano delle performance.
“Qui la vettura sobbalza molto, Charles si è adattato meglio di me. Questa volta non ho avuto l’opportunità di modificare il set-up per spostare la vettura verso le mie preferenze e proseguire il weekend con più fiducia per trovare migliori performance. Ma il weekend con la sprint è così, sei fermo con il set-up base. La quantità di dossi mi ha sorpreso, è peggio dell’anno scorso. Questo mi toglie fiducia nelle curve veloci, mi sento come se potessi perdere la vettura da un momento all’altro, il che mi spinge a guidare uno step sotto al limite, il che non è l’ideale”, ha raccontato Sainz.
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