F1 | Russell: "24 gare all'anno insostenibili, servono interventi"
Secondo George Russell, la stanchezza e le malattie riscontrate nel paddock ad Abu Dhabi evidenziano in maniera chiara quanto la Formula 1 sia arrivata al limite sul piano fisico e mentale, non solo per i piloti, ma soprattutto per ingegneri e meccanici che lavorando dietro le quinte. Un aspetto che diventerà ancor più centrale in vista della prossima stagione, quando le gare in calendario saranno ben 24. Un pensiero condiviso anche da Carlos Sainz, con i due piloti che hanno chiesto interventi per il futuro.
La stagione 2023 di Formula 1 è stata una delle più lunghe e impegnative di sempre, non solo dal punto di vista del numero di Gran Premi durante l'anno, ma anche per i continui spostamenti, i lunghi periodi passati lontani da casa e i ripetuti cambi di fuso orario.
Questo aspetto si è evidenziato in maniera più importante nella parte conclusiva del campionato, quando la fatica inizia a farsi sentire dopo un anno di attività in pista. Basti pensare che in poco più di undici settimane si sono disputati otto Gran Premi, passando dagli orari delle trasferte asiatiche fino a quelli delle tappe americane, per poi tornare in Medio Oriente per l'atto conclusivo del mondiale. A pesare sono state soprattutto queste ultimi due trasferte, perché tutti i team si sono dovuti adattare agli orari di Las Vegas, a cui si sono aggiunti ulteriori ritardi a causa dei problemi riscontrati durante il weekend, prima di trasferirsi ad Abu Dhabi la settimana successiva, con un evidente fuso orario da smaltire in pochi giorni.
Sebbene sia già stato reso noto il programma di 24 gare per il prossimo anno, con la Cina reintrodotta per la prima volta dal 2019, c'è pressione affinché Las Vegas venga staccata dal triple header finale. Infatti, l'attuale bozza del calendario prevede che la tappa americana sia la prima di un triplo appuntamento a cui si aggiungeranno Qatar ed Abu Dhabi. Chiaramente, al di là del problema del fuso orario, si tratta di un impegno sul piano fisico non indifferente, non solo per i piloti, ma soprattutto per i membri del team, che non dispongono di tutte le comodità.
Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images
George Russell, Mercedes-AMG, parla con i media
Secondo George Russell, la stanchezza mostrata e le malattie che si sono diffuse nel paddock nell'ultimo periodo sono la dimostrazione di quanto già 22 gare siano un numero insostenibile per il personale delle squadre e che dovrebbero essere imposti dei limiti per i prossimi anni. "Noi piloti, abbiamo il meglio da ogni singola persona in questo paddock. Per il modo in cui viaggiamo, siamo in una posizione molto fortunata".
"Ma tutti i team, su e giù per il paddock, hanno molti meccanici malati, ingegneri che stanno lottando con i continui cambi di fuso orario, con il corpo che non sa dove si trova, si mangia a orari diversi, alloggiando in hotel diversi, in ambienti diversi, con climi differenti. Il corpo si confonde. Per l'anno prossimo si parla di regolamentare il personale in modo che non possa partecipare a tutte le gare. Credo che sarebbe una buona cosa. Non credo sia sostenibile che 4.000 persone facciano 24 gare a stagione, soprattutto se si considera che dal punto di vista geografico non ha ancora molto senso", ha spiegato Russell, sottolineando come sarebbe utile avere un ricambio del personale durante l'anno.
Sebbene le squadre di Formula 1 stiano iniziando a mettere in piedi programmi concreti per la rotazione del personale durante la stagione, l'introduzione nel 2021 del budget cap da parte della FIA ha naturalmente portato i team a limitare il numero di persone all'interno della squadra, il che ha impattato negativamente sulla possibilità di far variare meccanici e ingegneri in pista. Inoltre, vi sono delle figure, come ad esempio gli ingegneri di pista o quelli legati alle performance della monoposto, che raramente possono allontanarsi dai campi di gara, dato il loro stretto rapporto con i piloti.
Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images
I meccanici portano sulla griglia di partenza Lewis Hamilton, Mercedes F1 W14
Un concetto simile era stato espresso qualche settimana fa anche da Carlos Sainz proprio durante il fine settimana del Gran Premio di Las Vegas, in cui sottolineava che il problema non fosse legato solamente ai piloti, che comunque si ritengono privilegiati date le numerose comodità, ma soprattutto a tutti quei membri del team che lavorano dietro le quinte sulle vetture.
“Guardando al futuro, dobbiamo riconsiderare i weekend di gara, perché ci sono sempre più eventi, anno dopo anno. I weekend iniziano prima. Stiamo continuando ad aggiungere gare in calendario e stiamo arrivando a un punto dove credo che tutto sembra un pochino ripetitivo, che si provano a fare troppe cose. Voglio essere costruttivo su ciò che penso, penso che stanno facendo tantissimo per provare a rendere questo sport migliore. Ma dall’altra parte, dobbiamo riconsiderare le modalità con cui si costruisce il weekend perché sembra tutto ripetitivo”, aveva spiegato lo spagnolo.
“Noi piloti siamo privilegiati, voliamo in business o in prima classe, andiamo nei migliori hotel, arriviamo in città martedì o mercoledì, non lunedì. Non mi piace parlare da una posizione privilegiata come quella che abbiamo noi piloti, anche se è vero che siamo sotto pressione più che mai, abbiamo tanti eventi con i media, ma penso che all’interno del team, con tantissime persone che viaggiano, noi [piloti] siamo in una posizione privilegiata”.
Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images
La Ferrari SF-23 di Carlos Sainz, Ferrari SF-23 in garage
“Non mi piace lamentarmi, ma credo che 24 gare siano il limite con questa tipologia di calendario che abbiamo ora. Tante squadre stanno creando piani per far ruotare i meccanici, gli ingegneri. Vediamo dove sta andando questo sport e quali sono le idee per il futuro, perché credo fortemente che ci debbano essere dei cambiamenti al format del weekend o il modo in cui ci confrontiamo con i media, perché 24 gare penso sia il limite, sia per i piloti che per tutte le persone all’interno del team”, aveva aggiunto Sainz.
Anche tra i piloti, infatti, si inizia ad avvertire la fatica di una stagione così complessa e impegnativa dal punto di vista fisico. Russell ha lottato contro una tosse definita "orrenda" per tutto il fine settimana mentre era a bordo della sua Mercedes. Un aspetto che ha reso ancor più difficile guidare la sua monoposto, date le poche opportunità per respirare profondamente, soprattutto nelle curve ad alta velocità.
"Probabilmente tossivo quattro volte al giro, quindi è stato piuttosto penoso. Sono stato molto malato nelle ultime due settimane. Prima a Las Vegas con una forte febbre, non riuscivo a dormire e stavo malissimo. Poi ho avuto una tosse orrenda che mi ha accompagnato per tutta la settimana e in macchina. Tossivo a ogni giro, ma quando sei legato alla macchina non riesci a respirare. Non si può fare un respiro profondo per far uscire la tosse", ha spiegato il britannico.
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