F1 | Podio McLaren in Cina: i 3 elementi con cui ha battuto Ferrari
McLaren è forse la sorpresa del weekend del Gran Premio di Cina. Alla vigilia dell'appuntamento a Shanghai, la squadra di Woking non si vedeva in lotta per il podio ma, secondo Andrea Stella, alcuni elementi gli hanno consentito di battere la Ferrari e tornare a casa con un trofeo che dà fiducia in vista in attesa degli aggiornamenti a Miami.
Se si tornasse indietro di due settimane, Ferrari, Mercedes e McLaren avevano idee piuttosto definite in merito a quali avrebbero potuto essere i ruoli a Shanghai. La squadra di Maranello e quella di Brackley guardavano al fine settimana cinese con maggior positività rispetto a quello di Suzuka, al contrario della McLaren, più negativa sulle possibilità della MCL38. Nonostante ciò, alla fine la mmonoposto britannica si è rivelata la più competitiva.
Andrea Stella non aveva nascosto una certa preoccupazione ancor prima di arrivare in Cina, perché il layout del tracciato figurava tante curve lunghe e molteplici zone lente, tratti dove in questo inizio d’anno la McLaren ha mostrato qualche difficoltà in più rispetto agli avversari.
Chiaramente questo era un discorso fatto sulla carta, perché in realtà la Formula 1 arrivava a Shanghai con tante incognite non recandosi su questo tracciato da ormai cinque anni, rendendo poco produttivi i dati accumulati in passato, specie considerando che si trattava della prima volta con le auto a effetto suolo. Inoltre, vi era il rebus dell’asfalto: nessuno, nemmeno Pirelli, era a conoscenza delle condizioni del manto stradale, su cui si è poi scoperto essere stato versato un leggero strato di bitume che ha reso le condizioni di grip durante il giro piuttosto inconsistenti.
Fernando Alonso, Aston Martin AMR24, lotta con Lando Norris, McLaren MCL38
Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images
Tuttavia, a fine weekend il risultato è chiaro e senza appelli: tra le tre squadre citate, McLaren è quella che in gara ha mostrato il passo migliore, un po’ a sorpresa, perché la stessa Ferrari si aspettava di poter essere più competitiva sulla lunga distanza a dispetto di una qualifica sottotono. Al di là della posizione guadagnata sotto Safety Car ai danni di Sergio Perez, il passo sia nel primo stint sulla gomma media che nel secondo sulle hard è stato ottimo, mai inferiore alla Rossa.
Il passo ha garantito maggior flessibilità
Su questi elementi, Lando Norris ha costruito un podio che ha messo la scuderia inglese nella posizione di seconda forza. L’aspetto ancor più interessante è stata forse la flessibilità mostrata dalla McLaren in questo Gran Premio, specie perché in Australia e in Giappone questo tema era venuto meno, mettendo il team in una posizione difensiva più che di attacco.
Andando a ripercorre la corsa del pilota britannico, uno dei momenti più importanti è stato il sorpasso su Fernando Alonso, concluso di fatto non appena lo spagnolo è uscito dalla zona DRS di Sergio Perez. Tornando indietro di circa 24 ore, Carlos Sainz aveva mostrato qualche segnale di difficoltà nel superare il connazionale dell’Aston Martin, tanto da doversi inventare una manovra all’estero di curva sette, con un duello che però si è poi concluso negativamente per entrambi. Al contrario, durante la corsa Norris non ha perso tempo, sopravanzando l’asturiano alla prima occasione utile dopo che quest’ultimo aveva perso la chance di utilizzare l’ala mobile.
Un sorpasso chiave perché, potendo esprimere liberamente il proprio passo, l’inglese ha subito iniziato ad allungare sui rivali, creando un cuscinetto protettivo di oltre sei secondi su Charles Leclerc che ha garantito grande libertà strategica. Sapendo che recuperare quei secondi persi sarebbe stata impresa difficile, Ferrari ha provato a giocare sul piano tattico, passando da due soste a un singolo pit-stop, ma McLaren non si è fatta trovare impreparata. Quando gli ingegneri della squadra di Woking hanno capito i piani della Rossa, hanno subito risposto di conseguenza, alzando i tempi quel tanto da poter estendere a loro volta e coprire la strategia del Cavallino, ma senza accusare alcun gap sul piano prestazionale.
Lando Norris, McLaren MCL38
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
Per quanto chiaramente anche in precedenza non stesse cercando di forzare, anche questo passaggio ha avuto un ruolo chiave, perché ha messo Norris nelle condizioni di trarre il massimo dall’ingresso della Virtual Safety Car, fermarsi e mantenere la posizione su Leclerc.
“Non ci aspettavamo il podio perché, a dire il vero, ieri nella sprint non avevamo un passo che ci avrebbe permesso di finire davanti alla Ferrari, il che era nelle nostre aspettative”, ha spiegato Stella, prendendo come riferimento la sprint race, in cui però il passo potenziale era stato mascherato dal fatto che Norris si fosse ritrovato nel traffico.
“Quindi il podio è un po' una sorpresa, soprattutto in termini di ritmo. Penso che in qualifica possiamo essere forti quando abbiamo la gomma soft nuova, possiamo fare un buon lavoro. Tuttavia, quando poi siamo in gara, tendiamo a perdere un po’ di performance”, ha poi aggiunto il Team Principal, rimarcando come in effetti la gomma nuova tenda a coprire alcuni dei limiti della vettura in certe aree critiche, con un concetto già espresso dopo il Gran Premio in Giappone.
“Oggi, però, credo che le condizioni della pista, il freddo e l'assenza di sole abbiano contribuito a tenere sotto controllo le gomme posteriori. E quindi abbiamo potuto sfruttare i punti di forza della vettura, come abbiamo visto in qualifica”.
Lando Norris, McLaren MCL38, 2° posizione, prende la bandiera a scacchi al traguardo
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Freddo, asfalto e carattirstiche della pista
L’ultima dichiarazione di Stella lascia spazio ad altri due elementi, ovvero le condizioni ambientali e le caratteristiche del tracciato, unite a un asfalto che di fatto si è rivelato un’incognita per tutte le squadre. Solo al primo giorno le temperature della pista hanno toccato i 40°C, in FP1, sessione in cui McLaren ha lavorato soprattutto sulla hard, la mescola che si è poi rivelata decisiva in gara.
Al contrario, Ferrari ha scelto un programma di lavoro differente dalla concorrenza, scegliendo di girare solo con la soft, forse con l’idea di mantenere due set di gomme nuove degli altri compound per il resto del weekend. Di fatto, quindi, la squadra di Woking aveva già sperimentato la gomma dura, girando con temperature di oltre 10°C più alte rispetto a quelle registrate nella sprint e nella gara. Per Stella, quindi, uno degli elementi fondamentali è stata la gestione del degrado, soprattutto al posteriore. Facendo una media dei dati dell’ultimo stint, emerge come i tempi di Leclerc e Norris siano stati più ravvicinandi nel primo settore, quello dove il monegasco aveva sofferto in qualifica, mentre si è ampliato negli altri due intertempi, aspetto che ha permesso di estendere progressivamente il vantaggio.
In breve, la differenza è emersa soprattutto nei curvoni in appoggio e nell’ultima curva, zone dove serve sì un buon anteriore che dia guidabilità al pilota, ma anche un posteriore che garantisca buona stabilità senza far scivolare il retrotreno. Da questo punto di vita, il Team Principal della McLaren crede Shanghai abbia perso parte di quelle sue caratteristiche “front limited” viste in passato, a favore di una limitazione spostava più verso il posteriore. Ciò, unito alle basse temperature, hanno aiutato a preservare le gomme sulla lunga distanza, anche su un asfalto che garantiva poco grip. Uno scenario diverso da Suzuka dove, nonostante il freddo, le coperture erano continuamente messe sotto stress da continue zone veloci che trasmettevano tanta energia agli pneumatici.
“Penso che quello di Shanghai si sia rivelato un tracciato poco limitante per l’anteriore, non sembra più essere così difficile per l’avantreno come lo era in passato. Inoltre, le condizioni hanno aiutato a tenere grip al posteriore, perché oggi non si è surriscaldato”, ha aggiunto Stella.
Confronto telemetrico tra Norris e Leclerc nel GP della Cina: si noti la differenza nei curvoni del secondo settore
Foto di: Gianluca D'Alessandro
“Quindi, una combinazione di fattori che ha aiutato le prestazioni della nostra auto. Credo che anche alcune modifiche apportate all'assetto dopo lo sprint abbiano aiutato il ritmo di gara, perché abbiamo modificato la macchina con l'obiettivo di migliorare il passo gara piuttosto che quello per la qualifica, il che ci ha un po’ sorpresi considerando che in qualifica abbiamo fatto comunque bene. In generale, però, ci sono stati diversi fattori che hanno contribuito alla nostra performance, non solo uno”.
Un aspetto di cui parlava lo stesso Norris dopo la qualifica era che, contrariamente a quanto previsto, la MCL38 non accusava un gap così ampio nelle curve molto lunghe e nelle zone lente, aree in cui anche in questa stagione aveva mostrato qualche segnale di difficoltà, come in Australia o in Arabia Saudita. Al contrario, forse la Ferrari è stata punita per essere stata troppo prudente, patendo in parte le difficoltà nell’accensione degli pneumatici, come sul giro secco.
Un tema che si è già proposto in altre occasioni, ma che forse a Shanghai ha giocato un ruolo ancor più decisivo: date le numerose incognite in termini di asfalto, forse la Rossa ha optato per un approccio troppo conservativo sull’assetto per proteggere le gomme. Insieme alle basse temperature dell'asfalto, gli pneumatici più duri ne hanno risentito. Seppur vi siano poche indicazioni, infatti, il gap accusato sulla media, nonostante i vari sorpassi, è minore di quello invece registrato sulla hard, presente e costante.
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