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Analisi

F1 | Perez a picco: si è snaturato per cercare di battere Max

Dal GP di Miami Sergio Perez è caduto in un oblio sportivo da cui fatica a rialzarsi. Quali sono i motivi che lo hanno portato a perdere smalto dopo un ottimo avvio di stagione? Facciamo il punto...

Sergio Perez, Red Bull Racing

Nessun pilota oggi avrebbe vita facile nel ruolo di compagno di squadra di Max Verstappen. È una premessa necessaria per giudicare il momento negativo di Sergio Perez, ma da sola non basta a giustificare la differenza emersa in pista tra i due piloti della Red Bull. Quando Helmut Marko e Christian Horner ufficializzarono l’ingaggio del messicano (era il 18 dicembre del 2020) non erano alla caccia di un top-driver di valore assoluto, entrambi erano consapevoli di averlo già in casa. Serviva un pilota più solido dei due giovani del vivaio (Pierre Gasly e Alexander Albon) alternatisi al fianco di Verstappen nel biennio precedente.

Perez sembrava avere tutto per incastrarsi perfettamente nel meccanismo Red Bull: molta esperienza (4 stagioni in Formula 1 in più dello stesso Max) e la tacita consapevolezza di non creare grattacapi alla squadra, visto che al momento della firma ‘Checo’ era di fatto senza un volante. Horner e Marko contavano su Perez per puntare al mondiale Costruttori, ma nel 2021 l’obiettivo fallì a causa del gap di 36 punti che Sergio pagò nei confronti di Valtteri Bottas, investito dello stesso ruolo in Mercedes. L’esaltazione legata al titolo mondiale di Verstappen, arrivato nella contestatissima finale di Abu Dhabi contro Lewis Hamilton, finì col fare passare in secondo piano un campionato nel quale Perez aveva ottenuto un solo successo, nel fortunato finale del Gran Premio di Azerbaijan, ed un bottino finale di 190 punti contro i 395,5 di Verstappen.

L’alibi concesso a Perez, anche da molti addetti ai lavori, si basava soprattutto sul tempo richiesto per integrarsi in un contesto non semplice come quello della Red Bull. Si arriva al 2022, stagione dove in effetti ‘Checo’ da qualche segnale di crescita, ottenendo due successi. Il gap rispetto a Verstappen resta molto ampio, ma il suo contributo permette alla Red Bull di conquistare il campionato Costruttori, pur finendo terzo nel mondiale a tre punti da Charles Leclerc. Era lecito attendersi nella stagione 2023 un ruolo di vice-Max solido, e la RB19 era (ed è) l’arma perfetta per permettere alla Red Bull di inanellare doppiette a raffica.

È ciò che accade nell’inizio di campionato, una fase in cui Perez sembra in grado di infastidire Verstappen con un confronto interno acclamato dal pubblico, visto che all’esterno del mondo Red Bull avversari non ce ne sono. Qualcosa simile al confronto tra Hamilton e Nico Rosberg, che ebbe il merito di rendere meno noiosa l’egemonia Mercedes nel triennio 2014/2016. Nelle prime quattro gare Perez regge bene, lascia Baku da vincitore con una classifica di campionato che lo vede ad 87 punti contro i 93 di Verstappen, poi, improvvisamente, il tracollo. A partire da Miami Verstappen inizia un forcing che all’indomani di Suzuka disegna un quadro impressionante: undici vittorie a zero, e 307 contro 136 il bilancio in termini di punti.

Helmut Marko, Consulente, Red Bull Racing, Christian Horner, Team Principal, Red Bull Racing, Sergio Perez, Red Bull Racing

Helmut Marko, Consulente, Red Bull Racing, Christian Horner, Team Principal, Red Bull Racing, Sergio Perez, Red Bull Racing

Photo by: Lionel Ng / Motorsport Images

Cosa è successo? Dov’è finito il Sergio Perez che lo scorso 30 aprile si è imposto a Baku dando l’impressione di poter essere un degno avversario di Verstappen nella corsa al titolo mondiale? La prima avvisaglia di quella che diventerà la svolta stagionale arriva nel weekend di Miami, dove Perez scatta in pole mentre Verstappen prende il via dalla nona posizione. Sembra una chance molto importante per ‘Checo’, ma Max rimonta e vince, ridimensionando l’avversario. Nella gara successiva, a Monaco, Perez commette un clamoroso errore in Q1, sbattendo alla St.Devote, parte ultimo e manca la zona punti. A Barcellona storia simile, Perez manca la Q3 e scatta undicesimo, finendo quarto in gara, mentre Verstappen ormai sa solo vincere e si porta in classifica generale a +53.

“È un margine importante – sottolinea Horner la sera di Montmelò parlando di Perez – forse gli toglierà stress e sarà in grado ritrovare la forma delle prime gare”. Le parole del team principal della Red Bull confermano che Sergio al sogno mondiale ci ha creduto. A differenza delle stagioni precedenti si è ritrovato per quasi due mesi in una posizione di classifica che effettivamente lasciava aperta ogni possibilità. Volando ad alta quota, però, Perez però ha finito col bruciarsi. Nel tentativo di inseguire Verstappen si è trovato a dover snaturare sé stesso, ovvero un pilota capace di essere a qualche decimo dal compagno di squadra. È un passaggio difficile da accettare, essere tra i venti piloti che corrono in Formula 1 vuol dire aver fatto la differenza, chi in modo più netto di altri, ma comunque essere stati in grado di battere decine di avversari nelle categorie propedeutiche, e non è semplice accettare ad un certo punto della carriera che nel proprio box c’è un compagno che va di più.

Dall’esterno è facile sostenere che in fin dei conti Perez guida una Red Bull, una condizione nella quale fare un buon lavoro vuol dire garantirsi la seconda posizione ed essere li pronti ad approfittare di eventuali disavventure di Verstappen. C’è però l’ego del pilota, l’autostima che ha consentito di arrivare dove si trova, e quando queste certezze vengono meno si può entrare in una spirale negativa. I gap che abbiamo visto a Suzuka (come su altre piste), nonché la serie di errori commessi in Giappone, non si spiegano con la mancanza di feeling con la RB18. Le difficoltà tecniche possono giustificare tre o quattro decimi di differenza, non otto.

Perez vale molto più di quanto abbiamo visto in estate, ed i primi a saperlo sono gli uomini della Red Bull, che come ultima sfida di un 2023 trionfale avranno proprio quella di recuperare un pilota smarrito. Ma è soprattutto ‘Checo’ che deve ritrovarsi, e ha sei gare per farlo. La strada migliore è cancellare Verstappen dalla lista degli obiettivi, sfruttare al meglio ciò che ha a disposizione, e soprattutto prendere atto che nell’essere un po' meno performante di Max non c’è nulla di cui doversi vergognare.

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