F1 | Newey: "Verstappen è il prototipo del pilota perfetto"
Max Verstappen ha già conquistato due titoli mondiali, con un terzo alloro iridato sull'orizzonte. Nel corso di un'intervista, Adrian Newey ha ripercorso il rapporto avuto con tanti altri campioni del passato, ma ha individuato nell'olandese il prototipo del pilota perfetto, anche grazie alla sua capacità di comprendere il comportamento delle gomme.
Ogni Campione del mondo ha le proprie peculiarità, i propri punti di forza e le proprie debolezze, così come ogni vettura. Chi ha imparato a conoscere da vicino quei due mondi è Adrian Newey, il quale nel corso della propria carriera ha avuto l’opportunità sia di lavorare accanto a leggende affermate che di accompagnare diversi piloti verso i primi successi iridati, come nel caso di Max Verstappen negli ultimi anni.
Due titoli mondiali e un terzo alloro iridiato all’orizzonte. Stagione dopo stagione, l’olandese si sta ritagliando uno spazio nell’olimpo dei piloti vincenti della storia della Formula 1, in una classifica dove attualmente siede al sesto posto dietro a grandi nomi del passato e del presente, come Lewis Hamilton, Michael Schumacher, Sebastian Vettel, Alain Prost e Ayrton Senna.
Indubbiamente, con l’incremento anno dopo anno del numero di gare in calendario e l’allungarsi dei periodi di dominio da parte di una singola squadra, alle volte i numeri sono messi in discussione, ma l’olandese ha da sempre bruciato i tempi.
Max Verstappen, Red Bull Racing, Adrian Newey, Chief Technology Officer Red Bull Racing
Photo by: Red Bull Content Pool
Una carriera che si è sviluppata molto rapidamente, con un solo anno nelle categorie propedeutiche prima del grande salto verso la Formula 1, la serie in cui sognava di correre e vincere. Anche nella categoria regina, l’olandese ha subito confermato il proprio talento attirando su di sé l’attenzione a suon di sorpassi e risultati, tanto da spingere Christian Horner e Helmut Marko a propendere per il passaggio in Red Bull dopo una singola stagione di apprendistato in Toro Rosso.
Da quel Gran Premio di Spagna 2016, appuntamento in cui Verstappen conquistò anche il suo primo successo in Formula 1, Adrian Newey ha avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con il due volte iridato e ciò gli ha dato l’opportunità di imparare a conoscerne i punti di forza, abbastanza da definirlo come il pilota da prendere come riferimento.
“Penso di sì”, ha spiegato Newey quando gli è stato chiesto se l’olandese fosse il prototipo del pilota perfetto in un’intervista con Ivan Capelli trasmessa su Sky Italia.
Max Verstappen, Red Bull Racing, primo posto, festeggia all'arrivo al Parc Ferme
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
“Penso che [Verstappen] abbia un ottimo controllo della vettura e abilità naturali. Magari ha fatto qualche errore all’inizio perché spingeva molto, ma ora è molto più fluido e guida assolutamente al limite della macchina, è molto attento”, ha aggiunto il leggendario progettista.
Secondo Newey, oltre alla indubbia velocità, uno dei grandi punti di forza del campione del mondo in carica sarebbe la sua capacità di comprendere in maniera ottimale il funzionamento e il comportamento delle gomme: “Ha un ottimo feeling con le gomme, lo abbiamo visto in diverse gare negli ultimi due anni. Ha davvero un buon feeling sul come utilizzare gli pneumatici. E sappiamo quanto il comportamento delle gomme sia un fattore importante”.
Newey ha collaborato con tante leggende dello sport, diventando parte integrale e fondamentale nel fornire quelle vetture che hanno permesso ai piloti di imporsi sulla concorrenza e diventare Campioni. Dai trionfi in McLaren e a quelli con la Red Bull, molti di quei successi sono in qualche modo legati al suo contributo.
Adrian Newey, Chief Technology Officer di Red Bull Racing
Photo by: Jake Grant / Motorsport Images
“Alain [Prost] era molto metodico, molto articolato e i test erano molto frustranti perché spesso non si spingeva. Quindi non sapevi mai bene dove ti trovavi. Ma quando voleva, riusciva ad accendere la situazioni. Mika [Hakkinen] e Kimi [Raikkonen] erano molto diversi. Non dicevano molto, ma quello che dicevano bisognava prenderlo in considerazione e interpretarlo perché avevano modi diversi di dire le cose.
"Sebastian [Vettel] era un grande pensatore, faceva lunghi debriefing e passava molto tempo a esaminare tutto. Max è più nel mezzo. Personaggi molto diversi tra loro, ma tutti fenomenali”.
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