F1 | Key: "C44? Avremmo potuto osare di più, ma io non c'ero"
James Key, direttore tecnico del team Sauber Stake F1, analizza la C44 e le sue prestazioni nei test di Sakhir, affermando che la macchina può andare molto più veloce di quanto ha mostrato, ma ha sottolineato come questa non sia figlia del suo ingegno. Un modo per mettere le mani avanti...
James Key è approdato pochi mesi fa a Hinwil come una delle pietre che costituiscono le fondamenta del team che tra un paio d'anni correrà in Formula 1 con il nome di Audi. Intanto il team Sauber, diventato Stake F1 Team, è nel bel mezzo del periodo di transizione che ha il compito di unire i fili tra l'era Alfa Romeo e quella della Casa di Ingolstadt.
La C44 si è presentata ai test di Sakhir con una veste eccentrica: nero carbonio e pennellate di verde fluo per spezzare la continuità data dalle livree Alfa. La livrea è stata l'unica cosa che di Sauber ha rubato l'occhio, con Valtteri Bottas e GuanYu Zhou impegnati a fare test di correlazione, prove aerodinamiche, passo gara.
L'unico sussulto è arrivato grazie al cinese, nell'ultima giornata di test, quando ha provato mescole C4 nel momento migliore della pista. Il terzo tempo finale, però, lascia il tempo che trova. Un lampo nell'oscurità. Eppure Key ha affermato che il vero potenziale della C44 sia ancora tutto da mostrare.
"In realtà nei test è andata bene. Sì, siamo stati molto conservativi e poco attenti a ciò che abbiamo fatto, come tutti gli altri, ad essere brutalmente onesti. Se volessimo, potremmo andare molto più veloci. Ma credo che la nostra priorità sia stata quella di caratterizzare la vettura in base a ciò che pensavamo di dover vedere, cosa che in linea di massima abbiamo fatto dal punto di vista meccanico e aerodinamico, per poi indagare su molte cose, in particolare sugli aspetti delle prestazioni in gara, e sulle varie opzioni, che sono un'intera pletora di cose, assetti meccanici, piloti, gestione degli pneumatici e così via".
"Abbiamo quindi dedicato molto del nostro tempo all'arduo compito di lavorare attraverso un approccio graduale. Finora, però, abbiamo spuntato molte caselle, e sono molto soddisfatto della vettura: uno dei primi commenti di Valtteri è stato che fa quello che fa al simulatore. Ciò significa che, fondamentalmente, quello che pensavamo succedesse è più o meno quello, e si è trattato di lavorare su questo aspetto, di correlare e spuntare le caselle".
Zhou Guanyu, Kick Sauber C44
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
"Quindi, in realtà, per noi è stato piuttosto positivo. È impossibile dire dove si trovano tutti. Oggi ho visto la top 10 in TV, e in pratica ha ripreso la posizione dell'anno scorso in campionato. Quindi penso che fondamentalmente ne sapremo di più la prossima settimana. Ma penso solo che sia di nuovo piuttosto stretto, non credo che sia necessariamente sparpagliato, forse la Red Bull ha rubato un po' di terreno, ma dove siedono tutti ora...".
Key non è il vero padre di questa monoposto. Al suo arrivo a Hinwil tutti i concetti principali erano già stati decisi e impostati, dunque non ha potuto fare molto per metterci del proprio. Questo lo ha voluto sottolineare quando, pochi istanti prima, ha dichiarato che sulla monoposto il team avrebbe potuto osare di più.
"Credo che ci siano alcuni aspetti della monoposto su cui avremmo dovuto osare un po' di più. Sono arrivato nel team un po' troppo tardi per fare questo tipo di lavoro. Ma l'aspetto positivo di questa vettura, e l'ho notato sin dal mio arrivo in Sauber, è che le cose provate al simulatore, le cose che escono da una sorta di processo logico di indagine su un particolare aspetto meccanico, sembrano essere molto ben correlate. La C44 è una monoposto molto pura, che produce i risultati che ci si aspetta. La sospensione anteriore funziona come previsto".
A proposito della sospensione, Key ha spiegato la scelta fatta da Sauber di adottare il sistema pull-rod all'anteriore (al posteriore, invece, c'è il push-rod). L'ingegnere britannico è stato piuttosto chiaro: tutta questione di trarre vantaggio dal punto di vista aerodinamico, anche a discapito di altri fattori come quello meccanico e di trasferimento di carico.
"Per il team la sospensione pull-rod all'anteriore è una novità. Dal punto di vista meccanico è un compromesso. Tutte le molle e gli ammortizzatori funzionano al contrario. E' tutto sottosopra e non è una disposizione facile da gestire. La monoposto si appesantisce. La sospensione push-rod ha un modo efficiente di trasferire carico, mentre la pull-rod rende tutto più complesso. Dunque quando scegli la pull-rod lo fai perché, a conti fatti, è meglio a livello prestazionale. E' tutta una questione di aerodinamiche. Tutte le sospensioni anteriori lo sono, ma la pull-rod è migliore proprio da quel punto di vista, ma peggiore in tutti gli altri sensi".
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