F1 | Gomma senza termocoperte: si valuta l'impatto sull'undercut
Il prossimo mese F1, Pirelli, team e piloti dovrebbero riunirsi per prendere una decisione in merito all'introduzione delle gomme che non necessitano di essere preriscaldate a partire dalla prossima stagione. Tra gli elementi in fase di studio e valutazione non c'è solo quello che concerne la sicurezza, ma anche l'impatto sull'undercut, un aspetto che potrebbe cambiare le strategie di gara.
Tra gli obiettivi della Formula 1 c’è quello di rendere lo sport sempre più sostenibile, collaborando anche con i propri partner, tra cui Pirelli. Per questo la casa italiana sta lavorando sodo per realizzare delle coperture che non necessitino dell’uso delle termocoperte prima di essere montate sulle vetture, il che richiede un grande impegno dietro le quinte.
Una sfida complessa, perché è stato necessario riprogettare completamente la struttura delle coperture, la quale deve ora essere capace di resistere agli sforzi con basse pressioni in uscita dai box, ma anche evitare il surriscaldamento nel momento in cui lo pneumatico si è stabilizzato entrando nel corretto range di funzionamento. Secondo quanto quantificato da Pirelli, questo passaggio potrebbe comportare un aumento di pressione stimabile tra gli 8 e i 10 psi, motivo per il quale girare con più prototipi durante i test rappresenta un elemento chiave.
Pirelli ha già completato i primi test con indicazioni contrastanti da parte dei piloti e dei team. Da una parte c’è chi è rimasto complessivamente impressionato dal loro comportamento, dall’altra c’è però anche chi ha voluto sottolineare i rischi per la sicurezza, specialmente nella fase di warm-up in pista. Tuttavia, ci sono anche altri elementi che andranno presi in considerazione in vista della votazione che si terrà il prossimo mese dopo il Gran Premio di Gran Bretagna, in cui verrà deciso se adottare o meno gli pneumatici non preriscaldati.
Pneumatici Pirelli
Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images
Tra questi, uno degli elementi sotto la lente d’ingrandimento gira intorno all’impatto che avranno sulle corse, in quanto potrebbero limitare le opportunità in termini di strategia. Nel corso degli anni, date le difficoltà di sorpasso in pista, l’undercut è diventato sempre più centrale per gli ingegneri al muretto, fornendo una valida alternativa per guadagnare una posizione sugli avversari. Con l’addio alle termocoperte, tuttavia, il rischio è che questa possibilità venga meno, perché gli pneumatici non offriranno il massimo del grip sin dai primi istanti dopo l’uscita dai box.
Su alcuni tracciati, con temperature più alte o curve più impegnative ad alta energia, questo processo di riscaldamento potrebbe avvenire rapidamente, mentre su altre piste potrebbe richiedere maggior tempo, inficiando la possibilità di poter sopravanzare altre monoposto dopo il pit stop. Mario Isola ha spiegato che sono attualmente in corso simulazioni dettagliate insieme alla Formula 1 per comprendere quale possa essere l’influenza del mancato preriscaldamento degli pneumatici.
"La priorità per noi è la sicurezza e non forniremo alcun pneumatico che non sia sicuro. Ma lo spettacolo è importante e in questa analisi dobbiamo anche capire qual è l'impatto, non solo nel riscaldamento, ma anche in termini di livello di degrado, picco di aderenza e questo tipo di elementi”, ha raccontato il responsabile di Pirelli Motorsport.
Mario Isola, Racing Manager, Pirelli Motorsport
Photo by: Alexander Trienitz / Motorsport Images
"Dobbiamo simulare, insieme alla FIA e alla F1, alcune gare e situazioni di gara per vedere quali sono le strategie e così via. È possibile che si scopra che tutti vanno verso una sola sosta per molte ragioni. Quando parliamo di strategia, si tratta di un mix di fattori. Si tratta del degrado degli pneumatici, del tempo che si perde nella corsia dei box e della difficoltà di sorpasso, perché ovviamente il traffico ha un'influenza diversa sulla strategia. Dobbiamo sempre considerare il pacchetto completo, perché non è solo lo pneumatico a fare la differenza su una macchina e su un circuito".
Se le coperture impiegassero maggior tempo per raggiungere il loro potenziale, l’elemento dell’undercut potrebbe venir meno: si potrebbe obiettare che, ad ogni modo, chi dispone di pneumatici con un giro in più alle spalle potrebbe riuscire ad approfittarne attaccando chi è appena uscito dai box. Una posizione che trova degli elementi a favore, ma è anche vero che chi ha provato questa particolare tipologia di coperture ha aggiunto che, in realtà, in alcuni casi bastano poche curve per mandare in temperatura gli pneumatici, anche se il valore dipende dalla pista in esame.
Per questo, nei vari test svolti tra fine 2022 e la prima parte del 2023, Pirelli ha monitorato attentamente anche i settori in uscita box, in modo da avere riferimenti dettagliati sui tempi necessari per portare le gomme ad un buon livello di performance: "So che i piloti non sono contenti perché questo è un grande cambiamento e dovranno modificare il loro approccio. Sappiamo che, se l'undercut non funzionasse più, la situazione sarà diversa. Per questo motivo, ad esempio, durante i nostri test di sviluppo stiamo monitorando anche i settori di uscita, intertempo per intertempo, per capire qual è la differenza in termini di secondi al giro o di secondi per settore. Stiamo cercando di raccogliere quanti più dati possibili per fornire informazioni utili a prendere una decisione", ha aggiunto l’ingegnere italiano.
Un membro del team Haas al lavoro, in a corridoi con pile di pneumatici nelle termocoperte
Photo by: Andrew Hone / Motorsport Images
Secondo Isola, è irrealistico pensare che uno pneumatico che non necessiti di essere preriscaldato abbia le medesime prestazioni di quelli che invece sono preparati tramite l’utilizzo delle termocoperte: “Se l'obiettivo è quello di avere uno pneumatico senza copertura che funzioni esattamente come quello attuale, non è possibile. Vi dico che è impossibile”.
"Ma non è impossibile solo per noi, è impossibile per chiunque, perché se si esce con uno pneumatico freddo, non si può avere la stessa aderenza che si ha ora con 70 gradi di temperatura. Forse in Bahrain è sufficiente una sola curva, perché l'asfalto è molto aggressivo, la temperatura è elevata e il layout aiuta a mettere energia nello pneumatico. Ma a Monaco ce ne vorrà di più. A Spielberg ci vorrà di più. Si tratta quindi di un approccio diverso".
Considerazioni che andranno approfondite anche nel test di Silverstone dove gireranno Red Bull, Williams e Haas e che andranno poi a confluire nella votazione del prossimo mese in cui FIA, Pirelli, team e piloti con cui verrà presa una decisione sull’impiego delle nuove coperture nella stagione 2024.
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