F1 | Ferrari: Hamilton vorrebbe portare con sé Bono e Shovlin
Dopo il clamoroso annuncio del suo passaggio in Ferrari dal 2025, Hamilton sta pensando di portare con sé a Maranello Peter 'Bono' Bonnington e Andrew Shovlin. Loro, però, sembrano non gradire il trasferimento in Italia.
Il 2024 è appena iniziato, ma, almeno in Formula 1, dopo l'annuncio dell'approdo di Lewis Hamilton alla Ferrari sembra già essere un anno di transizione verso il 2025, anno in cui il 7 volte campione del mondo smetterà i panni di pilota Mercedes per vestire la tuta rossa.
Gli 11 mesi che separano dal primo giorno di Lewis a Maranello, però, non saranno vissuti restando a casa a fissare la pioggia perché si può ammazzare il tempo (tanto per citare una celebre immagine raccontata in uno dei capolavori dei Pink Floyd, campioni britannici pure loro, ma nel campo musicale).
Hamilton affronterà l'ultima stagione in Mercedes proprio quest'anno, con la W15 che sarà svelata il giorno di San Valentino. Ma il 2025 è dietro l'angolo e l'anglo-caraibico ha un piano ben preciso: portare a Maranello persone con cui ha costruito la sua grandiosa epopea a Brackley per avere un ambiente famigliare sin da subito, persone con cui capirsi immediatamente e, quindi, velocizzare il processo d'ambientamento facendo capire subito alla Gestione Sportiva le sue esigenze, le sue preferenze. Perché, in fondo, sebbene abbia firmato un contratto pluriennale (si parla di un 2+1) il tempo per provare a vincere l'ottavo titolo è poco. E Lewis, questo, lo sa bene.
Ecco perché l'intenzione del pilota britannico è quella di portare con sé a Maranello due figure chiave dell'era Mercedes. Stiamo parlando di Peter Bonnington, meglio conosciuto come 'Bono' nei celebri team radio tra i due, e Andrew Shovlin.
Bono è ormai da anni ingegnere di pista di Lewis. Il loro rapporto è molto stretto, il feeling è tangibile. Shovlin, invece, è direttore dell'ingegneria di pista Mercedes, il quale spesso prende parte ai debriefing del team con la stampa e spiega cosa sia andato e cosa no nei fine settimana di gara.
Nel corso delle ultime ore si è parlato anche di un coinvolgimento di Riccardo Musconi, attuale head of trackside performance di Mercedes ed ex ingegnere di pista sia di Lewis che di Valtteri Bottas quando il finlandese correva per il team di Brackley, ma queste voci non hanno trovato alcuna conferma.
Le richieste o intenzioni di Hamilton hanno perfettamente senso. Andrebbero a ripetere quanto già fatto da Schumacher con il suo approdo in Ferrari nel 1996. Si portò dietro Ross Brawn, direttore tecnico, e Rory Byrne, progettista, entrambi chiavi dei titoli vinti i due anni precedenti con la Benetton.
A oggi, che siamo appena entrati nel mese di febbraio, celebre per ospitare le presentazioni delle nuove monoposto di Formula 1, ci sono diversi ostacoli ai piani di Hamilton. Quello più alto e difficile da travalicare è rappresentato dai dubbi insiti in Bonnington e Shovlin nel trasferirsi dall'Inghilterra all'Italia. D'altronde non si tratterebbe solo cambiare team, ma anche cambiare nazione, cambiare lingua adattandosi - almeno fuori dalla GeS - a parlare italiano e modificare stile di vita di due famiglie.
Per convincere i due ad approdare a Maranello c'è tempo, ma non è detto che questo sia il fattore decisivo per cambiare le cose. Intanto Lewis si prepara per indossare ancora la tuta con il marchio Mercedes ben in evidenza sul petto e cercherà - sempre parafrasando i Pink Floyd - di non girarsi indietro e accorgersi che il tempo è passato, avendo perso il momento giusto per agire.
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