F1 | Ferrari: c'è anche l'esperienza di Rory Byrne nella 676
L'ingegnere sudafricano, che la prossima settimana compirà 80 anni, si è rivisto girare nei reparti della Gestione Sportiva. Il super consulente del Cavallino è l'unico, insieme a Newey, che ha ancora la visione globale di una monoposto. Lo staff tecnico di Cardile può fare affidamento sull'enorme esperienza di Byrne, uno dei pochi sopravvisuti dell'era Schumacher. L'ingegnere oltre a essere un ispiratore di idee e un solutore di problemi, ha una grande capacità di motivare i giovani ingegneri.
È un ritorno gradito, graditissimo. Rory Byrne, consulente di lusso del Cavallino, lo si è rivisto girare fra i reparti della Gestione Sportiva a dispensare il suo sapere fra i tecnici di Maranello che si occupano della 676, sigla di progetto della monoposto rossa 2024, come di solito accade nella fase invernale.
Era in Italia già prima delle vacanze di Natale, accompagnato dalla famiglia che ne ha approfittato per un periodo di vacanza sulle nevi del Trentino, ma la presenza discreta dell’ingegnere sudafricano di Pretoria che la settimana compirà 80 anni, non è passata affatto inosservata.
Photo by: Ferrari Media Center
Paolo Martinelli, Ross Brawn, Rory Byrne e Jean Todt: la squadra vincente di Micheael Schumacher nel 2002
Il geniale progettista, che ha disegnato le Ferrari vincenti dell’era Schumacher sotto la guida tecnica di Ross Brawn, ha un contratto di collaborazione con la Scuderia e non si tira certo indietro nel dare il suo contributo alla nascita della macchina che dovrà rilanciare le sorti del Cavallino dopo un 2023 difficile.
Rory, insieme al vate dell’effetto suolo, Adrian Newey, è considerato uno dei massimi esperti di macchine ala per cui il suo bagaglio di esperienza può essere molto utile a evitare errori grossolani nella gestione del porpoising. Non è tipo da computer e simulazioni, perché, stando alle indiscrezioni, Byrne avrebbe una memoria straordinaria e ricorderebbe a memoria certe misure “auree” che fanno parte del suo bagaglio di conoscenza.
Photo by: Motorsport Images
Brian Henton sulla Toleman TG181 Hart la prima F1 disegnata da Rory Byrne
Lo staff di ingegneri di Enrico Cardile, quindi, può beneficiare del supporto… straordinario di Rory, è proprio il caso di dirlo, che in Formula 1 aveva messo piede per la prima volta nel 1981 con la Toleman TG181 che aveva esordito nel GP di San Marino. L’appassionato di modellini aerei (aveva incominciato a scoprire l’aerodinamica con aerei realizzati in legno di balsa) e immersioni subacquee, aveva poi seguito la trasformazione della Toleman in Benetton, vale a dire la squadra che alla guida di Flavio Briatore aveva vinto i mondiali 1994 e 1995, prima di dare inizio al ciclo più fulgido della storia Ferrari, chiamato a Maranello da Jean Todt insieme a Ross Brawn e, ovviamente, a Michael Schumacher.
Byrne non ha solo un altissimo valore tecnico per il suo bagaglio di conoscenza che si porta dietro, ma è anche un grande motivatore dal punto di vista umano. È uno dei pochi superstiti della Gestione Sportiva ad aver vissuto quell’era eroica della Scuderia e i suoi amarcord infiammano i giovani ingegneri che ci sono oggi a Maranello, alternando sapienti consigli tecnici a gustosi aneddoti.
Insomma non siamo di fronte a un vecchio “bollito”, come lo ha considerato qualcuno fin troppo presto, ma a una risorsa che non ha il tempo, né la voglia di curare un progetto dall’inizio (si vuole godere la pensione), ma è un uomo che racchiude la conoscenza del ground effect nei dettagli.
La Red Bull campione del mondo ha costruito la squadra diretta da Pierre Waché intorno a Newey: a Milton Keynes c’è una struttura che sa trasformare in modelli CAD le intuizioni di Adrian, un ingegnere che non ha mai rinunciato agli schizzi per dare corpo a un’idea, passando poi dal tecnigrafo. L’inglese, recentemente, si è indispettito quando ha letto su più fonti che il team capeggiato da Christian Horner si starebbe preparando all’idea che il 65enne di Stratford-upon-Avon possa decidere di fermarsi prima o poi. Segno che al momento Adrian non ha alcuna intenzione di abdicare.
Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images
La Ferrari 676 avrà un retrotremo molto più estremo della SF-23
La Ferrari il suo gioiello lo usa in modo diverso, centellinandone sapientemente la presenza, perché Rory non ha i 65 anni di Newey, ma sta per festeggiare le otto decadi: il suo contributo di esperienza può essere prezioso. Quando ha visto il retrotreno della 676 avrebbe sorriso, dando il suo consenso a un progetto decisamente più estremo rispetto alla SF-23.
Del resto Byrne, proprio come Newey, ha sempre avuto la capacità di leggere le norme nella zona grigia dei regolamenti, tirando fuori idee che avevano fatto discutere perché al limite della legalità. Sulla 676 troveremo qualche piccola sorpresa?
Be part of Motorsport community
Join the conversationShare Or Save This Story
Top Comments
Iscriviti ed effettua l'accesso a Motorsport.com con il tuo blocco delle pubblicità
Dalla Formula 1 alla MotoGP, raccontiamo direttamente dal paddock perché amiamo il nostro sport, proprio come voi. Per continuare a fornire il nostro giornalismo esperto, il nostro sito web utilizzala pubblicità. Tuttavia, vogliamo darvi l'opportunità di godere di un sito web privo di pubblicità e di continuare a utilizzare il vostro ad-blocker.