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Analisi
Formula 1 GP di Abu Dhabi

F1 | Dati: Red Bull equilibrata, Ferrari ha sofferto curva uno

Alla vigilia delle qualifiche vi era tanta curiosità per capire chi avrebbe conquistato la pole position, con tanti possibili pretendenti che credevano di potersi giocare le proprie chance nonostante i piccoli problemi che hanno caratterizzato l'intero weekend. Alla fine, come in altre occasioni, la prima posizione è andata a Max Verstappen con una Red Bull che non ha mostrato punti di forza assoluti, bensì un buon equilibrio generale. Al fianco dell'olandese ci sarà Charles Leclerc, con il monegasco capace di portare la sua Ferrari al secondo posto: la Rossa ha patito soprattutto l'approccio in curva uno, dove aveva faticato già al venerdì. Osserviamo cosa raccontano i dati delle qualifiche.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Nel giro di meno di 48 ore, Abu Dhabi ha cambiato più volte padrone. Nelle libere si sono avvicendati Charles Leclerc e George Russell, ma alla fine, come in tanti altri appuntamenti di questa stagione, a mettere il proprio sigillo sull’ultima pole position di un mondiale che porta il suo nome è Max Verstappen.

Tuttavia, alla vigilia delle qualifiche vi erano più dubbi che certezze perché, a differenza di altre occasioni nel corso di questo campionato, ognuno doveva scontrarsi con qualche difficoltà specifica. Al venerdì Verstappen aveva accusato un eccessivo sottosterzo e un bottoming troppo marcato, mentre George Russell, che credeva di avere concrete possibilità di lottare per la pole dopo la buona prestazione in FP3, avrebbe dovuto scontrarsi con il calo delle temperature nel passaggio alla sessione in notturna. Non è un caso che lo stesso portacolori si sia poi detto in parte sorpreso della pole, con una vettura che ha trovato la quadra solo in qualifica: al di là della RB19, sul giro secco la RB19 non ha mostrato punti di forza assoluti sui rivali, ma è riuscita a fare dell'equilibrio tra i rettilinei, le zone veloci e i tratti lenti la sua migliore qualità.  

A conquistare la prima fila accanto all’olandese c’è però chi, come spesso accade, è riuscito a fare una magia sul giro secco, costruendo un’altra qualifica da protagonista, ovvero Charles Leclerc. Il sabato della Ferrari è stato ricco di alti e bassi, con un netto contrasto tra l’eliminazione in Q1 di Carlos Sainz e il bel secondo posto del monegasco, conquistato con un ultimo giro che potrebbe rientrare tra i più belli della sua stagione. Tuttavia, in realtà anche la terza sessione di libere aveva lasciato sensazioni contrastati per il Cavallino, che probabilmente aveva mal digerito le temperature più calde del tardo pomeriggio, prediligendo invece il fresco della notte.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Osservando i riferimenti telemetrici, le prime differenze emergono già in curva uno, dove in realtà già nella giornata di venerdì Charles Leclerc aveva mostrato qualche segnale di sofferenza rispetto ai propri avversari. Difficoltà che si erano poi ripetute anche al sabato pomeriggio durante l’ultima sessione di libere, in cui aveva sottolineato come, in quel tratto specifico, non riusciva a trovare il grip di cui disponevano invece gli avversari. Ciò lo si nota soprattutto in ingresso e in percorrenza: in entrata Verstappen riesce a frenare più tardi portando allo stesso tempo maggior velocità a centro curva, circa 4 km/h in più. Al contrario, il monegasco è costretto a sacrificare l’ingresso, in modo da poter anticipare il ritorno sull’acceleratore in uscita senza accusare troppo sottosterzo. Queste difficoltà sono costate oltre un decimo al Ferrarista, poi solo parzialmente recuperato in curva tre.

Nella lunga curva veloce in appoggio che caratterizza il primo settore, infatti, Leclerc è in grado di riavvicinarsi al poleman, seppur solo in maniera molto contenuta rispetto al giorno precedente. Al venerdì, infatti, la RB19 aveva patito in maniera importante i dossi che caratterizzavano in quel tratto di pista, accusando quindi un bottoming eccessivo che destabilizzava la vettura. Per quanto in nottata gli interventi alla pista, con vari lavori per rendere più liscio l’asfalto, e gli interventi di set-up abbiano permesso di fare dei passi in avanti, ciò non si è rivelato comunque sufficiente per mantenere il medesimo ritmo di Mercedes, Ferrari e McLaren, più rapide di almeno 2-3 km/h. Solo nel momento in cui si supera curva tre per lanciarsi verso la staccata della cinque Verstappen torna a guadagnare, abbastanza per concludere in testa il primo settore nel confronto con Leclerc.

Osservando curva cinque, invece, si possono notare due stili molto differenti: il tre volte campione del mondo segue una linea più a “v” ritardando la frenata, tanto che registra una velocità di percorrenza inferiore, mentre Leclerc cerca di mantenersi più interno per percorrere meno strada. Due approcci diversi, ognuno con i propri vantaggi e svantaggi, ma che sostanzialmente si sono grossomodo equivalsi sul piano cronometrico.

Confronto telemetrico Qualifiche di Abu Dhabi tra Leclerc e Verstappen

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Confronto telemetrico Qualifiche di Abu Dhabi tra Leclerc e Verstappen

Dove Ferrari torna a guadagnare è nella progressione lungo il grande rettilineo che caratterizza il secondo settore. Avendo un set-up leggermente più scarico dei rivali e potendo contare su un’ottima progressione, la SF-23 a DRS chiuso dimostra buone velocità, con un margine di circa 3-4 km/h: tuttavia, una volta aperta l’ala mobile la situazione si inverte, con la RB19 che non solo riesce a colmare il gap, ma anche superare in maniera minima la monoposto di Maranello. Lo stesso comportamento lo si può osservare anche nell’allungo successivo che porta a curva nove.

Particolarmente interessante è il confronto alla chicane lenta sei-sette dove, anche in questo caso, si possono riscontrare due approcci differenti. Mentre Verstappen frena in maniera più aggressiva per favorire il cambio di direzione, mantenendosi quanto più vicino al cordolo interno per una miglior impostazione della seconda parte della chicane, Leclerc segue la scelta opposta, con una velocità di percorrenza superiore in curva sei ma inferiore alla sette.

Un discorso che si può applicare anche alla parte lenta del terzo settore, quella più guidata, già a partire da curva 12. Se il pilota del Cavallino lascia scorrere la vettura portando maggior velocità in percorrenza, anche a costo di finire su una traiettoria più ampia e meno remunerativa in termini di impostazione di curva 13, al contrario l’olandese frena in maniera più decisa, potendo così mantenere una linea più stretta che favorisce l’inserimento successivo. Tuttavia, il tratto in cui il monegasco fa davvero la differenza è dall’uscita della 14 in poi, dove è in grado di avere un’ottima fase di trazione e di spunto in allungo, poi confermata anche con una buona interpretazione dell’ultima curva che immette sul rettilineo.

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