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Analisi
Formula 1 GP d'Olanda

F1 | Telemetria: efficienza e stabilità chiavi della pole di Max

Anche in qualifica, Max Verstappen è profeta in patria centrando l'ennesima pole position di questa stagione con quasi mezzo secondo di vantaggio su Lando Norris. Se al venerdì i distacchi erano rimasti compatti, al sabato le condizioni meteo hanno ampliato i gap mettendo in mostra il talento dell'olandese e i punti di forza della RB19, che ha fatto dell'efficienza e della stabilità nei tratti veloci le sue armi per puntare al primo posto. A ciò si è aggiunto anche un passo in avanti nelle zone più lente rispetto alla libere.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Da qualche a mese a questa parte, la Formula 1 ha oramai fatto l’abitudine all’arrivo della pioggia in almeno una delle tre giornate di azione in pista. Come da previsioni, così è stato anche a Zandvoort, con i piloti che si sono dovuti confrontare con un asfalto bagnato sin dall’inizio della FP3, che si è poi andato progressivamente ad asciugare in qualifica, anche se non sono mancati episodi e incidenti data la complessità delle condizioni.

Se al venerdì in soli sei decimi erano racchiusi ben dodici piloti, il sabato ha rimescolato le carte, aumentando i distacchi. L’unica sicurezza è che a prevalere è sempre Max Verstappen, il quale in Olanda è alla caccia di un altro record, quello del maggior numero di vittorie di fila, attualmente nelle mani di Sebastian Vettel con otto successi consecutivi. Il due volte campione del mondo ha messo il primo tassello imponendosi in qualifica con circa mezzo secondo di vantaggio sul secondo classificato, Lando Norris, che dopo le libere non aveva nascosto il suo desiderio di lottare per la prima posizione.

Il portacolori della Red Bull è stato ancora una volta in grado di sfruttare al massimo le potenzialità della RB19, completando un giro privo di sbavature nel momento decisivo, mentre altri piloti hanno commesso dei piccoli errori che hanno ampliato il distacco. Nelle mani dell’olandese, la monoposto di Milton Keynes ha dimostrato ancora una volta grande efficienza, ma anche migliori prestazioni in quei tratti più tortuosi come curva tre e l’ultima chicane, con un passo in avanti rispetto al venerdì.

McLaren MCL60
Oscar Piastri, McLaren MCL60

Osservando i dati telemetrici, il primo punto che coglie l’attenzione è quello delle velocità di punta, con una situazione invertita rispetto al venerdì. Se nelle libere era stata la squadra di Woking a registrare i numeri più alti, in qualifica gli scenari si sono ribaltati: la MCL60 ha mostrato un incremento di un solo km/h sul rettilineo principale, con la RB19 quel valore è salito di ben 8 km/h, arrivando a toccare quota 328 km/h prima di curva uno.

Infatti, è importante menzionare che rispetto al venerdì McLaren ha scelto di cambiare configurazione aero al posteriore, montando l’ala più carica tra le due a disposizione: l’ala provata al primo giorno, leggermente più scarica, era un’opzione solo in caso di condizioni completamente asciutte, ma l’arrivo della pioggia in vista delle qualifiche ha cambiato i piani spingendo a scegliere la soluzione che garantiva il maggior carico (a destra nel confronto).

Un elemento rimasto inalterato, invece, è la competitività di Lando Norris in apertura del giro, ovvero in curva uno. Pur anticipando il punto di staccata rispetto a Verstappen, il britannico gestisce in modo completamente diverso la fase di decelerazione, volta a portare maggior velocità a centro curva nonostante una traiettoria più stretta che gli consente anche di percorrere meno strada. Allo stesso modo, anche la percorrenza di curva tre volge a favore del pilota della McLaren, soprattutto in uscita, il che ha permesso di mantenere una velocità superiore in tutto in tratto successivo che porta a curva 5, dove gli scenari si invertono.

Il confronto telemetrico dei giri in Q3 di Max Verstappen e Lando Norris

Il confronto telemetrico dei giri in Q3 di Max Verstappen e Lando Norris

L’efficienza della Red Bull, in un tratto dove le monoposto tendono a toccare l’asfalto a causa delle numerose disconnessioni, ha permesso all’olandese di recuperare terreno. Inoltre, è proprio in zone come questa che vengono fuori ancora i limiti della MCL60: seppur si tratti di un’area ad alta velocità dove generalmente McLaren riesce a esprimere un buon carico, quando i curvoni sono così lunghi e si deve lavorare molto con il volante, la vettura soffre a centro curva. Ciò lo si può apprezzare in particolar modo in curva sette, una delle più ostiche del tracciato, dove il portacolori della Red Bull riesce a ridurre la fase di parzializzazione portando una velocità superiore di circa 8 km/h. Altrettanto indicativa è la zona di curva nove e dieci, con una RB19 composta e reattiva nell’impostazione dei tratti successivi, tanto da arrivare al secondo rilevamento con oltre tre decimi di vantaggio.

L’ultimo settore è indicativo anche del passo in avanti fatto da Verstappen tra il venerdì e il sabato: se durante le libere Verstappen aveva mostrato un approccio più deciso in ingresso, Norris si era dimostrato più incisivo nella seconda parte della chicane, nella fase di rotazione dopo il cambio di direzione, garantendosi anche una buona fase di trazione sul breve allungo che porta a curva tredici.

In qualifica, invece, il due volte campione del mondo è riuscito a portare tanta velocità anche nella seconda parte della chicane, tanto che nel momento in cui è stato necessario tornare sull’acceleratore Verstappen è arrivato circa al 50% del pedale, mentre Norris è rimasto attorno al 30%. Allo stesso modo, le doti di efficienza dopo la penultima curva hanno ulteriormente ampliato il gap tra i due, che così sul traguardo ha superato gli otto decimi.

 

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