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Formula 1 GP di Spagna

F1 | Dati: Barcellona evidenzia le difficoltà Ferrari nei tratti veloci

Max Verstappen ha conquistato una bella quanto inarrestabile pole position, imponendo ancora una volta il suo sigillo su un weekend che sembra avere un destino già scritto. Alle sue spalle prenderà il via la Rossa di Carlos Sainz, autore di un bel secondo posto: tuttavia, le qualifiche catalane hanno messo in risalto uno degli aspetti su cui la SF-23 deve ancora crescere, ovvero le prestazioni nelle curve veloci. Vediamo cosa raccontano i dati.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Dopo le prove libere del venerdì erano emersi due elementi che realisticamente avrebbero caratterizzato il sabato catalano a Barcellona. Da una parte la supremazia di Max Verstappen anche sul giro secco, dall’altra uno scenario di assoluta incertezza alle sue spalle, con Ferrari e Aston Martin pronte a giocarsi il terzo posto e, nella migliore delle ipotesi, una bella quanto insperata prima fila.

Previsioni che hanno trovato conferma in una qualifica imprevedibile di difficile lettura, in cui l’unico aspetto mai in realmente messo in discussione è stata la pole del pilota della Red Bull. Dietro al campione del mondo è andata in scena una sessione in cui non sono mancate le sorprese, a partire dall’eliminazione di Sergio Perez e Charles Leclerc rispettivamente in Q2 e in Q1. Il messicano ha pagato oltremodo le difficoltà nel mandare in temperatura gli pneumatici, così come un errore negli ultimi minuti della seconda manche, mentre la squadra del Cavallino sta ancora indagando su quali siano state le ragioni che hanno rallentato il monegasco.

L’elemento certo è un Verstappen capace di sfruttare al massimo il potenziale del gioiello che ha tra le mani, abbastanza da potersi permettere di abortire un ultimo giro che avrebbe messo ancor più in risalto l’attuale gap tecnico che separa la RB19 dal resto del gruppo. A fine sessione l’olandese non ha mancato di elogiare il lavoro del team dietro le quinte, sostenendo che oggi la vettura fosse sui binari, a conferma di una perfezione che trova la massima espressione con il campione del mondo in carica dietro il volante.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Ad affiancarlo in prima fila ci sarà Carlos Sainz, bravo nel concretizzare le situazioni che si sono poste sulla sua strada, cogliendo il massimo in una giornata dove di più non si poteva. Un aspetto che sia la Rossa che lo spagnolo hanno patito a più riprese in questo avvio di campionato, faticando a capitalizzare quanto di buono mostrato in pista. Certo, con i principali rivali fuori gioco la missione si è semplificata notevolmente, ma lo spagnolo non ha deluso, per quanto non abbia nemmeno nascosto che avrebbe preferito scalare di una posizione in modo da prendere il via dal lato pulito della griglia. 

Al netto delle considerazione secondarie del caso, la qualifica spagnola rappresentava un bel banco di prova per iniziare a farsi un’idea sul reale valore degli aggiornamenti portati a Barcellona dalla squadra di Maranello. L’entusiasmo per la seconda posizione finale si scontra con una dose di realismo riassumibile con la locuzione “una rondine non fa primavera”, con alcuni dettagli che meritano un approfondimento.

Il primo aspetto degno di nota è che, contrariamente ad altri appuntamenti, sulla pista catalana la Rossa non ha sofferto di derating, quantomeno non in maniera marcata. Per quanto rimanga un margine un piccolo gap nei confronti della Red Bull, in questa occasione le differenze principali si notano più in progressione che in termini di velocità di punta, i cui valori sono quasi in linea con quelli della RB19.

Confronto Sainz-Verstappen Qualifiche Spagna

Confronto Sainz-Verstappen Qualifiche Spagna

Photo by: Gianluca D'Alessandro

L'inserimento in curva uno e il successivo cambio di direzione rappresentano una di quelle zone dove Red Bull ha ben figurato sin dalle prime libere. Uno scenario che si è riproposto anche al sabato pomeriggio, mettendo in risalto le doti di stabilità della vettura di Milton Keynes. Discorso simile ma differente anche per curva tre, dove a differire sono le interpretazioni: se è pur vero che i raffronti telemetrici indicano una velocità di percorrenza maggiore per il Ferrarista, ciò è in parte dovuto al fatto che Sainz abbia scelto di lasciar scorrere la vettura andando anche oltre la linea bianca, mentre Verstappen è rimasto più interno percorrendo così meno metri.

Passando al secondo settore, più nello specifico curva cinque, in quello che al venerdì era stato uno dei punti di forza dei due Ferraristi si denota una certa parità tra i due primi classificati, segnale che Red Bull è andata a limare in maniera efficace quei piccoli dettagli su cui c’era ancora del margine al venerdì. 

Da curva sette in poi inizia la parte più interessante dell’analisi, che non mette tanto in evidenza un ampio quanto prevedibile gap della Red Bull, ma piuttosto come la SF-23 abbia patito le zone ad alta velocità anche nei confronti di McLaren e Alpine, rispettivamente terza e quarta classifica con Lando Norris e Pierre Gasly. Secondo quanto spiegato dallo stesso Sainz al termine delle qualifiche nella conferenza stampa, l’obiettivo del nuovo pacchetto sarebbe quello di rendere la vettura più prevedibile, ma anche di migliorare il comportamento nelle curve a medio-bassa velocità, mentre rimane ancora del lavoro da fare sui tratti più rapidi.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

“Il nuovo pacchetto doveva migliorare soprattutto la velocità medio-bassa e in quell'area abbiamo sicuramente fatto un passo nella giusta direzione. E come ho detto prima del weekend, un passo in una direzione diversa non è tanto un grande aggiornamento o un grande cambiamento nelle nostre prestazioni, ma l'apertura di una finestra di lavoro diversa per la macchina. Questo era l'obiettivo principale dell'aggiornamento, non quello di andare improvvisamente mezzo secondo più veloce”.

“Vogliamo anche rendere la vettura più prevedibile, più guidabile, più facile da mettere insieme in un giro e speriamo che vada in questa direzione, ma purtroppo siamo arrivati su una pista che non si adatta al nostro pacchetto. Le nostre prestazioni ad alta velocità non sono state buone dall'inizio della stagione. Dall'Australia, abbiamo lottato con il bilanciamento e con i rimbalzi e con molte altre cose che ci accadono ad alta velocità. Quindi sì, vogliamo concentrarci su questo aspetto e vedere se possiamo migliorarlo, perché come avete visto, le basse velocità per noi non sono affatto male”, ha aggiunto lo spagnolo.

Non è un caso che Sainz abbia menzionato l’Australia, ovvero quella tappa dove Ferrari ha iniziato a cambiare direzione a livello di set-up effettuando diversi esperimenti. Da quel momento in poi la vettura è parsa avere un assetto tendenzialmente più morbido, esprimendosi al meglio nelle curve a medio-bassa velocità, che in Spagna figurano in pochi tratti. Al contrario, come si è visto soprattutto a Miami, le prestazioni nei tratti più rapidi richiedono ancora un ampio lavoro.

Confronto Sainz-Norris Qualifiche Spagna

Confronto Sainz-Norris Qualifiche Spagna

Photo by: Gianluca D'Alessandro

In effetti, anche prendendo i valori dell’Alpine e della McLaren, nelle zone ad alta velocità come curva nove o l’ultima a destra del rinnovato layout, il confronto con la squadra di Maranello verge a favore del team inglese e di quello transalpino. Prendendo la famosa curva nove, a lungo ritenuto un banco di prova formidabile per valutare le prestazioni delle auto sul veloce, Sainz è stato l’unico pilota della top five a parzializzare, mentre tutti gli altri hanno mai alzato il piede dall’acceleratore: in quel frangente lo spagnolo ha infatti accusato un gap di circa 7 km/h dai principali rivali.

Indubbiamente la MCL60 ha optato per un assetto carico che ha aiutato a compensare la cronica carenza di carico aerodinamico con cui è nata la vettura di Woking ma, allo stesso tempo, è chiaro che alcuni limiti progettuali della SF-23 risaltino su un tracciato che fa delle curve veloci uno dei suoi elementi caratteristici.

L’obiettivo è ora quello di capire se le novità aiuteranno a trovare una piattaforma più “stabile” e costante in gara, uno dei grandi punti deboli della monoposto di Maranello. La gara del Montmelò sarà il primo banco di prova per un pacchetto di cui, chiaramente, bisogna ancora scoprire il massimo potenziale.

 

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