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F1 | Quando il "preparation lap" può fare una grande differenza

La pole position di Max Verstappen non è mai stata messa in discussione a Barcellona, ma sulla pista catalana abbiamo visto grandi differenze fra piloti, dettate dalle mutevoli condizioni meteo, più che dai valori tecnici finiti in secondo piano. Perez non è uscito dalla Q2 perché non ha saputo accendere le gomme, mentre Sainz ha estratto tutto il potenziale dalla SF-23 Evo al debutto, con Leclerc impossibilità di uscire dalla prima tagliola con una rossa inguidabile.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

Quando a prevalere è la pura variabile tecnica si assistono spesso a schieramenti di partenza dove ogni squadra conquista la sua fila, con due monoposto quasi allineate nelle performance. Oggi sul circuito di Catalunya non è stato così, perché a salire in cattedra sono stati i piloti.

La pista di Barcellona è probabilmente quella sulla quale un pilota di Formula 1 ha percorso più giri in assoluto, e prevedere che proprio a Montmelò avremmo assistito ad una qualifica che ha evidenziato esiti sorprendenti nel confronto tra compagni di squadra, era praticamente impossibile. A cambiare lo scenario sono state le condizioni meteo, che hanno reso la pista umida e molto insidiosa.

Il poleman Max Verstappen, Red Bull Racing, riceve il premio Pirelli per la pole position dal calciatore Mason Mount

Il poleman Max Verstappen, Red Bull Racing, riceve il premio Pirelli per la pole position dal calciatore Mason Mount

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

A fare la differenza sono stati diversi parametri: la velocità d’adattamento, l’identificazione della traiettoria con più grip e, soprattutto, il temutissimo ‘preparation lap’, ovvero il giro di lancio nel quale un pilota deve portare gli pneumatici a raggiungere la temperatura che garantisce il miglior rendimento.

Oggi a Barcellona le condizioni hanno reso queste tre variabili più complesse del solito, soprattutto la terza. Sergio Perez, uno dei grandi delusi di giornata, ha riassunto così il suo pomeriggio tutto in salita: “Quando sono uscito di pista nel Q2 le gomme erano troppo calde, e dopo l’uscita si sono raffreddate troppo e ho perso il grip”. Risultato, undicesimo e fuori dalla Q3.

Sergio Perez, Red Bull Racing RB19

Sergio Perez, Red Bull Racing RB19

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

“Credo che le gomme siano state un fattore cruciale – ha spiegato Horner - abbiamo controllato tutti i carichi aerodinamici dopo la Q1 e con dalle analisi fatte in sede è emerso che le due monoposto (di Perez e Verstappen) generano la stessa quantità di carico aerodinamico. Credo che a fare la differenza sia stata dovuta solo al mettere in finestra le gomme, Checo non ha mai rimediato un distacco simile da Max, quindi qualcosa non ha funzionato”.

Max invece ha funzionato alla perfezione, e lo ha fatto alla Verstappen, dall’alto di una superiorità che va oltre il già ampio mezzo secondo che ha inflitto al più vicino degli avversari, Carlos Sainz. Nell’ultimo ‘run’ della Q3 Max è uscito dalla pit-lane per ultimo e, dopo aver ottenuto il nuovo record nel secondo settore, ha ricevuto l’ordine di alzare il piede, visto che gli avversari erano già transitati sotto la bandiera a scacchi. Altro pianeta.

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari, nella conferenza stampa dopo le qualifiche

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari, nella conferenza stampa dopo le qualifiche

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Nello scenario degli umani è emerso Sainz, e lo ha fatto in un momento importante per sé stesso e per la Ferrari. Il pubblico di casa lo ha gratificato con un lungo applauso che ha coinvolto tutta la tribuna centrale, un momento che non ha lasciato indifferente anche un pilota che non è noto per far trasparire le sue emozioni.

Il secondo tempo è emerso in uno contesto complicato. “Le condizioni non erano per niente facili oggi – ha commentato Carlos - ma siamo riusciti a mettere insieme dei buoni giri e credo che abbiamo tirato fuori il massimo dalla vettura senza lasciare nulla di intentato”.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Jake Grant / Motorsport Images

Il buon sabato di Sainz è stato di grande aiuto per la Ferrari, ritrovatasi orfana di Leclerc già al termine della Q1 per motivi su cui la squadra sta ancora investigando. Un mistero per la dinamica, visto che Charles non è stato della partita, alle prese con una monoposto giudicata inguidabile.

Leclerc ha montato anche un secondo set di soft come tentativo estremo nella speranza di aver beccato in precedenza un treno di gomme non ottimale, ma la realtà è stata un’altra. Diciannovesimo, e per la prima volta da quando è in Ferrari, eliminato al termine della Q1 per pura mancanza di performance.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Domani per Sainz ci sarà una buona opportunità per puntare al podio, visto che gli avversari diretti scatteranno tutti molto alle sue spalle. Oltre a Perez anche Alonso ha concluso le qualifiche all’insegna della delusione.

Nel caso di Fernando non ci sono misteri tecnici visto che a vanificare le sue chance è stata un’uscita di pista nel Q1 che ha danneggiato il fondo della sua Aston Martin. Dopo essere riuscito comunque ad entrare in Q3, Alonso ha compromesso con un errore anche il suo ultimo tentativo, scivolando in ottava posizione.

Lance Stroll e Fernando Alonso, compagni di squadra in Aston Martin

Lance Stroll e Fernando Alonso, compagni di squadra in Aston Martin

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Con molta onestà Fernando ha ammesso di non aver guidato al meglio, ma guarda a domani con maggior ottimismo. La pioggia che oggi ha scombinato le carte si farà fa parte, e conta sulla sua Aston Martin per tornare a salire sul podio davanti al pubblico di casa.

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