F1 | Aston punta il DRS Red Bull: "Una sfida colmare il gap"
Sin da inizio anno uno degli elementi che hanno pesato sulle performance della Aston Martin è rappresentato dal deficit in termini di velocità di punta rispetto ai rivali. Nel corso della stagione, la squadra di Silverstone ha preso spunto in più occasioni dai rivali, soprattutto dalla Red Bull, anche per cercare di replicare quel vantaggio ad ala aperta di cui dispone la RB19. Tuttavia, la squadra di Silverstone ha spiegato come riuscire a far funzionare tutti gli elementi necessari per ottenere quel comportamento rappresenti una vera e propria sfida.
Uno dei grandi temi della stagione 2023 è stato il funzionamento del DRS della Red Bull, aspetto su cui ogni squadra ha trovato una propria spiegazione osservando le caratteristiche della RB19. In più occasioni, infatti, la monoposto di Milton Keynes ha dimostrato di avere una marcia in più con l'ala mobile spalancata, con un vantaggio che, chiaramente, andava a variare da pista a pista.
In più occasioni durante il mondiale Red Bull ha deciso di montare un'ala più carica rispetto ai propri rivali, tanto che, in condizioni di DRS chiuso, spesso si sono viste vetture più rapide sugli allunghi. Un esempio lo si è visto a Las Vegas, appuntamento in cui Max Verstappen decise di effettuare una modifica al setup dell'ultimo secondo prima della qualifiche, optando per un'ala più scarica che non aveva ancora provato nel weekend.
Nel corso della stagione diverse scuderie hanno provato a comprendere i segreti del DRS Red Bull, portando anche delle ali posteriori molto simili a quelle già viste sulla RB19. Tra queste vi è anche l'Aston Martin, che già in Azerbaijan aveva deciso di far debuttare un'ala a basso carico dalle fattezze simili a quelle della scuderia di Milton Keynes.
Photo by: Uncredited
L'ala dell'Aston Martin a Baku
La squadra diretta da Mike Krack arrivava infatti da diversi appuntamenti in cui, complici le scelte proprio in tema di ali posteriori, aveva accusato un gap piuttosto importante sui rettilinei, sapendo di dover lavorare sulla riduzione della resistenza all'avanzamento. Durante le qualifiche del Gran Premio del Bahrain, Alonso aveva registrato una velocità massima di circa 6 km/h inferiore a quella della Red Bull, mentre in Arabia Saudita, complici le differenti scelte in termini di carico, quel gap era addirittura aumentato: 10 km/h sul rettilineo principale, 13 sull’allungo opposto. Un tema che nel corso della stagione ha pesato anche sulla McLaren, soprattutto sui pacchetti a basso carico, su cui è stata costretta a utilizzare delle vecchie ali che non erano state ottimizzate per i pacchetti più recenti aggiornati durante il mondiale.
"Abbiamo notato che l'anno scorso la Red Bull era molto forte in questo campo, quindi hanno preso il sopravvento. Ricordo che a Jeddah l'anno scorso è stata la prima volta in cui tutti si sono detti: 'Wow, il vantaggio ottenuto all'apertura del DRS piuttosto grande'", ha detto McCullough, responsabile tecnico dell'Aston Martin.
"L'interazione tra l'intero posteriore della vettura e il carico sul diffusore, la beam wing, l'ala posteriore, il mainplane, il flap, i condotti dei freni, l'intreccio di tutti questi elementi è ovviamente molto diverso rispetto alle vetture della generazione precedente. E ottenere una piattaforma aerodinamica stabile che non presenti porpoising e tutte le altre cose che non vogliamo, ovvero ottenere molto carico, ma fare in modo che quando si apre il DRS si abbia un raggio d'azione il più ampio possibile, quello è l'obiettivo. All'inizio non avevamo un DRS particolarmente efficace e ci siamo limitati a svilupparlo sistematicamente per migliorarlo cercando di mantenere la stabilità".
Photo by: Giorgio Piola
Dettaglio tecnico della Red Bull Racing RB19
Durante il campionato la squadra di Silverstone ha infatti continuato a lavorare su questo aspetto, anche se il lavoro si è dovuto aggiungere ai problemi derivanti da uno sviluppo sbagliato che ha costretto il team a fare un passo indietro nella parte conclusiva della stagione, abbandonando il nuovo fondo che era stato introdotto ad Austin. Aston ha cercato di descriverlo come un esperimento, dato che alcune caratteristiche in effetti riprendevano soluzioni che si erano già viste sulle monoposto degli avversari.
Tuttavia, nonostante il passo indietro generale a livello di fondo, le novità non sono mancate fino all'ultimo appuntamento dell'anno, dove la scuderia britannica ha introdotto un'ala posteriore nuovamente modificata, anche in questo caso prendendo ispirazione da idee viste su altre vetture, tra cui McLaren e la stessa Red Bull. Ad Abu Dhabi si è infatti vista un'ala ridisegnata, che ha portato anche a rivedere alcuni dettagli del funzionamento della beam wing inferiore, pensata per lavorare al meglio con la versione aggiornata del pacchetto al posteriore. Oltre al flap modificato, gli ingegneri sono intervenuti anche sui supporti laterali che lo collegano all'endplate, con una forma totalmente diversa da quella precedente per migliorarne ulteriormente l'efficienza.
McCullough ha spiegato come intervenire per incrementare l'efficacia del DRS sia stato tutt'altro che semplice: "Tutti questi elementi del retrotreno sono collegati. Non si può fare molto nell'ambito dei regolamenti. Si cerca sempre di produrre carico e di non avere troppa resistenza aerodinamica".
Photo by: Filip Cleeren
L'ala posteriore della Aston Martin AMR23
"Ma poi, per ottenere un vantaggio significativo del DRS e far funzionare bene tutte queste cose, è una sfida per i dipartimenti dedicati all'aerodinamica. Ed è per questo che abbiamo assistito a un notevole sviluppo in quest'area, non solo da parte nostra, ma anche da parte di altri rivali".
Riguardo all'ala sperimentata ad Abu Dhabi, il responsabile tecnico di Aston Martin ha spiegato soprattutto quanto fosse importante sperimentarla già quest'anno per avere un confronto diretto con i dati al CFD e in galleria del vento, dato che quella soluzione tornerà utile anche per la prossima stagione: "Per noi era importante montarla sulla vettura alla fine di quest'anno per correlare ciò che vediamo nella galleria del vento e nella CFD, e abbiamo fatto alcuni confronti tra le vetture e le sessioni, e l'ala si comporta bene".
Un elemento importante, perché in più occasioni Fernando Alonso si è lamentato proprio delle scarse velocità di punta come uno dei limiti più importanti della AMR23: "Se riusciremo a migliorare la velocità in rettilineo, credo che questo sia stato, in termini di prestazioni, il nostro punto debole. Sempre un po' troppo lenti sui rettilinei. Per essere rapidi come gli altri, dovevamo togliere troppo carico sull'ala posteriore, quindi finivamo per essere lenti anche in curva".
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