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MotoGP GP della Malesia

MotoGP | Martin: "Non mi interessa fare 4° con la pressione giusta, rischierò"

Il pilota del Prima Pramac Racing non è riuscito a brillare in Malesia, perché ha cercato di andare abbastanza sul sicuro con le pressioni delle gomme, essendo a rischio penalità. Questo però gli ha impedito di correre a modo suo e Bagnaia ne ha approfittato per riportarsi a +14. Ora però anche Pecco ha sfruttato il suo warning, quindi il madrileno tornerà ad attaccare in Qatar.

Jorge Martin, Pramac Racing

Nella seconda parte della stagione 2023 non si era mai visto Jorge Martin in difficoltà come nella gara lunga di Sepang. In Indonesia ed in Australia aveva commesso degli errori che lo avevano fatto uscire sconfitto, ma in Malesia non ha mai avuto il ritmo dei migliori e nella prima fase della corsa si è dovuto arrendere anche nel duello corpo a corpo per la terza posizione con il rivale nella corsa al titolo, il ducatista Pecco Bagnaia.

Come già capitato nella Sprint, il madrileno del Prima Pramac Racing ha avuto delle difficoltà con la gomma anteriore. Se ieri era stato un problema di innalzamento delle pressioni, oggi è stato legato alla temperatura, che alla lunga gli ha impedito di stare nel codone della Desmosedici GP del campione del mondo in carica, accontentandosi del quarto posto per non rischiare di finire ruote all'aria.

"Sicuramente la pressione era più alta di quello che avrei voluto, ma meno di ieri. Abbiamo cercato di fare un po' meglio in questa situazione, ma non è stato sufficiente e dopo pochi giri stavo rischiando di cadere in ogni curva. E' stato davvero difficile e frustrante non pover spingere per tutta la gara. Dunque, il quarto posto era il massimo che potevo fare", ha detto "Martinator" senza nascondere la sua delusione.

"Credo che la pressione fosse poco più di 2 bar, non come ieri che era arrivata a 2,1. Ma credo sia più la temperatura che è salita stando dietro a Pecco. Ho fatto fatica e poi non è più scesa. Ho cercato di metterlo sotto pressione, ma poi mi sentivo come se dovessi cadere, quindi ho rallentato", ha aggiunto.

Jorge Martin, Pramac Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Jorge Martin, Pramac Racing

Dopo aver guadagnato 2 punti su Bagnaia nella Sprint, nella gara lunga il piemontese gliene ha ripresi 3. Questo vuol dire che a separarli a due fine settimana dal termine ce ne sono 14, uno in più di quando erano arrivati in Malesia. Lo spagnolo però non fa drammi, convinto che il discorso iridato sia ancora apertissimo.

"Abbiamo perso un punto alla fine del weekend, che non è poi tanto. A volte ne ho recuperati anche 15, quindi sono fiducioso che nelle prossime gare potrò essere veloce. Se ci sono delle piste su cui si può recuperare, queste sono proprio il Qatar e Valencia, perché spesso ci sono delle gare di gruppo, quindi potrei mettere diversi piloti tra me e Pecco. Per entrambe le parti si possono guadagnare o perdere molti punti. Dunque, sono fiducioso e cercherò di batterlo nella prossima gara per recuperare punti".

Dopo la gara, ha scoperto che anche Pecco Bagnaia si è giocato il suo "jolly" legato alla nuova regola delle pressioni delle gomme, incappando nel warning. Questo vuol dire che ora entrambi rischiano una penalità se dovessero essere pescati al di sotto dei valori imposti da Michelin nelle prossime due gare. Martin però ha messo in chiaro di non avere alcuna voglia di continuare a gestire come ha fatto in Malesia.

"Dal mio punto di vista, penso che potrei rischiare. Non mi interessa finire quarto con la pressione giusta, preferisco lottare per la vittoria con una pressione bassa. Alla fine tre secondi non sono così tanto: oggi vincendo sarei potuto salire sul podio anche con una penalità. Non mi interessa se finirò ad un punto o ad 80 da Pecco, quindi rischierò nelle prossime gare e spingerò".

Quando poi gli è stato chiesto se questa regola stia minando l'essenza della MotoGP, ha risposto senza esitare: "Al 100%. Quest'anno va così, con i warning e le penalità, ma l'anno prossimo sarai squalificato se sei sotto al valore. Dobbiamo fare delle pressioni agli organizzatori per fare un passo indietro o per fare in modo che almeno questa situazione sia più facile per i team".

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