F1 | Vowles: "Fino al 2023 la Williams gestiva le auto su Excel"
Sin dal suo arrivo, James Vowles sapeva che il suo percorso in Williams sarebbe stato difficile e ricco di aspetti su cui intervenire. Il Team Principal ha parlato di questa rivoluzione, raccontando cosa è cambiato nell'ultimo anno: prima del suo arrivo, le auto erano gestite su un foglio Excel e diversi componenti erano prodotto ancora in metallo.
Dopo anni difficili, soprattutto a livello finanziario, passo dopo passo la Williams sembra vedere la luce alla fine del tunnel, anche se l’obiettivo è ancora distante. Grazie all’arrivo di Dorilton Capital, la squadra ha potuto accedere a nuovi investimenti con cui rafforzare non solo il personale, ma anche le strutture.
Non è infatti un mistero che, al di là delle carenze organizzative e umane, la Williams dovesse fare i conti anche con delle attrezzature ormai superate da tempo, in alcuni aspetti decide di anni più vecchie dei rivali. Uno stato di declino conseguenza proprio degli scarsi investimenti adoperati prima dell’ingresso nel gruppo della società privata, che ha permesso di sbloccare fondi impossibili da raggiungere sotto la precedente proprietà.
Uno dei passaggi fondamentali è stato quello di affidare la guida del team a James Vowles, ingegnere di lunga esperienza in Formula 1, non solo grazie alla lunga carriera nel motorsport, ma anche grazie agli anni passati in un ruolo di spicco nel ciclo vincente della Mercedes. La sua figura è stata ritenuta la più adatta a guidare il nuovo corso, anche grazie alle sue qualità umane, le quali lo hanno fatto diventare un vero e proprio riferimento all’interno della scuderia, non solo dal punto di vista tecnico e organizzativo.
Alex Albon, Williams FW46
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
Inoltre, l’arrivo di Vowles, così come l’ampio programma di investimenti intrapreso da Dorilton Capital, ha permesso di attrarre altri ingegneri da scuderie rivali, come Pat Fry, il quale lo scorso anno ha lasciato l’Alpine per abbracciare il nuovo progetto della casa di Grove.
Il settimo posto conquistato l’anno scorso, seppur giunto anche grazie a specifiche caratteristiche della vettura, ha subito rappresentato un segnale delle ambizioni del team, che non vuole essere più fanalino di cosa, bensì una squadra con delle ambizioni. Per riuscirci, tuttavia, prima di tutto è stato necessario anche rivedere i processi organizzativi e le strutture, che in passato sono costate alla Williams sia tempo che denaro. Alle volte il costo di nuove attrezzature può essere ammortizzato con la maggior efficienza all’interno dell’azienda, come in questo caso.
“Dal secondo giorno che arrivai in Williams, capii subito che sarebbe stato un percorso difficile. C’era ben poco rispetto a ciò a cui ero abituato”, ha raccontato James Vowles affrontando il paragone con la Mercedes e di quali passi avesse bisogno la Williams per costruire le prime fondamenta.
“Non ci vuole molto prima di rendersi conto che c'era ben poco rispetto a ciò a cui ero abituato. E non intendo solo in termini di strutture e edifici. Ma di dati di elaborazione. Non c'erano nemmeno dati sul costo di un componente! Non c'erano nemmeno dati su quanto tempo ci voleva per produrre i pezzi. O quanti componenti erano presenti nel sistema da costruire. Quando mancano questi dati, è difficile capire quanto fosse difficile gestire una vettura di 20mila pezzi, dove si trovano nell’azienda, come si uniranno, quando tempo ci vorrà per ricostruirli e svilupparli”, ha poi aggiunto il Team Principal, il quale già nelle prime interviste aveva menzionato come mancasse un sistema di gestione dei pezzi.
James Vowles, Team Principal, Williams Racing
Foto di: Motorsport Images
Uno dei primi aspetti su cui Vowles ha lavorato è stato proprio quello di creare una nuova struttura per la gestione dei componenti, in modo che fosse più semplice organizzare il team e il lavoro del personale. Per quanto sia difficile da credere, prima del suo arrivo, infatti, tutti i pezzi delle monoposto erano gestiti con un foglio Excel: “L'auto, come l'ho vista 12 mesi fa, era un elenco Excel. Ora pensate... Si tratta di 20.000 componenti. L'elenco Excel era uno scherzo. Voglio dire, è impossibile navigare al suo interno per capire cosa serve. E poi era impossibile da aggiornare. Ma questo è il modo in cui la macchina era costruita prima del mio arrivo”, ha raccontato Vowles.
Ciò rappresenta un problema non solo in termini di organizzazione, ma anche di gestione dei costi, perché un team deve essere sempre ben consapevole dell’usura di un certo componente, a che punto si trova del suo ciclo di vita e se è necessario fabbricarne altri con differenti caratteristiche. Aspetti che hanno chiaramente un’influenza sul budget, che per la Williams non è certo infinito.
“Prendiamo l'ala anteriore. Un'ala anteriore è composta da circa 400 pezzi. Quando si dice: "Vorrei un'ala anteriore", è necessario inserire nel sistema i pezzi metallici, i pezzi di carbonio che compongono l'ala anteriore. E devono essere ordinati. Un'ala anteriore è più importante di un braccio anteriore? In questo caso, dove passano? Dove sono in ispezione? Quando si iniziano a tracciare centinaia di migliaia di componenti, muoversi su un foglio Excel è inutile. È necessario sapere dove si trova ognuno di quei singoli componenti. Quanto tempo ci vorrà prima che sia completato, quanto tempo ci vorrà prima che vada in ispezione”.
Quando si tratta di dover gestire così tanti componenti, è chiaro che, per quanto un team possa essere diviso in settori, si crea solo confusione. Gli scambi non possono essere solo verbali, in quanto bisogna traccia dei vari spostamenti, motivo il quale alla fine vi era un grosso scambio di e-mail tra i dipartimenti che non faceva altro che rallentare gli ingegneri alla ricerca di informazioni.
Alex Albon, Williams Racing FW46
Foto di: Shameem Fahath
“Eravamo arrivati a una situazione al punto in cui in fabbrica si diceva ‘Non so dove sia questo componente’. E le persone passavano spesso il tempo a camminare per la fabbrica per cercare di trovare un componente. Vorrei che fosse una battuta, ma non lo è. Ma vi dà un'idea delle opportunità che abbiamo. Perché una volta superato questo problema e smesso di preoccuparsi di dove si trovino i singoli pezzi”.
Vowles, infatti, ha spinto perché venisse introdotto un nuovo sistema di gestione dei componenti, cosa comune nelle altre squadre, ma che per la Williams ha rappresentato una piccola rivoluzione. Dall’altra parte, però, questo processo ha richiesto tempo, non solo per la dovuta fase di inserimento all’interno dell’azienda, ma anche perché il personale si è dovuto adattare a un nuovo sistema.
“Facciamo un esempio. Il nostro telaio è passato da qualche centinaio di pezzi a qualche migliaio di componenti. Si tratta di un salto molto importante. E allo stesso tempo abbiamo un sistema che è stato migrato da un foglio Excel a un sistema digitale. Abbiamo quindi cambiato il modo in cui le cose vengono registrate e archiviate digitalmente all'interno dell’azienda”.
Tuttavia, il lavoro di Vowles non si è limitato solo alla parte organizzativa e di gestione, ma anche ad altri aspetti legati alle prestazioni. Arrivato alla Williams, infatti, il nuovo Team Principal ha infatti scoperto che alcune parti della vettura 2023 erano state ripescate dalla monoposto 2022, ma modificate in alcuni aspetti in modo da risparmiare denaro. Per quanto sia vero che alcuni elementi vengono recuperati da un anno all’altro, anche se tendenzialmente si tratta di cose secondarie, in casa Williams questo era un processo quasi comune.
Box Williams Racing
Foto di: Shameem Fahath
Inoltre, alcuni elementi dell’auto non erano costruiti in carbonio, come per le altre scuderie, bensì erano ancora in metallo, il che comporta un’aggiunta di peso non indifferente se applicata a più pezzi.
“Quando sono arrivato, ho scoperto che alcuni pezzi non sono stati realizzati in carbonio e sono stati realizzati in metallo. Se si torna ai pezzi dell'anno scorso, parte della FW45 in realtà era costituiti da componenti della FW44 [la monoposto 2022] all’inizio della scorsa stagione, perché quelli erano i pezzi disponibili. Quindi, si riorganizzavano e si modificavano”, ha raccontato Vowles, spiegando perché in alcuni casi ciò rappresentasse una perdita di tempo.
“Questi sono gli imprevisti, gli sprechi, perché si spendono... non sembra molto, ma 20-40 ore di lavoro di progettazione e poi di produzione per far uscire i pezzi dalla porta, e niente di tutto questo viene speso per rendere la macchina più veloce, anzi la si rende più lenta”.
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