F1 | Red Bull RB19: ecco l'analisi dei dati della regina d'inverno
La tre giorni di prove in Bahrain ha consegnato una Red Bull "regina d'inverno", che si candida a essere la principale favorita per la vittoria a Sakhir. Il bilanciamento complessivo si è dimostrato subito buono e ciò ha permesso di concentrarsi sulla ricerca degli assetti e sui long run, dove la RB19 ha dimostrato un consumo gomme contenuto. Analizziamo cosa raccontano i dati.
Tre giorni di test hanno lasciato poco tempo alle squadre per conoscere a fondo la vettura e i propri punti di forza in vista del round inaugurale in Bahrain. Con solo ventiquattrore totali di prove, che si aggiungono ai cento chilometri concessi dal filming day, riuscire a comprendere rapidamente le caratteristiche della monoposto e trovare il giusto feeling con la monoposto è essenziale.
Da questo punto di vista, la Red Bull è sembrata immediatamente competitiva sin dal giovedì, girando con costanza e senza grossi problemi, tranne per un piccolo inconveniente tecnico nella sessione pomeridiana della seconda giornata. I team di Formula 1 raramente si trovano d'accordo su qualcosa, anzi, spesso è il gioco delle maschere dei test, dove tutti cercano di nascondersi indicando il rivale come grande favorito. Ma, al termine di questa tre giorni di prove, l’elemento che ha messo tutti d’accordo è che la squadra di Milton Keynes si appresta a tornare a Sakhir come la squadra da battere.
La RB19 si è guadagnata il titolo di “Regina d’inverno”, tanto da far sbottonare anche gli stessi responsabili del team che non hanno nascosto la loro soddisfazione per la forma mostrata dalla nuova vettura: “Ci sono tanti aspetti che ci hanno soddisfatti. Ovviamente siamo stati affidabili e mediamente veloci, ma sono stati soprattutto i long-run di Perez e Max a confermarsi nettamente più veloci dei nostri avversari”, ha spiegato Helmut Marko alla fine dei test prima di ridimensionare quel nettamente.
Il riferimento è in particolare ai tempi registrati sulla lunga distanza, dove sin dal primo giorno la monoposto anglo-austriaca si è ben comportata, evidenziando un degrado contenuto delle coperture.
Una vettura efficace sin dal primo giorno
“Credo che le tre giornata di test siano state molto positive per noi. Il bilanciamento della vettura si è dimostrato subito buono e, di conseguenza, è stato possibile provare molte cose con l'assetto: andare estremamente a sinistra ed estremamente a destra, per così dire. È un bene, perché in questo modo si imparano molte cose sulla vettura", ha spiegato Verstappen, evidenziando come la RB19 abbia mostrato subito buone caratteristiche di bilanciamento, consentendo di proseguire con il programma senza grossi intoppi.
Red Bull ha effettuato anche dei test lato raffreddamento, con branchie asimmetriche sui due lati
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Si tratta di un elemento importante perché, date le novità, non era scontato. Gli nuovi pneumatici introdotti da Pirelli hanno modificato il bilanciamento delle monoposto: il costruttore italiano ha lavorato per ridurre il cronico sottosterzo 2022, consegnando una gomma anteriore più solida e prestazionale, anche se ciò ha costretto le squadre a rivedere la gestione del retrotreno.
Allo stesso tempo, il lavoro effettuato in inverno per ridurre il peso ha aiutato a contenere alcune criticità emerse sulla progenitrice RB18, a inizio stagione fin troppo limitata per quei chili di troppo rispetto al target previsto dal regolamento. Ciò consentirà anche di avere maggior libertà nella gestione degli assetti, potendo giocare sulla distribuzione delle zavorre.
L’aver trovato rapidamente una direzione da seguire ha permesso di concentrarsi in anticipo sulla seconda parte del programma, quella dedicata ai dettagli della messa a punto, come ben evidente dal piano messo in atto dal team. Molteplici run con un giro veloce seguito da un passaggio in pit lane e uno short run da 5/6 tornate, intervallati in maniera regolare, a dimostrazione di come in quelle finestre di tempo gli ingegneri stessero lavorando su regolazioni sul set-up.
Sergio Perez in pista con la Red Bull Racing RB19
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
RB19 convincente soprattutto sul passo gara
Seppur passato in secondo piano, uno degli aspetti più interessanti dei test di casa Red Bull riguarda la scelta della divisione dei turni. Con soli tre giorni a disposizione, potenzialmente sussistevano due approcci: dare a ogni pilota un dì intero e smezzare il rimanente, oppure concedere a ogni conducente metà giornata, in modo da garantire a entrambi i conducenti l’opportunità di provare la vettura nelle ultime otto ore di test.
Red Bull ha optato per la prima opzione, lasciando a Verstappen l’onere o l’onore di portare al debutto la RB19 dopo il filming day, con tutto il lavoro di set-up e di comparazione delle prime cruciali ore. Osservando il programma completato dalla squadra di Milton Keynes, un elemento che salta subito all’occhio riguarda il fatto che l’olandese non abbia completato alcuna simulazione gara, concentrandosi invece su un piano molto particolare. Nella mattinata del primo giorno, dopo un primo giro spinto e un passaggio in pit lane, il pilota della Red Bull tornava in pista per stint piuttosto brevi, mediamente da sei passaggi.
Il programma Red Bull in Bahrain con un piano costante durante i tre giorni: il venerdì mattina dedicato alla simulazione GP
Photo by: Gianluca D'Alessandro
Un piano che si è mantenuto costante in tutta la sessione del mattino, completato a intervalli regolari, segno che durante quelle finestre di tempo in cui la vettura non era sul tracciato, il team stava intervenendo con modifiche di assetto per effettuare delle comparazioni. L’aspetto interessante è che questa modalità di lavoro è rimasta invariata anche nel pomeriggio della prima giornata, con l’unica differenza che gli stint si sono allungati, arrivando anche a toccare quota 15 giri.
La maggior parte dei run della sessione pomeridiana sono stati completati con un crono mediamente attorno al minuto e trentasei, indicazione che probabilmente la vettura non era particolarmente carica in termini di carburante a bordo. La costante risiede nel fatto che in tutti gli stint si sia evidenziato un degrado contenuto, in particolare quelli svolti sotto le luci artificiali con temperature più fresche.
Primo stint Verstappen su C3 - Ore 17:14 (giovedì) | Secondo stint Verstappen su C3 - Ore 18:05 (giovedì) |
32,837 | 33,026 |
in (passaggio in pit lane) | in (passaggio in pit lane) |
out (di nuovo in pista) | out (di nuovo in pista) |
35,756 | 36,202 |
36,3 | 35,981 |
36,239 | 35,966 |
36,078 | 35,959 |
36,401 | 35,732 |
36,511 | 35,840 |
36,442 | 35,795 |
36,834 | 35,971 |
36,854 | 35,914 |
36,913 | 35,854 |
36,595 | |
36,250 | |
36,494 | |
36,806 |
L’unica vera simulazione gara è stata completata il venerdì mattina da Sergio Perez, “gettato” direttamente nella mischia dopo aver completato nelle prime due ore varie uscite per rilevazioni aerodinamiche con la vernice flow-viz e i rastrelli per la raccolta dati.
Nonostante sulla C3 a pieno carico di benzina si evidenzi un certo degrado, come previsto date anche le temperature a ridosso della pausa pranzo, i run successivi sono stati più convincenti, in particolare l’ultimo su C1, che mostra ottimi valori di consumo.
Da un 37 basso iniziale, dopo 22 tornate il messicano è riuscito a mantenersi sul 38 basso, nonostante a metà stint avesse dovuto fare i conti anche con il traffico per la presenza di Esteban Ocon. Chiaramente il compound usato è il più duro di quelli che Pirelli metterà a disposizione per il Gran Premio della prossima settimana, ma i dati raccolti sembrano comunque estremamente incoraggianti.
Indicazioni positive anche dai due long stint completati dal campione del mondo in carica prima di cedere definitivamente il volante al compagno di casacca, anche in questo caso in tarda serata e su gomma C3, per altro usata replicando una scenario post-qualifica. Per quanto possa essere realistico che nei primi giri dei due run Verstappen abbia mantenuto un approccio più conservativo per non bruciare gli pneumatici, non simulando ad esempio una situazione da undercut, i tempi sono rimasti molto lineari, evidenziando un degrado negativo.
Primo stint Perez su C3 - Ore 11:47 (venerdì) | Secondo stint Perez su C2 (venerdì) | Terzo stint Perez su C1 (venerdì) |
37,14 | 37,82 | 37,158 |
37,662 | 37,793 | 37,302 |
37,771 | 37,832 | 37,231 |
37,897 | 37,971 | 37,215 |
37,976 | 37,516 | 37,768 |
38,287 | 39,134 | 37,668 |
38,542 | 37,889 | 37,949 |
38,79 | 38,51 | 37,684 |
38,973 | 38,547 | 37,563 |
39,051 | 38,621 | 37,948 |
39,192 | 38,443 | 37,54 |
39,207 | 38,914 | 37,97 |
39,488 | 39,365 (lungo in curva 10) | 37,781 |
38,977 | 37,817 (traffico di Ocon) | |
39,833 | 37,574 | |
38,091 | ||
38,031 | ||
38,135 | ||
38,626 | ||
38,181 | ||
38,521 | ||
38,034 |
Anche nell’ultima giornata, Red Bull non ha tradito il suo programma, replicando un piano simile a quello che l’olandese aveva completato a inizio test ma con Perez dietro al volante. Giro spinto iniziale, breve passaggio in pit lane e stint da circa 5/6 giri, anche in questo occasione con consumo contenuto. Cinque run identici sempre sul 36, effettuando anche qualche tentativo di undercut per osservare la reazione e il recupero delle coperture dopo la spinta iniziale.
La peculiarità è che nella mattinata il team ne ha approfittato per effettuare ulteriori valutazioni aerodinamiche, girando a lungo con la vernice flow-viz sia al posteriore che nell’area del cockpit, come sull’halo, evidentemente per valutare le turbolenze in uscita dall’abitacolo.
I lavori del sabato mattina in casa Red Bull, quando sono state effettuate delle rilevazioni aerodinamiche con aero rake e flow-viz
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
La sessione conclusiva è stata dedicata sia a prove sulla lunga distanza, con due stint sulla C3, che al giro singolo sulla C4, dove il portacolori di Guadalajara ha segnato il suo miglior crono di sessione. Per quanto i tempi assoluti rappresentino un numero piuttosto vano in sé date le molte variabili in gioco, il lavoro svolto sul compound soffice può tornare comunque utile per comprenderne il comportamento anche in uno scenario insolito. Tuttavia, prima di dedicarsi al lavoro sulla gomma a banda rossa, Perez ha concluso ulteriori due long stint, sempre sulla C3, la mescola più versatile della gamma.
Due run che hanno fornito ancora una volta indicazioni positive, specie il secondo, svolto con temperature più vicine a quelle che si risconteranno durante il fine settimana di gara. Da un 37,6 iniziale, il pilota della Red Bull ha girato con grande costanza, ritornando su un crono molto simile alla fine del decimo passaggio.
Primo stint Perez su C3 - Ore 16:30 (sabato) | Secondo stint Perez su C3 - Ore 17:05 (sabato) |
38,003 | 37,66 |
37,851 | 37,643 |
37,869 | 37,59 |
38,111 | 37,842 |
38,154 | 37,73 |
38,71 | 37,885 |
38,947 | 37,77 |
38,9 | 37,892 |
38,698 | 37,706 |
39,043 | 37,667 |
La situazione sembra un po’ invertita rispetto alla passata stagione, quando ci si aspettava che più la Red Bull potesse uscire soprattutto sulla lunga distanza, come si è in effetti verificato.
L’idea è che quest’anno la RB19 possa partire forte sin dai primi Gran Premi, ma è ben noto che la stagione è lunga, con piste e temperature profondamente, e come tale consentire recuperi e cambi di rotta. Verstappen ha già spiegato che la Red Bull ha diverse novità in cantiere, ma anche gli avversari non rimarranno a guardare.
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