F1 | Ferrari: in Austria il turbo è molto sollecitato
Davide Mazzoni, capo del motore termico in Ferrari, analizza la pista del Red Bull Ring dove le rosse saranno impegnate nel weekend per il GP d'Austria. Il tecnico emiliano evidenzia le caratteristiche del tracciato della Stiria che metteno a dura prova il sistema di sovralimentazione della power unit 066/7. I tecnici capeggiati da Enrico Gualtieri hanno messo a punto nuove strategie di sfruttamento della potenza ibrida per aumentare le possibilità di sorpasso di Leclerc e Sainz.
Ha accumulato una grande esperienza lavorando per tre marchi molto diversi ma anche geograficamente tanto vicini. Davide Mazzoni alla Ferrari è l’attuale Head of ICE (che tradotto sarebbe il responsabile del motore endotermico): è rientrato alla Gestione Sportiva da otto mesi, dopo la parentesi in Maserati che è durata poco più sei anni.
L’ingegnere emiliano, laureato all’Università di Bologna, oltre a essere il responsabile dello sviluppo dei motori del Tridente, aveva accumulato molta pratica nella ricerca sugli e-Fuel, tema che diventerà di grande attualità con le power unit 2026. In precedenza l’emiliano aveva vissuto due cicli di lavoro in Ducati, intervallati dalla prima apparizione in Ferrari.Ha voluto tornare alle corse alla corte di Enrico Gualtieri perché le corse sono nel suo DNA.
Carlos Sainz, Ferrari SF-23 a Fiorano
Photo by: Davide Cavazza
Che sfida rappresenta per voi motoristi il circuito di Spielberg e in particolar modo la lunga salita che porta a curva 3?
“Il primo tratto del circuito sino a curva 3, è composto da curve che collegano lunghi rettilinei in salita; per noi motoristi questo tratto del circuito evidenzia non solo le qualità di potenza del motore, ma anche le caratteristiche di guidabilità, che sono fondamentali per garantire un’efficace accelerazione in uscita di curva. Inoltre i quasi 700 m di quota del circuito di Spielberg comportano una ridotta densità dell’aria. Il motore turbo non ne risente a livello prestazionale, ma opera in punti di funzionamento che richiedono mappature specifiche”.
Tre lunghi rettilinei con DRS aperto. A che tipo di sforzo sono sottoposte le power unit?
“Le tre zone DRS implementate in un circuito relativamente corto, nel quale si frena in modo violento solo per un tempo limitato, richiedono un’ottimizzazione estrema della gestione dell’energia della Power Unit. Il sistema composto da ERS, MGU-K, MGU-H ed ICE (internal combustion engine, ovvero il motore termico) viene stressato da continui trasferimenti di energia tra fase di recupero e zone ad alta velocità, nelle quali il rilascio della stessa è fondamentale per tempo sul giro e possibilità di sorpasso”.
Quale strada hai fatto per arrivare in Ferrari e cosa rappresenta per te lavorare per questa azienda?
“Sin da quando ho iniziato a studiare ingegneria ho coltivato il sogno, che poi si è tramutato in obiettivo, di lavorare per Ferrari. In quasi 30 anni di carriera, ho potuto contribuire allo sviluppo di motori ad alte prestazioni, sia per applicazioni racing che di serie per due e quattro ruote. La Ferrari l’ho vissuta una prima volta nell’era di Michael Schumacher, come giovane ingegnere pieno di entusiasmo e voglia di fare che ha avuto la fortuna di lavorare in un team incredibile. Questa seconda opportunità la vivo con lo stesso quotidiano entusiasmo, consapevole che la Ferrari è unica e che esserne parte è qualcosa che va meritato quotidianamente”.
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