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F1 | Ecco perché Alonso avrebbe potuto vincere montando le intermedie

Il Gran Premio di Monaco è andato in archivio con la vittoria di Max Verstappen, ma il grande interrogativo gira attorno alle scelte strategiche dell'Aston Martin. Cosa sarebbe successo se la squadra britannica avesse scelto di fermare Fernando Alonso e montare direttamente le intermedie nel primo pit stop? Scopriamo cosa raccontano i dati.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Seppur in superficie il Gran Premio di Monaco abbia riservato una classifica pressoché invariata rispetto alla qualifica, le gara del Principato ha offerto tanti spunti di analisi, soprattutto in merito alla lotta per la vittoria e per il podio.

Uno dei grandi interrogativi riguarda soprattutto quanto successo nel corso del 54° giro, quello in cui Fernando Alonso è rientrato ai box per montare la gomma media, in controtendenza ad altri piloti che invece avevano optato per la intermedia. A giochi fatti, chiaramente non si è rivelata la scelta più corretta, alimentando i dubbi in merito a cosa sarebbe successo se sulla vettura dello spagnolo si fosse scelto di montare la mescola a banda verde.

Scopriamo quindi cosa raccontano i dati, cercando di comprendere il perché delle scelte delle Aston Martin e cosa sarebbe cambiato con una differente strategia. 

Fernando Alonso e Max Verstappen sul podio

Fernando Alonso e Max Verstappen sul podio

Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images

Perché montare la media?

La scelta di fermarsi per montare inizialmente un set di gomme a mescola media deve essere inserita in uno scenario in cui, in realtà, i team non si aspettavano l’arrivo della pioggia. Analizzando i messaggi radio verso i piloti nel corso dei dieci giri che hanno preceduto la seconda tornata di pit stop, ciò che emerge è che gran parte delle squadre si aspettasse solamente qualche sporadica goccia di pioggia, nulla che potesse spingere a valutare il passaggio agli pneumatici intermedi.

Uno scenario che ricalca anche la situazione del duo Aston Martin-Alonso. Il target primario del team era innanzitutto quello di riuscire a individuare una finestra che gli permettesse di tornare in pista senza ritrovarsi nel traffico dei doppiati. Non è un caso che lo stesso ingegnere di pista avesse suggerito allo spagnolo che, nel momento in cui avessero individuato il gap ideale, l’idea fosse quella di fermarsi con il fine di montare le coperture a mescola media con cui giungere fino alla bandiera a scacchi. Pneumatici che, per altro, avrebbero potuto offrire maggior grip nel caso di asfalto scivoloso.

Come per altre squadre, nel momento in cui è giunta la pioggia nel secondo settore la scelta era duplice: prendersi un rischio montando le intermedie oppure affidarsi ai dati a propria disposizione che suggerivano la decisione opposta? La scuderia si aspettava che la pioggia durasse solo pochi minuti, per altro in un momento in cui era effettivamente localizzata solo nel secondo settore, tanto che l’asfalto in pit lane era ancora completamente asciutto. Un rischio che Aston Martin non ha voluto correre, preferendo invece l’opzione più sicura dato il margine di sicurezza a disposizione su George Russell, che in quel momento si trovava al terzo posto staccato di quasi 24 secondi.

Fernando Alonso nel momento del pit stop per la gomma media

Fernando Alonso nel momento del pit stop per la gomma media

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Bisogna infatti pensare che se l’intermedia non avesse funzionato come previsto, Alonso si sarebbe dovuto fermare una seconda volta, mettendo a repentaglio anche il podio considerando che sarebbe realisticamente rientrato alle spalle di quei piloti che si erano già fermati in precedenza.

"Non avevamo previsto tanta pioggia, a dire il vero. Pensavamo che si sarebbe trattato solo di un breve acquazzone, che il tracciato si sarebbe asciugato rapidamente perché la pista era molto calda [a livello di temperature]. Di solito si dice: 'Ok, restiamo fuori un altro giro, due o tre, ma le gomme erano già abbastanza consumate'".

"E abbiamo visto che le temperature stavano scendendo. Quindi è stato un po' un rischio. Quando la macchina è rientrata [ai box] con queste informazioni, abbiamo detto: 'Ok, montiamo le medie'. Ma poi, quando la macchina è tornata in pista, poco dopo abbiamo visto che c'era davvero molta pioggia. E siamo dovuti tornare indietro e rientrare", ha spiegato Mike Krack, Team Principal della Aston Martin.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Cosa sarebbe successo se Alonso avesse montato subito l’intermedia?

Senza ombra di dubbio, parlare con il senno di poi offre tanti spunti di riflessione, un gioco che appassiona. Dopo la corsa, il dubbio emerso ruota intorno a cosa sarebbe successo se Aston Martin si fosse presa il rischio di richiamare Alonso per montare direttamente l’intermedia.

Per valutare questo scenario ci sono degli elementi che posso fornire un quadro più completo: da una parte, cosa stesse effettivamente facendo Verstappen in testa alla corsa, dall’altra il giro completato da Yuki Tsunoda sulle intermedie.

Il giapponese dell’AlphaTauri, infatti, era rientrato in pit lane pochi secondi prima dello stesso Alonso ma, a differenza dell’asturiano, aveva optato per le coperture da bagnato, il che consente di avere un riferimento quasi in tempo reale sulle condizioni che avrebbe trovato anche il portacolori della Aston Martin.

Confronto posizioni in pista all'inizio giro 55: Alonso (media nuova) è pochi secondi dietro Tsunoda (appena uscito dai box su intermedia) e a circa 26 secondi da Verstappen (ancora su gomma media usata)

Confronto posizioni in pista all'inizio giro 55: Alonso (media nuova) è pochi secondi dietro Tsunoda (appena uscito dai box su intermedia) e a circa 26 secondi da Verstappen (ancora su gomma media usata)

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Mettendo a confronto il giro di rientro di Verstappen e il giro di uscita di Tsunoda, si nota come i parziali nel primo settore il nipponico avesse recuperato circa sette decimi, mentre nel secondo intertempo quel delta è aumentato a otto secondi. Uno scenario non troppo differente da quello che vede protagonisti anche Esteban Ocon e Lewis Hamilton, i quali si erano anch’essi fermati per montare le intermedie: circa un secondo recuperato nel primo parziale, tra i sette e gli otto secondi nell'intertempo centrale.

Il vero problema sarebbe stato il terzo settore, le cui condizioni sono peggiorate in maniera importante proprio nel giro in cui è rientrato Verstappen. Il riferimento in questo caso è dato da Kevin Magnussen che, senza errori, in quella stessa tornata ha completato l’ultimo intertempo in 30,137 ancora su gomme hard usate, ovvero quasi cinque secondi più lento del passaggio precedente: tuttavia, realisticamente l’olandese si sarebbe preso qualche rischio in più e non avrebbe dovuto percorrere l’ultima curva il rettifilo successivo, quindi il tempo perso sarebbe stato più contenuto, tra i tre i quattro secondi. 

Tenendo a mente che Alonso è tornato in pista con un distacco di circa 26 secondi dopo aver effettuato il pit stop per le gomme medie, da questo scenario emerge che, nel caso avesse invece montato le intermedie, effettivamente lo spagnolo avrebbe avuto una possibilità di uscire davanti a Verstappen nel momento in cui quest’ultimo avrebbe effettuato la sua sosta. Bisogna infatti ipotizzare che la pit window sarebbe leggermente inferiore rispetto a una situazione di gara standard con l'asciutto, con una stima che si pone attorno ai 18 secondi

Confronto posizioni in pista alla fine del giro 55: si può notare come Tsunoda (gomma intermedia) abbia recuperato molto su Verstappen (gomma media usata), così come Alonso (gomma media nuova) abbia recuperato più di 5 secondi su Verstappen

Confronto posizioni in pista alla fine del giro 55: si può notare come Tsunoda (gomma intermedia) abbia recuperato molto su Verstappen (gomma media usata), così come Alonso (gomma media nuova) abbia recuperato più di 5 secondi su Verstappen

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Verstappen aveva del margine?

Lo scenario precedente si basa chiaramente su ciò è successo, quindi con i parziali effettivamente ottenuti da Verstappen in quella determinata situazione. Un confronto su cui, però, ci sono dei ragionamenti che vanno approfonditi, in particolare in merito al passo che stava mantenendo l’olandese.

Nei giri precedenti, il team aveva suggerito al pilota di Hasselt di prestare particolare attenzione nel primo settore, già a partire dalla zona del Massenet. Da un giro all’altro, infatti, i tempi in quel terminato tratto della pista sono aumentati di circa tre secondi, come si può evincere anche dalle telemetrie. Un aspetto ravvisabile anche nel secondo settore, quello più bagnato e insidioso. 

Nel giro di rientro, tuttavia, la pioggia ha iniziato a battere più insistentemente e il due volte campione del mondo ha rallentato ulteriormente, senza prendersi grandissimi rischi, anche perché era stato avvertito dai box che Alonso si era fermato per montare gomme da asciutto.

Confronto telemetrico Verstappen, Giro 52-53, GP di Monaco. Si può apprezzare come l'olandese abbia scelto un approccio più accorto nel primo e nel secondo intertempo

Confronto telemetrico Verstappen, Giro 52-53, GP di Monaco. Si può apprezzare come l'olandese abbia scelto un approccio più accorto nel primo e nel secondo intertempo

Photo by: Gianluca D'Alessandro

In quella particolare circostanza, solo cinque piloti erano rimasti ancora in pista su gomme da asciutto: Verstappen, Magnussen, Sainz, Hulkenberg e Leclerc, nell’ordine in cui sono transitati alla prima fotocellula. L’aspetto interessante è che l’olandese è stato il più lento in assoluto, con un tempo di 28,610, mentre il più rapido è stato il monegasco, segnando un crono di 26,046. Per quanto sia vero che il Ferrarista poteva contare su gomme medie nuove cambiate da poche tornate, in questo caso può tornare utile il paragone fornito dal danese della Haas, il quale ha girato in 26,615 pur essendo ancora sugli pneumatici hard montati alla partenza.

In sostanza, non è da escludere che il portacolori della Red Bull avesse qualche secondo nel taschino da poter giocare nel caso fosse stato informato del fatto che Alonso fosse rientrato per montare la gomma a banda verde. Tuttavia, anche in questo caso, è opportuno fare un ragionamento sulle circostanze. 

Se in quel giro di rientro Verstappen ha guidato senza prendersi troppi rischi ed è arrivato comunque al contatto con le barriere prima del tunnel, cosa che chiaramente può capitare in una situazione così complessa, peraltro non riuscendo a prendere margine su Oscar Piastri, che in quel momento si trovava alle sue spalle doppiato con la gomma hard montata da inizio gara, come sarebbero variati gli scenari con un passo più rapido? La necessità e la fretta di dover spingere per accumulare quei secondi necessari a uscire davanti allo spagnolo avrebbero potuto compromettere ulteriormente la situazione.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Photo by: Red Bull Content Pool

Verstappen avrebbe dovuto completare un giro di rientro estremamente rapido, guidato alla perfezione, come nella ricerca del miglior giroveloce. E forse, anche in quel caso, non sarebbe stato abbastanza per ribaltare la situazione. 

È difficile dare una risposta definitiva in merito a quanto margine avesse ancora nel taschino del pilota olandese, ma è abbastanza chiaro che se Aston Martin avesse deciso di prendersi il rischio montando la gomma intermedia fin dal principio, realisticamente avrebbe potuto mettere Alonso nella posizione di poter uscire davanti e lottare per la vittoria. Da quel momento in poi sarebbe stata una bella lotta tra due Campioni.

 

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