MotoGP | Marini: “Con le gomme usate escono i problemi della Honda”
Luca Marini si aspettava qualcosa di più dalla simulazione di gara svolta nella seconda giornata di test a Sepang. Il posteriore continua a essere il problema principale della Honda, anche se le lacune emergono maggiormente con gomme usate.
“La direzione è quella giusta, bisogna solo lavorare tanto” è la frase che Luca Marini continua a ripetere da quando ha iniziato la sua avventura in Honda. Se nella prima giornata di test di Sepang è apparso piuttosto contento, al termine del Day 2 il portacolori HRC si mostra meno soddisfatto.
17° nella classifica dei tempi, il pilota di Tavullia paga poco più di un secondo dal leader Enea Bastianini (qui la cronaca del Day 2). Tuttavia, Marini non ha montato la gomma nuova per provare il time attack, ma si è concentrato sulla simulazione gara, che ha dato molte informazioni e diverse risposte, non tutte positive. Rispetto al Day 1, il pesarese ha faticato maggiormente nella giornata odierna, in cui ha potuto constatare quanto la Honda soffra con gomme usate.
“La simulazione gara è stata difficile, abbiamo faticato un po’”, spiega Marini. “Oggi abbiamo provato molte cose arrivando alla simulazione con un pacchetto che non è ancora pronto. Anche in termini di setting, bisogna dire. Ora ci lavoriamo con il mio capo tecnico, siamo sulla giusta direzione, ma ci serve più tempo. Mi aspettavo di più dalla simulazione di gara, pensavo di faticare di meno. Con gomme nuove non è così male, anche se guardiamo i tempi di Joan (Mir, ndr) sono buoni. Si deve rischiare e spingere tanto, ma la moto funziona. Invece con gomme usate la moto è difficile da guidare. Il posteriore crolla e la guida cambia un po’, quindi è dura continuare a spingere con tempi buoni. Ma miglioreremo, abbiamo solo bisogno di tempo”.
Luca Marini, Repsol Honda Team
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Quando Motorsport.com, presente a Sepang, chiede a Marini se questa simulazione gara possa rappresentare una sorta di delusione, risponde: “Anche ieri ero a un secondo dal primo. Vediamo domani come finisco, proveremo il time attack durante la mattina e vedremo il potenziale della moto quando devi fare la qualifica. Penso che sia abbastanza buono, invece sulla distanza di gara dobbiamo lavorare. Sicuramente la simulazione di gara mi ha dato tante informazioni in più da trasmettere agli ingegneri, che sicuramente hanno capito. Ora lavoreranno per portare aggiornamenti nel più breve tempo possibile. Ma ovviamente ci vuole tempo perché abbiamo iniziato con la moto nuova ieri”.
“Quello che abbiamo non è male, secondo me abbiamo già fatto un bel passo in avanti rispetto a come eravamo messi a Valencia. Però, ovviamente, ancora ci sono delle cose da cambiare, una direzione da prendere per arrivare più velocemente possibile per far lavorare le gomme nel miglior modo possibile. Perché alla fine quello che stanno facendo gli altri è questo, far lavorare nel modo giusto in ogni fase della guida”, sostiene Marini, che insieme alla squadra sta lavorando per tornare al top: “Sinceramente mi piacerebbe più lottare per vincere, ma ora abbiamo il sogno e il desiderio di arrivarci. Ci proviamo, ma non sarà facile perché tutte le case costruttrici ci hanno impiegato un sacco di anni per arrivare a vincere una gara”.
Nel frattempo, c’è tanto lavoro nel box, dove si stanno provando diverse soluzioni. Troppe, forse? Secondo il pilota di Tavullia è una cosa buona per poter continuare a seguire la direzione, secondo lui giusta: “Quando sei in difficoltà non sono mai troppe. È che ogni run lo fai con una moto diversa e dici ‘ questo sì, questo no, questa è la direzione giusta, teniamolo’. Ma è normale e giusto che sia così. Non ci si confonde, sono sempre molto consapevole di quello che stiamo provando, riesco a sentire le sensazioni che mi dà la moto. Secondo me la direzione è chiara per tutti, solo che ci vorrà tempo per raggiungere il punto di perfezione della moto a cui vogliamo arrivare. In realtà si tratta di come lavorano le gomme”.