F1 | Rivoluzione Red Bull RB18: con il pull il braccio unico è superiore
Adrian Newey sulla RB18 ha introdotto la sospensione anteriore a schema pull rod e nel rovesciamento degli schemi ha portato anche il braccio unico che era parte dei cinematismi inferiori al posto del triangolo superiore. Sul tirante è stata spostata la regolazione dell'altezza da terra al centro dell'asta che è di diametro molto ridotto perché è sottoposta a sforzi minimi rispetto al puntone del push rod.
Red Bull Racing RB18, dettaglio della sospensione anteriore
Giorgio Piola
F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola
Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.
Adrian Newey ha voluto tenere il più a lungo possibile il segreto sulla Red Bull. Nel team di Milton Keynes si sono esposti a pesanti critiche per aver presentato la RB18 senza la… macchina, ma solo con la livrea sulla show car della FIA.
Il genio di Stratford-upon-Avon ha un forte potere persuasivo all’interno della squadra campione del mondo e questo atteggiamento ha messo in grande allarme i team rivali.
Adrian Newey, responsabile del progetto RB18 della Red Bull
Photo by: Giorgio Piola
La RB18 è un concentrato di soluzioni interessanti ma, spesso, le “rivoluzioni” di Adrian chiedono del tempo per essere messe a punto, pur cui non deve affatto sorprendere se i “bibitari” non hanno brillato particolarmente nei test di Barcellona, pur raccogliendo un sacco di informazioni utili allo sviluppo di una vettura che si distacca molto da tutte le altre.
La scoperta della vettura è avvenuta in pista nel primo giorno di test a Montmelò e tutta l’attenzione si è concentrata sulla strana veste aerodinamica con la pancia preceduta dall’enorme “vassoio” e sulla fiancata che è scavata come nessun’altra al di sotto delle bocche dei radiatori.
Sarebbe un grave errore, però, fermarsi alle forme della Red Bull, perché Newey è forse l’unico progettista che ha la visione completa di una Formula 1 ed è un tecnico che la conosce nel dettaglio di ogni bullone.
Max Verstappen sulla Red Bull RB18 che mostra una pancia molto scavata nella parte anteriore
Photo by: Erik Junius
La prima descrizione delle sue vetture non può mai essere esaustiva perché l’ingegnere britannico associa le scelte aerodinamiche alle soluzioni meccaniche in un mix di novità che vanno scoperte e analizzate un po’ alla volta.
La capacità di Adrian è di sapere riproporre concetti noti e a lui molto usuali, con realizzazioni inedite. L’esempio più eclatante è dato dalla sospensione anteriore che è diventata a schema pull rod, rinunciando al puntone caratteristico degli ultimi anni.
Avendo la FIA imposto musi molto più bassi per ragioni di sicurezza (evitare che i nasi potessero essere troppo alti nell’urto laterale di un’altra monoposto, penetrando nel telaio nonostante i coni anti-intrusione), la Red Bull ha deciso di spostare i pesi dei cinematismi interni delle sospensioni sul pavimento della scocca, permettendo un sensibile abbassamento del baricentro della vettura.
Con Adrian, però, non bisogna mai fermarsi alla prima funzione di una soluzione da lui introdotta: il secondo aspetto innovativo è che il triangolo superiore è stato scomposto in due bracci multi-link. Sono disassati gli attacchi al porta mozzo, ma sono anche disallineati i bracci: quello anteriore è ancorato nel punto più alto del telaio, mentre quello posteriore si infulcra alla scocca molto più in basso.
Effetto anti-dive, certamente, ma ogni elemento della sospensione, in assenza di turning vane e bargeboard vietati dalla FIA, diventa un efficace separatore di flusso con funzioni aerodinamiche.
La sorpresa della RB18 è che Newey è riuscito a riprodurre concetti che ha sviluppato nel tempo, visto che la sua filosofia di lavoro e che in F1 non si butta via niente e ogni soluzione può trovare una nuova applicazione al cambiare delle regole.
Red Bull Racing RB18, dettaglio della sospensione anteriore con il braccio unico superiore
Photo by: Giorgio Piola
Non deve stupire, quindi, se Adrian rovesciando la sospensione anteriore da schema push a pull, abbia anche provveduto a portare in alto il braccio unico che collega direttamente le due ruote, ovviamente passando all’interno del telaio.
Sospensione anteriore Red Bull Racing RB16: il braccio unico che passava nella scocca era in basso
Photo by: Giorgio Piola
L’immagine di Giorgio Piola ci mostra chiaramente come il braccio unico che era parte del triangolo inferiore della RB16 e della RB16B sia stato trasferito alla parte superiore della sospensione anteriore, riproducendo un’idea che ha già dimostrato di funzionare bene con i due fissaggi alla scocca.
In precedenza una soluzione analoga era stata adottata dalla Ferrari sulla F2002 ed era stata poi sviluppata anche sulla F2004, la rossa più vincente dell’era di Michael Schumacher.
Ferrari F2002, dettaglio della sospensione anteriore con il braccio unico
Photo by: Giorgio Piola
Newey, inoltre, ha deciso di fissare il sistema di regolazione dell’altezza anteriore a metà del tirante del pull rod: l’asta, con questo schema di sospensione, è sottoposta a forze che sono la minima parte rispetto a quelle che deve sopportare un puntone dello schema push rod, per cui la parte regolabile è stata collocata a metà del tirante, in una posizione dove più facilmente i meccanici sono in grado di intervenire, mentre in precedenza era in prossimità dell’attacco della leva (di diametro nettamente più grande) alla scocca.
Red Bull Racing RB18: la regolazione dell'altezza fissata a metà del tirante del pull rod (in giallo)
Photo by: Giorgio Piola
Non illudiamoci: la RB18 ha altre particolarità ben celate che dovranno ancora essere trovate, la caccia continua...
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