Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia

F1 | Jeddah: ecco dove la SF23 è più lenta della F1-75. RB19 super

Il weekend dell'Arabia Saudita ha dato risposta a tanti dubbi e interrogativi. Da una parte c'è una Red Bull che sta dominando con la sua RB19, vettura che esalta le qualità della RB18 corregendone i punti deboli. Dall'altra c'è una Ferrari anche questa volta più lenta del 2022, soprattutto in percorrenza curva. Osserviamo cosa raccontano i dati in merito alla prestazioni della SF-23 e della RB19 rispetto alle rispettive progenitrici.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Foto di: Ferrari

Se l’appuntamento di apertura in Bahrain aveva fornito i primi importanti indizi sul suo valore, la tappa di Jeddah ha confermato la schiacciante superiorità tecnica della Red Bull RB19 in questo avvio di campionato. Seconda doppietta consecutiva, in questo caso impreziosita anche dalla rimonta di Max Verstappen, partito dalla quindicesima in seguito a un problema di natura tecnica in qualifica.

In una situazione di sostanziale dominio, l’unico elemento di preoccupazione per la squadra di Milton Keynes sembra essere il tema dell’affidabilità della parte meccanica, evidenziato sia dai problemi di sabato scorso che dalla sostituzione anticipata del cambio su entrambe le vetture, per quanto comunque riutilizzabili.  

Dall’altra parte, c’è invece una Ferrari ancora in cerca di una sua identità, di un potenziale che il team assicura esserci ma che non è stato ancora sbloccato. In Arabia Saudita la Rossa ha rimediato solamente un sesto e un settimo posto, su una pista che sulla carta avrebbe dovuto essere più congeniale alle caratteristiche della SF-23 rispetto al Bahrain.

L’asfalto liscio, le poche zone di trazione e un maggior numero di tratti veloci avevano infatti spinto il team del Cavallino a un cauto ottimismo alla vigilia, ipotizzando di poter essere seconda forza, dietro a quella RB19 che al momento sembra inarrivabile. Tuttavia, è sempre la pista a dire l’ultima parola e il suo verdetto è stato piuttosto chiaro: quarta forza dietro ad Aston Martin e Mercedes.

Red Bull: passo in avanti in curva senza rinunciare alla forza sui rettilinei

Rispetto alla passata stagione, quando la lotta tra Ferrari e Red Bull era ancora viva e nel pieno di un bellissimo duello al vertice, quest’anno la squadra di Milton Keynes ha vissuto una corsa molto più serena, condotta in tranquillità dall’inizio alla fine se non per lo scatto bruciante di Fernando Alonso allo start.

Dopo aver recuperato la prima posizione con un bell’affondo dopo poche tornate, Perez è stato autore di un assolo indisturbato, girando con un ritmo a tratti oltre un secondo più rapido del resto della griglia. Una prova impressionante, costruita anche sul vantaggio accumulato nelle fasi successive all’entrata della Safety Car, grazie a cui è poi stato in grado di respingere a distanza gli attacchi di un Max Verstappen in rimonta, rispondendo giro su giro ai tempi dell’olandese.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Una superiorità che, a livello simbolico, trova una conferma nella richiesta del team ai suoi portacolori di girare in 33.0, ovvero circa 6/7 decimi più lenti del passo mantenuto in quella frazione di gara. Un ritmo che sarebbe comunque bastato per siglare tempi più rapidi della concorrenza.

Ma dove è migliorata la nuova monoposto? Ad offrire una possibile risposta sono i dati telemetrici, i quali regalano un’interessante prospettiva sulle prestazioni in gara, ovvero quando i punti deboli di una vettura spesso non sono coperti dal grip offerto dalla gomma nuova, come nel caso della Ferrari.

Osservando i dati dei giri più veloci ottenuti da Perez nella gara del 2022 e in quella della scorsa settimana, entrambi registrati in aria libera con gomma dura, emerge come la RB19 sia sostanzialmente più rapida in quasi ogni curva, da quelle lente a quelle più veloci.

Le premesse da segnalare sono due, collegate tra loro. Le due tornate sono state completate in fasi differenti della corsa, a distanza di nove giri l’uno dall’altro, quindi anche con un differente carico di carburante. Nel 2023 il messicano ha ottenuto il suo miglior crono nel corso del trentasettesimo passaggio, mentre nel 2022 durante il quarantaseiesimo giro, con una differenza in termini di quantitativo di benzina a bordo a favore della RB18.

Telemetria della Gara di Perez, GP dell'Arabia Saudita

Telemetria della Gara di Perez, GP dell'Arabia Saudita

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Una differenza di peso in parte compensata dal fatto che a inizio campionato la progenitrice della RB19 non avesse ancora iniziato la sua “cura dimagrante”, con quei chili di troppo che penalizzavano le performance. Anche se, quindi, non si tratta di un confronto propriamente ad armi pari, emergono comunque dei dati piuttosto interessanti, che offrono un quadro chiaro della situazione.

Grazie alla riduzione di peso, la RB19 è migliorata in modo consistente anche sul piano dell’agilità nel lento, aspetto in cui la monoposto 2022 aveva evidenziato alcune difficoltà di bilanciamento che spesso inducevano al sottosterzo. Elemento che si può apprezzare a partire dalla prima chicane, dove la nuova vettura riesce ad essere più rapida sia in inserimento che a centro curva, senza sacrificare la fase di trazione.

Tuttavia, il grande passo in avanti lo si può notare soprattutto nella parte veloce del primo settore, dove l’anno scorso la RB18 aveva perso il confronto con la Ferrari per una certa carenza di carico aerodinamico che non permetteva di reggere il ritmo della Rossa. Come si era evidenziato già sabato in qualifica, anche in gara l’auto 2023 è in grado di percorrere la sequenza 7-8-9-10 a velocità maggiori, riducendo oltretutto il tempo speso con l’acceleratore parzializzato. Ugualmente, tali miglioramenti si possono osservare anche in inserimento e in percorrenza della chicane veloce 16-17.

Red Bull RB19

Red Bull RB19

Photo by: Uncredited

Un aumento di carico tangibile, che garantisce maggior grip e permette di individuare con maggior semplicità la finestra di funzionamento degli pneumatici. A ciò si aggiunge un altro fattore importante: su una pista come quella di Jeddah, che presenta allunghi piuttosto importanti sul piano della distanza, il vantaggio ottenuto in curva è parzialmente conservato anche nella prima parte dei rettilinei, quantomeno fino a quando le tracce non si incrociano.

Il grande lavoro effettuato dal gruppo tecnico di Milton Keynes è stato quello di riuscire a trovare tanto carico, ma in maniera efficiente, senza penalizzare le alte velocità di punta già registrate in passato. Ai punti di forza della RB18 si sono aggiunti, quindi, ulteriori qualità che hanno permesso di rendere la RB19 la vettura che sta dominando l’inizio di questo mondiali.

Ferrari: anche a Jeddah più lenta del passato, sia sul passo che in curva

Se la Red Bull ha lavorato in maniera logica per smussare i punti deboli della macchina 2022, diverso è stato il percorso seguito dalla Ferrari. L’anno passato, la F1-75 mostrava ottime doti di carico, pagando però dazio sui rettilinei, ancor prima che i problemi di affidabilità costringessero il Cavallino a fare un passo indietro sul piano motoristico.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Ferrari

Per questo, sulla SF-23 si è lavorato per incrementare le doti velocistiche sugli allunghi, con risultati che, dati alla mano, sembrano aver toccato i target preposti. Ciò lo si è potuto apprezzare sia in qualifica che in gara: sul giro secco i miglioramenti hanno toccato l’ordine dei 10 km/h, mentre sulla lunga distanza, nei due migliori giri messi a segno da Carlos Sainz, quel gap ha superato i 15 km/h.

Una differenza che trova una sua possibile spiegazione nel fatto che le due tornate più rapide, in questo caso completate negli ultimi passaggi della corsa, lo spagnolo non abbia utilizzato il DRS. Nella prima parte di stagione, infatti, la F1-75 tendeva a girare con ali posteriori piuttosto cariche, qualcosa che non è stato replicato con la SF-23, motivo per il quale senza l’ausilio dell’ala mobile quel distacco tende ad ampliarsi.

Un lavoro egregio, ma che si scontra con le grandi difficoltà evidenziate in curva dove, nonostante i chili aggiuntivi, la monoposto 2022 si conferma più competitiva. In quelle curve dove serve agilità e una buona stabilità complessiva, come la sequenza 7-8-9-10, la SF-23 ha evidenziato tutti i suoi limiti, anche su un tracciato dove il consumo gomme non è un aspetto centrale.

Si tratta di una chiave di lettura stimolante, perché, per quanto chiaramente sul confronto incidano diversi elementi, ciò lascia intendere come Ferrari abbia sacrificato parte dei punti di forza della F1-75 per migliorarne i punti deboli. Qualcosa che, ad esempio, non è avvenuto in casa Red Bull.  

Telemetria della Gara di Sainz, GP dell'Arabia Saudita

Telemetria della Gara di Sainz, GP dell'Arabia Saudita

Photo by: Gianluca D'Alessandro

In qualifica, il compound più soffice riesce parzialmente a coprire quelli che sono i difetti della SF-23, fornendo quel grip necessario per compensare sul singolo giro, mentre in gara, dove tornata dopo tornata la gomma tende a consumarsi e surriscaldarsi, i limiti del progetto emergono in maniera più evidente.

“Non è solo Bahrain. Penso che questa sia, purtroppo, la chiave per leggere la situazione. Non siamo dove vorremmo essere in termini di passo gara, in termini di bilanciamento, fatichiamo. Surriscaldiamo le gomme in aria pulita, immaginatevi in aria sporca [seguendo un’altra vettura]”, ha spiegato Sainz.

Non è un caso che, sia in Bahrain che in Arabia Saudita, i dati mostrati sulla lunga distanza si sono rivelati più lenti del 2022. Mettendo a confronto i passi della passata stagione con quelli di quest’anno per quanto riguarda il secondo run, a parità di gomma hard in aria pulita e di lunghezza di stint, i numeri sono allarmanti.

Mentre George Russell e Sergio Perez hanno mostrato un ritmo in linea con quello registrato dodici mesi prima nonostante le modifiche apportate al tracciato, che lo hanno reso più lento sul mero piano cronometrico, Sainz si è confermato più lento del passato.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Ferrari

La scelta di prendere lo spagnolo come riferimento giunge dal fatto che Sainz abbia girato in aria pulita per quasi l’intera lunghezza dello stint, come nel 2022, mentre Leclerc è rimasto a lungo nella scia del compagno di squadra, con ambizioni ben diverse rispetto alla vittoria dell’anno passato.

“Sono un po’ sorpreso, perché prima dell’inizio del weekend e dopo venerdì pensavamo di avere una chance di essere la seconda forza qui a Jeddah, ma il nostro ultimo stint sulla hard dimostra che abbiamo molto da fare”, ha spiegato il madrileno al termine della corsa, sottolineando il suo disappunto rispetto a quelle che erano state le previsioni alla vigilia.

 

Leggi anche:

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente F1 | Alpine: "Regole sul posizionamento in griglia da modificare"
Prossimo Articolo Video F1 | Ceccarelli: "Quanti delusi nel paddock dopo due GP!"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia