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F1 | Binotto: "Motore? Ecco perché abbiamo preferito le prestazioni"

Mattia Binotto, team principal della Ferrari spiega perché il team di Maranello abbia concentrato maggiormente i propri sforzi sulle prestazioni del motore rispetto all'affidabilità.

Il motore della Ferrari F1-75

Il motore della Ferrari F1-75

Giorgio Piola

Due anni di purgatorio dopo l'accordo rimasto segreto con la FIA, ma quest'anno la Ferrari è tornata a eccellere in uno dei reparti in cui maggiormente si è contraddistinta nel corso della storia della Formula 1: il motore.

Il 066/7, questa la sigla del progetto rinominato poi internamente "Superfast", è uno dei fattori che ha riportato la Ferrari a potersi giocare le vittorie nel corso della stagione 2022 di Formula 1, ma è anche stato croce, non solo delizia.

Alle strepitose prestazioni ha aggiunto - saltuariamente, ma con una sinistra frequenza - una fragilità che si è ripercossa in diverse occasioni nella prima parte della stagione di Formula 1, colpendo sia Charles Leclerc che Carlos Sainz Jr.

Entrambi i piloti della Ferrari sono stati costretti a smarcare la quarta unità termica della stagione, dunque a incorrere in penalità, addirittura prima di arrivare a metà del calendario 2022. Non certo un bel segnale, anche perché Mattia Binotto, team principal del Cavallino Rampante, ha ammesso che per apportare alcuni accorgimenti ci vorranno mesi.

Binotto, ai microfoni di Motorsport.com, ha fatto però il punto della situazione spiegando per quale motivo i tecnico di Maranello abbiano preferito dare maggior risalto alle prestazioni, ponendo probabilmente meno attenzione all'affidabilità. Una questione di congelamento, che andrà a influire soprattutto sulle stagioni a venire.

“Non credo che abbiamo spinto troppo perché spingere sulle prestazioni non è mai abbastanza, ma sicuramente abbiamo dato priorità alle performance piuttosto che all'affidabilità, ha ammesso Binotto.

Mattia Binotto, Team Principal, Ferrari

Mattia Binotto, Team Principal, Ferrari

Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images

"Cosa significa: che probabilmente siamo arrivati al limite del tempo per l’omologazione. Poi bisogna ricordare che anche sul fronte power unit c’è stata una restrizione del numero di ore che si possono utilizzare al banco prova, e queste restrizioni hanno avuto un impatto sul nostro lavoro".

"Quando non c’erano limiti, bastava aumentare il lavoro ai banchi prova, sia in termini di prestazioni che di affidabilità, ma oggi, essendo dei vincoli di ore, sei costretto a fare delle scelte".

Dopo le ultime due stagioni fallimentari dal punto di vista prestazionale, la Ferrari era consapevole di dover recuperare proprio su quel fronte nei confronti dei diretti rivali, soprattutto su Mercedes e Honda. Ecco perché il reparto motori ha dedicato la maggior parte dei propri sforzi a regalare a Leclerc e Sainz un motore potente, che potesse rappresentare un'eccellenza già quest'anno e una certezza nei prossimi, prima del prossimo cambio di regolamento.

"Abbiamo spinto i limiti delle prestazioni oltre quello che sarebbe stato un normale piano di affidabilità, e questo perché sapevamo che sarebbe stato importante recuperare il divario sulla concorrenza prima che arrivasse il congelamento per quattro stagioni, consci che le problematiche relative all’affidabilità possono sempre essere risolte in un secondo momento".

"Con questo non voglio dire che siamo arrivati alla prima gara pensando di essere del tutto inaffidabili, non è stato così. Nei test invernali non sono emersi problemi, ma sapevamo di non avere una situazione ideale".

"In più i problemi che abbiamo avuto in pista che non erano emersi nelle simulazioni al banco, credo siano imprevisti tipici di un progetto nuovo, e c’è da metterli in conto, non sono sorpreso del tutto da quanto avvenuto”, ha concluso Binotto.

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