F1 | Bandiera nero-arancio: da usare solo quando c'è pericolo
La FIA vuole ridefinire quando deve essere usata la bandiera nera con il disco arancio, che obbliga una monoposto in pista con un danno a fermarsi ai box per la riparazione per evitare una situazione di pericolo. Secondo Nikolaz Tombazis era necessaria per Hamilton a Singapore e non per Verstappen in Brasile. Capiamo perché...
Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, ha lasciato intendere che vuole definire meglio quale deve essere l’uso della bandiera nera con il disco arancio che può obbligare a uno stop ai box le monoposto che stanno correndo con un danno e che potrebbero perdere dei pezzi arrecando un grave pericolo al pilota in gara o agli avversari, piuttosto che agli ufficiali di gara o al pubblico in tribuna.
L’argomento è in fase di dibattito e sarà interessante capire quale sarà l’orientamento della Federazione Internazionale. Le posizioni si stanno delineando, tenuto conto delle esperienze viste quest’anno…
“È abbastanza difficile prendere delle decisioni – ha spiegato Nikolas Tombazis, commissario tecnico FIA del settore monoposto -, ma continueremo a esporre la bandiera nera e arancione a una monoposto in cui ci siano gravi danni strutturali. In quei casi non si può davvero pensare di continuare a correre. Come Hamilton a Singapore, ad esempio, la sua ala anteriore strisciava sull’asfalto. Non c’erano le condizioni di lasciare la macchina in pista, ma nel 99% dei casi i team sono in grado di stabilire con i loro strumenti qual è la soglia di pericolosità, eliminando la necessità di un nostro intervento, perché le squadre sono generalmente molto responsabili in queste situazioni”.
Il finale di campionato ha proposto altre situazioni diverse da quella di Hamilton che, inevitabilmente, hanno scatenato delle polemiche…
“Non esporremo certo la bandiera nera col disco arancio per una paratia laterale che balla dopo un contatto, mentre se dovessimo osservare che i flap dell’ala anteriore oscillano in modo diverso uno dall’altro, allora considereremmo la situazione pericolosa. Ma siccome le ali dispongono del sistema di regolazione del flap che generalmente si trova a 100 mm dalla paratia laterale, è facile pensare che a cedere sia stata la parte più esterna dell’ala, lasciando integri i profili all’interno”.
Beh qualcuno ha avuto da dire per l’ala di Max Verstappen danneggiata nel GP del Brasile nel contatto con la Mercedes di Lewis Hamilton…
“L’ala della Red Bull non era pericolosa, ma è stata controllata anche dopo la gara dai commissari ed è risultata strutturalmente intatta. Insomma, non c’era alcun rischio che si potesse staccare per cui non siamo intervenuti”.
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