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Analisi

F1 | Red Bull: con Mintzlaff finisce l'autonomia Horner-Marko

La squadra campione del mondo è il punto di riferimento della F1, ma la governance del team di Milton Keynes sta cambiando dopo la prematura scomparsa di Dietrich Mateschitz. Il Gruppo austriaco vuole essere più presente nelle scelte strategiche perché il bubbone del budget cap ha nuociuto al brand e anche la polemica Verstappen-Perez ha mostrato delle crepe in un sistema che ora sarà vigilato da Oliver Mintzlaff, ex presidente del Lipsia calcio, uomo di ficucia scelto dagli azionisti di Red Bull.

Christian Horner, Team Principal, Red Bull Racing, Helmut Marko, Consulente, Red Bull Racing

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Nell’ultimo mese in Formula 1 si è parlato soprattutto di Ferrari. Non è certo una novità, è cosa nota da decenni che i riflettori puntati su Maranello sono i più potenti in assoluto, ma anche in un altro top-team le ultime settimane di questo autunno non sono state proprio spensierate. Parliamo di Red Bull, e questo un po' stupisce considerando che si tratta della squadra reduce da una stagione che l’ha vista fare bottino pieno.

A Milton Keynes c’è qualche interrogativo sul futuro e non si tratta della riduzione del tempo a disposizione in galleria del vento imposto dalla faccenda ‘budget cap’. La scomparsa del grande boss dell’impero Red Bull, Dietrich Mateschitz, ha comportato un riassetto dei ruoli dirigenziali che ovviamente hanno incluso anche i programmi sportivi.

La Formula 1 è l’asset più importante all’interno di quest’area e il programma ha sempre goduto di un’ampia autonomia dovuta al rapporto di grande amicizia tra Helmut Marko e lo stesso Mateschitz.

Un’indipendenza rafforzata anche dai risultati ottenuti nel corso degli anni, successi che hanno irrobustito la convinzione di una fiducia ben riposta.

Il tutto ha funzionato per oltre quindici anni grazie al rapporto Mateschitz-Marko, ma mancando ora una delle due parti le cose potrebbero cambiare. Le responsabilità che erano del fondatore sono state suddivise in tre aree, con i programmi sportivi che dall’inizio di novembre sono in carico a Oliver Mintzlaff, ex numero uno del Lipsia calcio e da anni legato al gruppo austriaco.

Max Verstappen, festeggiare con i donuts ad Abu DHabi la 15esima vittoria stagionale

Max Verstappen, festeggiare con i donuts ad Abu DHabi la 15esima vittoria stagionale

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Nel paddock di Yas Marina è trapelata un’indiscrezione secondo la quale Mintzlaff sarebbe stato uno dei maggiori sostenitori del progetto Red Bull-Porsche. L’accordo è poi saltato quando era ormai in vista dell’annuncio ufficiale, soprattutto per la volontà del tandem Marko-Horner di mantenere la totale autonomia della squadra.

L’accordo con la Porsche sarebbe andato oltre la fornitura della power unit 2026, poiché la Casa tedesca era pronta ad entrare nel pacchetto azionario di Red Bull Technology, acquisendo voce in capitolo in tutte le decisioni del team.

Lo scorso 9 settembre è stata la stessa squadra di Milton Keynes a dichiarare che “...nel corso degli ultimi mesi, Porsche AG e Red Bull GmbH hanno discusso sulla possibilità che Porsche entrasse in Formula 1. Le due società sono ora giunte alla conclusione congiuntamente che questi colloqui non avranno seguito”.

L’arrivo di Mintzlaff ha ovviamente fatto ipotizzare un possibile ripensamento, ma in realtà non ci saranno passi indietro. Quello che però resta un punto interrogativo è l’autonomia futura del programma Red Bull Formula 1.

I risultati ottenuti sembrano giocare a favore di una stabilità, non c’è motivo per andare a cambiare gli equilibri in una struttura vincente. Ci sono però anche altri aspetti che non sono passati inosservati.

Sergio Perez e Verstappen: il loro rapporto si è fatto brurrascoso in Brasile

Sergio Perez e Verstappen: il loro rapporto si è fatto brurrascoso in Brasile

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

La bufera mediatica legata alla vicenda budget cap non ha di certo fatto bene all’immagine della Red Bull, ed anche la vicenda Verstappen-Perez scoppiata in Brasile ha proposto uno scenario non idilliaco sui rapporti all’interno del team.

Se in passato queste situazioni venivano discusse e risolte tra Marko e Mateschitz, in futuro potrebbe non essere così, e le scelte strategiche, come il probabile accordo con una Casa ufficiale per condividere il progetto power unit 2026, sarà valutato anche fuori dalla sede di Milton Keynes.

Oggi è difficile capire se l’intenzione della casa madre è di rivedere i rapporti con l’isola privilegiata che è sempre stata Red Bull Formula 1, ma per la prima volta nessuno tra i massimi dirigenti della squadra può dirsi sicuro di cosa accadrà in futuro.

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