Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Commento

F1 | Nielsen unisce due mondi: ecco perché FIA e FOM evitano la guerra

Ha destato un certo stupore vedere il braccio destro di Domenicali lasciare dopo cinque anni lo staff del promotore, per fare il salto della barricata e andare alla Federazione Internazionale. Non è un "tradimento" come potrebbe sembrare, ma il frutto di una fattiva collaborazione fra FIA e FOM. Analizziamo quali possono essere gli effetti di questa apertura che ha un valore politico importante: Liberty Media non ha interesse in questa fase ad avere un Ben Sulayem troppo debole e supporta il legislatore.

Mohammed bin Sulayem, Presidente della FIA e Stefano Domenicali, Amministratore Delegato della Formula 1

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

La riorganizzazione della FIA ufficializzata oggi è una buona notizia. Cercando di andare oltre il comunicato nudo e crudo, emerge un quadro molto chiaro. F1 ha deciso di supportare la Federazione Internazionale in un momento certamente delicato della sua ristrutturazione avviata da presidente Mohammed Ben Sulayem.

La prova è data dal passaggio di Steve Nielsen, figura apicale di Formula One Management (il numero 3 nello staff di Stefano Domenicali), al nuovo ruolo di direttore sportivo nell’organizzazione della FIA che cambia volto prima dell’avvio della stagione 2023 di F1.

Steve Nielsen, direttore sportivo della FIA

Steve Nielsen, direttore sportivo della FIA

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Nielsen, dopo una carriera che si è sviluppata in Lotus, Tyrrell, Benetton e AlphaTauri, avrà una figura nevralgica nella nuova struttura perché avrà la responsabilità di tutte le questioni sportive, a cominciare dalla supervisione della direzione gara e del remote garage, per arrivare alla modifica dei regolamenti sportivi.

La notizia ha un riflesso politico importante, perché l’arrivo di Nielsen alla FIA può essere letto come uno “scippo” di Steve al promotore o come l’inizio di una collaborazione. Diventa sempre più chiaro che si tratta di un supporto che F1 concede alla Federazione Internazionale in una fase delicata della sua trasformazione.

Steve Nielsen non era il solo nome nella lista dei candidati al ruolo di direttore sportivo FIA: stando alle indiscrezioni erano state contattate figure di spicco del paddock come Ron Meadows (team manager Mercedes) o Jonathan Wheatley (ds Red Bull Racing), ma si tratta di personaggi che sono attivi in due squadre top che spesso si sono trovati al centro delle controversie con la direzione gara, per cui il salto della barricata poteva prestarsi a diverse interpretazioni, anche negative.

Non solo, ma entrambi, Meadows e Wheatley avrebbero dovuto sottostare a un anno di gardening, mentre la FIA aveva bisogno di cambiare subito. Steve, fra l'altro, è uno dei pochi soggetti stimati da tutto il paddock per la sua professionalità ed è considerato una figura "neutra", ideale per il ruolo che andrà a interpretare in FIA.

Stefano Domenicali ha capito che, con una Formula 1 capace di scatenare la curiosità di una nuova generazione di appassionati che ha permesso di abbattere i record di presenze in circuito, con un boom di visibilità senza precedenti a livello mediatico, non si può permettere una FIA debole, continuamente al centro di diatribe e polemiche.

Viene il sospetto, quindi, che la frattura fra FIA e FOM sia più mediatica che altro: le dichiarazioni di Mohammed Ben Sulayem a favore dell’ingresso di Andretti in F1 con Cadillac Racing, in contrasto con quelle di Stefano Domenicali che ci vuole vedere chiaro se il coinvolgimento del marchio del gruppo GM porterà davvero un valore aggiunto alla F1 o si limiterà all’apposizione di un adesivo sulla carrozzeria, hanno fatto pensare a una forte divaricazione di vedute che lascia presupporre una guerra di potere.

Steve Nielsen, invece, sembra il punto d’incontro fra due mondi che hanno finalità completamente diverse: il promotore bada alla crescita della F1 per trarre il massimo beneficio commerciale e permettere una maggiore divisione dei proventi con le squadre, mentre la Federazione deve assicurare la gestione del campionato e definire le regole del gioco.

Per certi aspetti sembra di rivivere le zuffe fra Bernie Ecclestone e Max Mosley di qualche anno fa, quando in pubblico litigavano su tutto e in privato trovavano sempre accordi amichevoli. Nielsen rappresenta una… tregua nella battaglia di potere o è l’inizio di un nuovo corso?

Leggi anche:

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente F1 | Ristrutturazione FIA: Steve Nielsen nominato direttore sportivo
Prossimo Articolo F1 | Una FIA più forte può fare molto bene al Circus

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia