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Analisi

F1 | Ferrari: Leclerc non chiede lo status di prima guida, ma...

Il monegasco non è il pilota che sbatte i pungi sul tavolo pretendendo i gradi da prima guida: Charles accetterà di iniziare la stagione alla pari con Sainz come è successo nelle due annate precedenti. Il "Principino", però, vorrebbe che gli sforzi andassero incanalati in una direzione ad un certo punto della stagione, evitando le occasioni perse quest'anno. Quello che non si sa è che Carlos più volte aveva dato la disponibilità ad aiutare il compagno, ma fatti di gara e strategie sbagliate non l'hanno permesso.

Charles Leclerc, Ferrari

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

I dualismi, soprattutto tra compagni di squadra, hanno scritto le pagine più affascinanti e drammatiche nella storia della Formula 1. È un argomento che conquista, divide, stimola discussioni creando grande interesse.

Non deve stupire che in un momento di grande transizione nel quartier generale di Maranello siano scattate le ipotesi su quella che sarà la gestione del tandem Leclerc-Sainz a partire dal 2023.

È bene premettere che dopo due anni di convivenza tra Charles e Carlos non c’è ruggine, il loro rapporto è ancora definibile ‘buono’ considerando che dividono lo stesso box, nulla a che vedere con garage spaccati in due, contatti in pista e guerra psicologica.

Charles Leclerc, Ferrari

Charles Leclerc, Ferrari

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

I rispettivi contratti non includono ‘status’, né di prima né di seconda guida, e non lo prevedranno in futuro. Tuttavia la dipartita di Mattia Binotto ha portato ad ipotizzare che il nuovo corso (ancora senza un volto nel ruolo di team principal) metterà Leclerc al centro del progetto, un concetto che rende un’idea, restando però vago quando si passa al concreto.

Tutte le squadre di Formula 1 hanno delle strategie preparate in vista di particolari scenari, e tra questi c’è quello di far convergere le energie su un pilota qualora si dovesse trovare in lotta per un obiettivo con una situazione di classifica migliore rispetto al compagno. I piloti sanno di giocarsi molto nella prima parte di stagione, perché è quella che determina le gerarchie interne al box, ma è una dinamica che non ha nulla a che fare con status predefiniti.

Tornando al caso Ferrari, nel 2022 ciò che è mancato a Leclerc è stato questo supporto. A dispetto di una posizione di classifica favorevole, in alcuni casi la strategia si è rivelata per lui un handicap che ha finito col favorire Sainz. È uno scenario ben diverso rispetto a quello di un pilota che punta i piedi pretendendo di essere il numero uno del team, a Leclerc sarebbe bastato il giusto supporto a quanto stava già facendo in pista, senza aiuti e senza status.

Il messaggio di un Charles che sbatte i pugni sul tavolo pretendendo i gradi da prima guida è falso, chiedere di essere tutelato e non danneggiato come in alcuni casi è accaduto nel 2022 è un’altra cosa, c’è un enorme differenza.

Un conto è pensare a scenari come Austria 2002, con Barrichello costretto a frenare sul traguardo per farsi sfilare da Schumacher, tutt’altro è chiedere supporto in gare in cui si è leader (Monaco e Silverstone 2022, ma anche Singapore 2019) per poi ritrovarsi ad inseguire a causa di discutibili scelte strategiche.

Garantire ai due piloti un avvio di stagione senza gerarchie è nell’interesse di una squadra che deve crescere. Saranno gli obiettivi e la classifica a decidere se sarà necessario dare delle priorità, e a Leclerc sapere di giocarsela in pista sta benissimo. Se poi la monoposto 2023 si confermerà competitiva in chiave mondiale, arriverà anche il momento in cui gli sforzi andranno incanalati in una direzione.

Carlos Sainz, Ferrari

Carlos Sainz, Ferrari

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

Nel 2022 in diverse occasioni Sainz nei briefing pre-gara ha garantito la sua disponibilità a supportare Leclerc, ma servono anche dinamiche di gara particolari per poter essere d’aiuto, e nella stagione appena conclusa si sono concretizzate raramente.

Per quanto questo argomento tenga banco, le possibilità che prenda forma lo scenario sono tutt’altro che certe. Se diventerà prioritaria la gestione delle gerarchie nel box vorrà dire che la monoposto sarà da mondiale, e che la stagione avrà preso una piega molto buona. Un ‘problema’, quello della gestione dei piloti, che a Maranello (e non solo) sotto molto aspetti si augurano di avere.

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