Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia

Monteiro: dalla quasi morte alla resurrezione all'Inferno (Verde)

Il portoghese sul Nordschleife ha inaugurato la stagione 2021 del WTCR con una grandissima vittoria, che è la seconda nella serie dal rientro del 2019 dopo l'incidente che per poco lo ha ucciso. Ecco come è arrivata e perché è molto più reale della precedente.

Il vincitore Tiago Monteiro, ALL-INKL.DE Münnich Motorsport Honda Civic Type R TCR

WTCR

Il primo round del FIA WTCR che al Nürburgring Nordschleife ha inaugurato la stagione 2021 ci ha regalato una grande doppietta da parte delle Hyundai del Team Engstler in Gara 2, ma la notizia più bella e importante che merita un approfondimento è il successo di Gara 1 firmato da Tiago Monteiro.

Il portacolori della ALL-INKL.DE Münnich Motorsport è stato veramente bravissimo e non ha sbagliato nulla per i 3 giri percorsi lungo i 25,378km dell'Inferno Verde, attendendo con pazienza il suo momento e beffando proprio negli ultimi metri Yvan Muller, beneficiando soprattutto dello 'scivolone' commesso da Gabriele Tarquini, che ha gettato al vento il successo al giro 2 quando era appena passato in testa.

La storia di Monteiro è ormai nota a tutti, ma questa affermazione è probabilmente la più importante per il pilota di Honda Racing, che al 10° anno con la Casa giapponese e sulle macchine costruite dalla JAS Motorsport va a mettere una firma importantissima su quella che si può definire una vera e propria resurrezione.

Il vincitore Tiago Monteiro, ALL-INKL.DE Münnich Motorsport Honda Civic Type R TCR

Il vincitore Tiago Monteiro, ALL-INKL.DE Münnich Motorsport Honda Civic Type R TCR

Photo by: WTCR

Ad un passo dalla morte

La rinascita parte dall'ormai lontano episodio del settembre 2017, quando ancora esisteva il FIA WTCC e la Honda presenziava con le Civic TC1 del Team Castrol. All'epoca Monteiro era leader di un campionato che necessitava solamente di un piccolo sforzo per essere portato a casa dal portoghese. Il quale, assieme ai tecnici di JAS Motorsport, si reca a Barcellona per una sessione di test in preparazione alle gare asiatiche che andavano a concludere l'annata. E alle quali si sarebbe dovuto presentare da leader della classifica piloti.

E' pomeriggio e Monteiro sale sulla sua macchina dopo una giornata di lavoro impegnativo, per provare le ultime cose. Il sole è a poche ore dal crepuscolo e la Civic passa sul rettilineo catalano ad oltre 250km/h. Sopraggiunge la prima curva, ma il pedale del freno va a fondo corsa. Tiago ha esperienza, in un attimo capisce che c'è un problema, ma anche che il rischio di piombare a muro è concreto. La prima variante del Circuit de Catalunya è in salita e notoriamente ampia, si può tentare di passare per la via di fuga.

"Mi ricordo benissimo tutto fino al momento dell'incidente. Eravamo ormai alla fine del pomeriggio, stavamo per finire il lavoro. Ci fu un problema ai freni in fondo al rettilineo, pigiai il pedale, ma non accadde nulla. Tentai col freno a mano, ma niente, l'auto continuava a viaggiare ai 250km/h", racconta Monteiro.

"Provai a scalare le marce, ma non funzionò. Vedevo il muro avvicinarsi: 'C****, ci finirò contro!', mi dissi. La mia reazione fu di provare a fare la curva tagliando all'interno, ma a quella velocità l’erba mi fece solo scivolare di più".

La Honda si gira di 180° e va a demolirsi contro le barriere con un impatto posteriore calcolato a 186km/h. Il pilota perde conoscenza, viene elitrasportato in ospedale e per due settimane è vivo, ma come fosse un vegetale. I dolori alla testa sono tremendi per via dell'ingente trauma cranico, c'è una spalla lussata, costole rotte e - soprattutto - uno stiramento al nervo oculare che preoccupa non poco i medici.

Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS

Tiago Monteiro, Honda Racing Team JAS

Photo by: FIA WTCC

Aspettando Godot

Con una botta del genere, un essere umano non può che uscirne malmesso anche a livello psicologico: "Stavo peggio che essere ubriaco, per una settimana non riuscii a parlare e mangiare, fu un incubo. Quando mi riportarono a casa c'era con me il team manager Dario D'Esposito, un sacco di gente venne a trovarmi per sostenermi. I dottori, però, avevano capito che la situazione era grave e che nell'immediato non potevo tornare a correre; infatti nessuno mi disse che ci sarei riuscito subito, seppur non direttamente per non abbattermi ulteriormente".

Il WTCC era in procinto di ricominciare, ma in Cina viene schierato Tarquini come suo sostituto. Si spera in un rientro in Giappone e a Macao, ma anche qui nulla da fare, dunque arriva Esteban Guerrieri. In pratica, ogni due settimane viene emesso un comunicato che dice solamente che Monteiro non ha ancora avuto l'ok dai medici, ma il classico stratagemma per non raccontare quella che è una situazione molto più seria. In Qatar è presente e sale sul podio per premiare proprio Guerrieri, mentre il Mondiale sfugge dalle mani del suo compagno Norbert Michelisz per una rottura in Qualifica.

"Fu un turbinio di emozioni, per tre mesi praticamente fui una sorta di vegetale fra ricoveri in ospedale e convalescenza a casa. Ma sapevo che ero primo in campionato e volevo giocarmi il Mondiale. Alessandro Mariani, il team principal, mi aiutò molto a livello mentale perché sperava anche lui che tornassi subito".

"Quando saltai la prima gara a Ningbo dopo l’incidente pensai di poter correre quella successiva, in Giappone. Ma capii che qualcosa non andava, non vedevo bene e faticavo solo a mettere a fuoco una bottiglia d’acqua davanti a me, non riuscivo ad afferrarla e non vedevo il braccio destro, quindi come cavolo avrei potuto guidare?”

Monteiro rilascia alcune interviste e racconta tutto, ma è strabico per via dello stiramento al nervo, veste gli occhiali e anche quando viene organizzato un test a Monza per fargli provare la nuova Civic Type R TCR che correrà nel nuovo FIA WTCR, ci sono problematiche non da poco.

Viene detto che è tutto andato bene e secondo i piani, che non si sono voluti cercare crono di riferimento. Ma come si poteva fare se alla prima variante - che sul tracciato brianzolo è 'piatta', quindi con pochi punti di riferimento se non i cartelli a bordo pista - Tiago fatica a mettere a fuoco il tutto?

“Dopo 6 mesi le cose non erano migliorate gran che, per cui mi stavo rassegnando ad una vita normale, pensando che ero fortunato ad essere qui per portare i miei figli a scuola, andare a fare la spesa e quant’altro. Anche con gli occhiali non vedevo bene".

"Già ero frustrato per aver perso il Mondiale, poi ormai non vivevo più le emozioni e l'adrenalina delle corse. Fu devastante, ma ne parlai in famiglia e loro mi dissero che se volevo tornare mi avrebbero supportato perché sapevano che era ciò che mi faceva stare bene. Ho pensato di correre il rischio e provare in tutti i modi il rientro”.

 

La luce in fondo al tunnel (della gloria)

Honda-JAS non abbandona il suo ragazzo, pur capendo che non può certamente puntare su di lui per il 2018. Viene iscritto alla stagione con la Boutsen Ginion Racing, ma essendo ancora strabico non può calarsi nell'abitacolo. Ai test di Barcellona di marzo è sorridente e in forma, ma dice chiaro e tondo che non ha una data precisa per confermare il suo rientro.

Passa una estate intera e nel frattempo le cose migliorano. A 415 giorni dal botto siamo in Giappone, casa della Honda perché la gara è a Suzuka. Arriva il via libera dei medici per gareggiare, anche se non in pienissima forma e forze. Tutti i suoi rivali lo aspettano in fondo alla pit-lane e gli tributano il 'tunnel della gloria', facendolo entrare in pista per primo.

Che è quello che conta di più, perché poi sul giro secco e nelle gare non si può pretendere più di tanto da uno che, per sua ammissione, è ancora al 20%.

"I dottori erano scettici, ma quella cosa della bottiglia d'acqua mi aveva colpito, quindi provai ogni soluzione possibile per recuperare. L'unica paura era di metterci troppo tempo. Ce la feci per Suzuka, fra le mille emozioni, seppur solo per una gara. Fu fantastico e commovente, avevo lottato contro tutto e tutti, correndo dei rischi enormi".

"Mi ero preso la responsabilità di ricominciare, ero al 20% e se avessi avuto un altro incidente simile sarebbe stata la fine. Lì ho vinto la gara più impegnativa che era quella di recuperare dalla situazione in cui ero, un sogno che si avvera. Ho dimostrato a tutto il mondo che ero ancora un pilota. E fu bellissimo vedere che ogni persona era felice di vedermi di nuovo lì. Ma soprattutto sentire e provare le sensazioni che mi erano mancate tantissimo in un anno e mezzo fermo".

 

Di nuovo al vertice

Nel 2019 si può finalmente ricominciare, stavolta per tutta una stagione. Sempre a Barcellona, i test pre-campionato ci mostrano un Monteiro molto sereno e sorridente quando lo incontriamo ai box per una videointervista con Motorsport.com.

Il team è la KCGM, non propriamente il migliore per ottenere risultati decenti, ma per riprendere un po' il ritmo va bene, anche perché al suo fianco c'è il giovane Attila Tassi da far crescere, quindi nessuno ha fretta o pressioni. Cosa che invece hanno dall'altra parte del box Honda, con Esteban Guerrieri e Néstor Girolami che da alfieri della ALL-INKL.COM Münnich Motorsport hanno l'obbligo di puntare al titolo.

Monteiro viaggia spesso a centro gruppo e nelle retrovie, fatica a trovare il ritmo, anche se in Qualifica ha subito un paio di lampi interessanti che lo riportano là dove aveva lasciato. E la ciliegina sulla torta che riapre la storia di Tiago Monteiro pilota è il successo conseguito a Vila Real, nel tripudio della sua gente e fra le lacrime di tutti.

"A Suzuka erano tutti contenti di vedermi, ma solo il primo passo di un rientro a tutti gli effetti. A Marrakech 2019 ero di nuovo un pilota pronto a giocarsela. L’inizio dell’anno è stato duro ad un livello molto impegnativo, abbiamo sofferto parecchie volte per problemi tecnici e altro. Vincere a Vila Real, davanti alla mia gente, è stato onestamente il momento migliore della mia carriera, perché tornavo dall’inferno”.

"Ma vi posso assicurare che nessuno dei miei avversari mi ha regalato nulla. Sono tutti stati molto carini e gentili nei momenti di difficoltà, standomi vicino. Ma in pista ognuno lotta per vincere, non contano le amicizie e i sentimenti".

In tutto questo, va aggiunto che qualche giorno prima della tappa portoghese, con il Team Castrol Honda Racing prende parte alla 24h del Nürburgring e ha l'onore di transitare da vincitore della Classe TCR sotto la bandiera a scacchi e salendo sul primo gradino del podio coi compagni Dominik Fugel, Markus Oestreich e Cedrik Totz. E su questo punto torneremo più avanti...

 

Dubbi e certezze nell'assurdo 2020

Quanto però può considerarsi 'vera' la vittoria di Vila Real? In molti hanno avuto qualche dubbio in merito e qui va fatta qualche considerazione. La certezza è che quello che viene chiamato 'Il Nordschleife del Sud' è un tracciato di casa per il nativo di Porto, senza alcun segreto per lui. E la spinta del suo pubblico ha anche aiutato un bel po' a livello di motivazioni.

Qualcuno si è grattato la testa vedendo come è arrivata la prima piazza, ossia grazie ad un ritiro per problema tecnico da parte del suo compagno Tassi, quando era al comando. E subito le speculazioni su guai creati apposta e teatrini per ridarci un Monteiro sul primo gradino del podio nella bolgia dei suoi fan si sono sprecati nel paddock del WTCR. Ma è pur vero che al mondo c'è chi considera la terra piatta, chi nega la presenza del Coronavirus e chi sostiene che Cristo è morto di freddo, quindi meglio soffermarsi sui fatti reali.

Il 2020 non è stato altrettanto semplice per Monteiro, che però essendo seguito dalla Münnich Motorsport stavolta ha ricevuto pari trattamento dei colleghi Guerrieri-Tassi-Girolami. Su 16 gare disputate sono arrivati 11 piazzamenti a punti e un podio (in Ungheria), ma anche la consapevolezza più volte di dover lasciare strada a chi lottava per il titolo (Guerrieri in primis).

 

Hell Ain't A Bad Place To Be

Val la pena citare una delle canzoni dei mitici AC/DC parlando del Nürburgring, perché alla fin fine molto di Monteiro gira attorno all'Inferno Verde (e affini). Facendo qualche passo indietro, già nel 2016 ci fu un accenno di faccia-a-faccia con la morte, quando una delle ignobili gomme Yokohama della sua Honda WTCC esplose in uno dei punti più veloci nella parte dei monti Eifel.

Tiago impattò quasi frontalmente contro il guardrail e venne poi centrato da Yvan Muller che sopraggiungeva, uscendo per miracolo sulle sue gambe, ma sdraiandosi poi nel bosco adiacente e venendo portato in ospedale con parecchie contusioni. Curioso è che da quell'episodio il tracciato tedesco gli abbia riservato solo gioie.

Ancor più curioso è che il 44enne abbia aperto la stagione 2021 con l'affermazione su un circuito che a tratti è simile a Vila Real. Solo che stavolta sono tanti i punti a suo favore su questa impresa. Già il fatto che l'Inferno Verde sia chiamato così per le sue ben palesi osticità fa gridare all'impresa di chiunque riesca a portare a termine una gara indenne.

A maggior ragione se questa è della massima serie turismo, dove i migliori piloti, team e Case nulla regalano agli avversari, fra sportellate e scaramucce. Tiago si è qualificato in Top5 con la solita Honda-ALL-INKL.DE Münnich Motorsport e ha atteso con pazienza il momento opportuno per cogliere il trionfo.

Fin dal via non ha mollato di un centimetro il gruppetto di testa formato da Yvan Muller, Yann Ehrlacher, Tarquini e Santiago Urrutia, e quando il "Cinghiale" ha invischiato nel caos i due della Lynk & Co arrivando lunghissimo, ecco che Monteiro si è infilato velocemente fra loro, per poi attaccarsi a Muller.

Entrati nel Nordschleife, ha guidato da pilota vero, con le palle di granito, stando in scia all'alsaziano e aspettando con grandissima intelligenza il lungo rettilineo "Döttinger Höhe" per sfruttare l'effetto 'risucchio' della 03 TCR del francese e passarla in scioltezza, transitando trionfante sotto la bandiera a scacchi.

Dal successo del 'Norschleife del Sud' a quello ottenuto sul vero Norschleife. Dal caldo infernale di Vila Real alle infernali condizioni del Ring, come sempre con fastidiose piogge e tratti umidi che possono far saltare non solo i nervi, ma anche i pronostici.

"È stata sicuramente una di quelle grandi gare in cui provi a immaginare tutto nella tua testa e ogni cosa va secondo i piani. Non succede spesso, soprattutto non qui al Nordschleife. Ma dopo un inizio difficile in cui ho perso alcune posizioni, il ritmo era buono ed ero con i primi quattro. Così ho continuato a spingere, ho mantenuto la calma e la concentrazione per cercare di sfruttare per l’ultimo giro", spiega a fine gara.

"C’è stato qualche contatto davanti a me, ho colto l’opportunità di passare subito secondo e dopo è stata solo questione di seguire Yvan e provarci. È stata una bella lotta con lui, è un pilota duro ma molto corretto, quindi sapevo di poter combattere con lui fino alla fine. Ho preso un sacco di rischi, naturalmente, ma quando sei lì lo devi fare".

"La macchina era molto buona, sono molto felice per la squadra, Honda, Münnich Motorsport naturalmente e JAS per tutti gli aggiornamenti che abbiamo fatto durante l’inverno. Tutti nel team hanno fatto ottime prestazioni in questo fine settimana sul Nordschleife ed è stato bello iniziare la stagione con una vittoria. È stato un momento molto adrenalinico”.

In tutto ciò, non dimentichiamo che un Monteiro da champagne al Nordschleife lo avevamo già avuto proprio nel sopracitato 2019, con bis nel 2020, sempre sulla Civic del Team Castrol Honda Racing Fugel Sport condivisa con Fugel, Oestreich e stavolta Guerrieri, e portata da lui stesso al traguardo per la festa dell'ultimo giro.

A questo punto ci aspettiamo di rivedere Monteiro combattere per quel titolo che era ormai già suo nel 2017, che il destino gli ha tolto malamente, ma che proprio per questo lo ha motivato a rientrare nel mondo delle corse. Non sarà per niente facile, ma se la partenza avviene con una vittoria al Nürburgring Nordschleife, non è sbagliato di parlare di viaggio all'inferno e ritorno... avvenuto con resurrezione all'Inferno Verde.

Aggiungendo infine, se non dovesse bastare, che la 24h del Nürburgring l'ha corsa anche nel 2021 e conclusa con un terzo posto TCR.

 

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente WTCR: Huff e un debutto con Cupra che fortifica il carattere
Prossimo Articolo Tarquini e BRC in cerca di rivincita: "Confermiamoci da podio"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia