Michelisz esclusivo: "La sfortuna fa parte del gioco, per il titolo WTCR ci sono anche io"
L'ungherese è stato confermato al volante della Hyundai della BRC con la quale lo scorso anno non ha avuto vita facile, ma "Norbi" è molto calmo e motivato per il 2019 e si candida ad essere fra i tanti protagonisti, come spiega in questa esclusiva intervista con Motorsport.com.
Foto di: BRC Racing Team
Sereno, rilassato, motivato. Se dobbiamo trovare tre parole per descrivere oggi Norbert Michelisz all'alba della stagione 2019 del FIA WTCR, queste sono quelle più adatte.
L'ungherese ha tolto i veli assieme a Gabriele Tarquini alla Hyundai i30 N con cui proverà a dare l'assalto al titolo piloti in una annata della Coppa del Mondo Turismo che si preannuncia davvero interessante e difficile.
Il ragazzo della BRC Hyundai N Squadra Corse è reduce da un 2018 che lo ha visto debuttare e accumulare esperienza al volante della vettura coreana con cui ora dovrà confermarsi competitivo, attorniato da una marea di nomi iridati e altisonanti. Nella lunga chiacchierata con Motorsport.com, Michelisz ha parlato con una calma apparente e un fuoco dentro che lascia ben sperare per le prestazioni in pista.
"Norbi", partiamo subito forte: ti presenti alla nuova stagione con una squadra "vecchia" e con l'auto vincente, il titolo è alla tua portata?
"Conosco le persone del team e questo è già un buon punto di partenza. L'anno scorso a volte ho passato momenti difficili, ma il mio obiettivo è sempre stato quello di avere il pacchetto migliore a disposizione e penso che BRC e Hyundai lo siano. Quello che posso dire è che voglio mettere a disposizione della squadra l'esperienza accumulata nel 2018 per essere nuovamente competitivo".
L'anno scorso non sei stato molto fortunato però...
"Ho sempre detto che bisogna accettare certi momenti, a volte sei fortunato e altre volte meno. A fine 2017 ero veramente giù di morale per la perdita del titolo all'ultima gara, non avevo fatto stupidaggini, ma era solo stata sfortuna. Ma quando sei nel motorsport devi anche sapere che a volte possono capitare momenti bui con problemi tecnici e altri invece più belli, a volte si sbaglia e a volte ci si prende. Fa parte del nostro lavoro. la cosa più importante è avere le motivazioni ed essere circondato dalle persone giuste, come penso siano quelli di BRC e Hyundai".
La pazienza non ti manca...
"Da quando ho cominciato a correre ho imparato che è solo questione di tempo, spero che arrivi anche il mio momento. Per ora mi sto divertendo e lavoro con grande impegno. La strada per diventare un pilota professionista è molto lunga e difficile, ma quando arrivi ad esserlo è normale che il tuo obiettivo diventi vincere le gare e il titolo. Ripeto, sono molto motivato e voglio riuscirci".
Che tipo di lavoro hai svolto durante l'inverno sulla macchina?
"Abbiamo fatto un paio di test, ma i regolamenti TCR non lasciano molto spazio per le innovazioni. Già l'anno scorso, però, avevo capito dalle prove invernali di avere un mezzo competitivo fra le mani, per cui si tratta di capire in quali aree poter mettere le mani per migliorare, cosa che sono convinto si possa fare sempre. Abbiamo provato alcune cosine che possono fare la differenza in certe piste, in modo da essere competitivi sempre. Parlo soprattutto a livello di set-up, dato che il format del weekend non ci dà tanto tempo per fare prove di assetti".
In cosa potete fare la differenza?
"Il programma è molto serrato negli eventi del calendario, praticamente in pochissimo tempo sei già a giocarti le qualifiche, il che in un campionato così di alto livello come il WTCR rende fondamentale la preparazione. Bisogna presentarsi pronti subito ed essere consistenti, guadagnando il maggior numero di punti e tirando fuori il massimo dalla macchina. Non bisogna restare fuori dalla Top10 in qualifica, pensando anche alla griglia invertita. Ogni punto conta e la speranza è di aver fatto il lavoro giusto durante l'inverno per essere preparati al punto giusto fin dalla prima gara".
La vostra speranza immaginiamo sia anche evitare i problemi col Balance of Performance con i quali ogni tanto avete dovuto fare i conti...
"Sì, però per chi vede le cose da fuori è facile criticare. Sono sincero, a volte non è stato facile per noi vivere certe situazioni. In un weekend eravamo davanti a giocarci pole position e vittoria, mentre in quello successivo facevamo fatica ad entrare in zona punti. Io credo che avere un campionato livellato nelle prestazioni sia più bello. Il concetto del BoP è sicuramente giusto e penso sia migliorato nel corso della stagione passata. Per uno spettatore a volte è difficile comprendere le ragioni di certe disparità fra una gara e l'altra. L'obiettivo di tutti è certamente avere un campionato serrato senza differenze così grandi, starà agli organizzatori lavorare per questo".
Quest'anno ci sono anche più piloti forti in griglia a rendere difficile il lavoro, sei d'accordo?
"Certamente sì e questa è una delle motivazioni maggiori per me. E' bello potersi confrontare con così tanti Campioni, batterli sarebbe una grande soddisfazione. Siamo almeno in 15/16 a poterci giocare il successo, è fantastico per il campionato. Il livello non è alto solo per via dei piloti, ma anche per i marchi presenti. Non conterà essere solamente veloci, ma anche molto intelligenti perché la qualità è veramente cresciuta tanto".
C'è un pilota che temi maggiormente?
"Per me è sempre Tarquini il migliore! Lo conosco da anni e so che tipo è, per cui resta ovviamente il punto di riferimento. Comunque abbiamo un team forte perché si sono aggiunti anche Catsburg e Farfus, ma sinceramente dobbiamo tenere conto anche del fatto che non sappiamo come abbiano lavorato i nostri avversari durante l'inverno. L'obiettivo prima di tutto è essere competitivi come Hyundai e BRC, poi quello che succederà con gli altri chiaramente non dipenderà da noi. Credo che abbiamo un pacchetto molto forte, ma serviranno un paio di eventi per conoscere meglio le forze in campo".
Ciò significa mostrare qualcosa già all'Hungaroring, cioè casa tua!
"Esatto! Partiamo da Marrakech e poi andremo a Budapest, ma sono due piste talmente diverse che è alto il rischio di fare bene nella prima e poi ritrovarsi lenti nella seconda. Per questo dico che serviranno due weekend per capirne di più".
Quest'anno c'è anche il tuo connazionale Attila Tassi, come lo vedi?
"Lo conosco da diversi anni e sono già alcune stagioni che corre a livello internazionale, che a 18 anni è un bel traguardo. E' un ragazzo che ha un grande futuro davanti a sè perché riesce ad essere veloce in modo semplice. Guida la Honda, che è una macchina forte ed è seguito da ottime persone, che conosco bene. Ha tutto per fare bene, ma il mio consiglio è di reggere alle pressioni mentalmente perché quando sei così giovane non capisci ancora quanto sia lunga la strada per diventare un pilota vero e hai tante distrazioni. Abbiamo parlato più volte, non è facile capire quando puoi spingere e quando devi gestire, ma sono convinto che ce la possa fare".
Invece con la tua squadra, M1RA Racing, cosa c'è in programma?
"Non sono più coinvolto a pieno nel team perché ho capito che non ce la potevo fare a gestire tutto. Quando l'ho fondato avevo più tempo e ogni giorno lavoravo per la squadra, oltre che come pilota. Poi è nata la mia prima figlia e chiaramente mi sono trovato in una situazione complicata perché allo stesso tempo dovevo giocarmi il titolo nel WTCC e guardare al mio team. Troppe cose assieme, era stressante. Ne ho parlato con il team principal, David Bári, spiegandogli che la famiglia veniva prima di tutto e lasciando a lui la gestione. Ci sentiamo per ogni tipo di consiglio di cui ha bisogno e sono a disposizione, ma di più non posso fare. Considero comunque M1RA Racing una cosa mia, dato che l'ho fondata personalmente, per cui il legame forte c'è. Però dovevo seguire i miei impegni e obiettivi professionali, oltre che quelli di padre di famiglia".
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