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Giovanardi molto 'Alfamato': "E spero che l'Alfa ci dia una mano"

"Piedone" sale sulla Giulietta TCR costruita dalla Romeo Ferraris per affrontare con una grinta da ragazzino la stagione 2018 nella quale spera di attirare le attenzioni del marchio, visto che per il momento Alfa Romeo è l'unico assente come supporto.

Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Gianni Morbidelli, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR, Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne
#88 Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR, #10 Gianni Morbidelli, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR with the team
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Zsolt Szabó, Zengo Motorsport Cupra TCR, Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Team Mulsanne Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Alfa Romeo Giulietta TCR
Fabrizio Giovanardi, Alfa Romeo Giulietta TCR by Romeo Ferraris
Fabrizio Giovanardi, Alfa Romeo Giulietta TCR by Romeo Ferraris
Fabrizio Giovanardi, Alfa Romeo Giulietta TCR by Romeo Ferraris

Parlare con Fabrizio Giovanardi senza ridere è praticamente impossibile. Troppo divertente è "Piedone", che nonostante i suoi 51 anni ha una carica e lo smalto di un ragazzino. Il nativo di Sassuolo è uno dei volti nuovi del WTCR, al quale prende parte con l'Alfa Romeo Giulietta TCR che gli ha affidato la Romeo Ferraris.

Un progetto che è nato interamente in Italia e che ora nelle mani di un pilota tricolore così esperto come Giovanardi potrà sicuramente crescere ancora. Il problema, per il momento, è che della griglia del nuovo campionato è anche l'unico che non gode del supporto della Casa, come invece accade a Hyudai, Cupra-Seat, Honda, Peugeot, Audi e Volkswagen.

Motorsport.com ha incontrato Fabrizio nel paddock di Barcellona per dialogare un po', fra una battuta e l'altra, su quello che sarà questo anno nella FIA World Touring Car Cup con la vettura del Biscione nata ad Opera.

Non ti fermi mai, sei sempre più carico!
"E perché dovrei fermarmi? Non ricominciamo con la storia che sono vecchio, che sono stato fermo per tre anni... per favore!" (ride, ndr)

Beh, Nico Rosberg ha finito a 30 anni, tu ne hai qualcuno in più...
"Affari suoi, magari fra cinque anni lo ritroviamo da qualche parte perché si è rotto le scatole di stare a casa a fare niente. Io mi ero fermato perché non avevo più il feeling giusto per proseguire come pilota professionista. Non mi andava di discutere con diverse persone per fare solo qualche gara".

Ti senti in forma?
"Certi sport fisici sicuramente richiedono un costante allenamento, se fossi stato un ciclista prorabilmente non sarei riuscito ad andare molto in là, seppur con il massimo impegno. Poi ci sono gli sport di intelligenza e sensazioni, quindi nel mio caso non avevo certamente le braccia e le gambe piantate. Forse debbo anticipare un po' l'input dal cervello".

Quella gara nel TCR Italy con la SEAT ti ha fatto tornare...
"... la carogna! Certo! Anche perché mi ha fregato fin da subito, sono rimasto fermo in griglia come un fesso. Io le dicevo di andare, ma lei nulla... Comunque in un qualche modo mi hanno convinto a correre nuovamente e la scintilla ha riacceso il fuoco. Insomma, dovevo tornare, in un modo o nell'altro. Sono rimasto fermo per tre anni e cercavo un progetto che mi desse le giuste motivazioni".

Ti sei allenato al simulatore?
"No, non fa per me e penso che in generale non sia una diavoleria adatta ai piloti della nostra generazione. Abbiamo la mente più aperta e siamo abituati a risolvere i problemi direttamente in pista, non su un computer. Mi alleno con il motocross, lì sì che le sportellate non mancano!"

Invece la tua nuova Giulietta com'è?
"Onestamente non lo so perché non ho termini di paragone. Debbo sicuramente adattarla al mio stile e alle mie esigenze. Magari a questa domanda posso rispondere la settimana prossima al termine del primo evento a Marrakech. Parto da un foglio bianco e questo è un bel vantaggio da un certo punto di vista".

Basandoti sulle tue sensazioni, che prima hai citato, cosa puoi dire?
"Direi che è buona, nel senso che lavorando ci siamo accorti che comunque cambia. Alcune vetture hanno difetti cronici che sono irrisolvibili, te li tieni dall'inizio alla fine. Invece qui i riscontri positivi ci sono. Ho fatto tre test in tutto: a Monza, a Cervesina e qui a Barcellona, l'ho messa alla frusta bene e posso ritenermi fiducioso".

Per Marrakech pensi di poterti già dare un obiettivo?
"Non so nemmeno dov'è e com'è la pista di Marrakech! Sinceramente non lo so, qui stiamo tutti giocando a poker, fra chi fa il furbo per evitare pesi eccessivi con il BoP. Ma a me degli altri non frega niente, io vado per la mia strada e quanto ho fatto il massimo per me sono già a posto".

Devi crescere più tu o la Giulietta?
"Io di sicuro, sempre. Non si smette mai di imparare! So che è una sfida molto ardua, ma non mi sono tirato indietro e non ho preoccupazioni particolari. Il team è ottimo e mi hanno convinto tutti. Poi ho visto che nella entry-list c'erano anche Tarquini e Morbidelli, quindi potevo mancare proprio io?"

E' l'inizio di una nuova carriera?
"Beh, adesso non esageriamo! Dell'anno prossimo ne parliamo un po' più avanti, magari dopo due gare faccio schifo e la gente mi dice che debbo andarmene. Tutte scene già viste, meglio stare abbottonati".

Questo abbinamento Giovanardi-Alfa Romeo porta ricordi molto belli...
"Speriamo che diventi un abbinamento a 360°, che qualcuno di importante ci venga a trovare e che ci dia una mano. Per me è giusto che ci sia il coinvolgimento anche del marchio. Voglio dire, gli altri ci sono, noi siamo gli unici a fare tutto da soli, perché non potremmo avere un aiuto anche dal costruttore?"

Anche perché sei in una serie Mondiale, con un marchio glorioso come Alfa Romeo con cui hai vinto tanto...
"E infatti è qui la fregatura! In questo modo siamo costretti a vincere di nuovo. Se il ricordo è rimasto ai trionfi, la possibilità di fare peggio e deludere qualcuno è elevata".

Della tua avventura all'estero hai qualche aneddoto particolare da raccontare?
"Ce ne sarebbero tanti, ma di fatto sembra che fossi finito nel deserto, dimenticato da tutti. Sono andato via nel 2005, per 13 anni mi hanno considerato solo là. Almeno, questa è la sensazione..."

Nel WTCR ci sono tanti veterani, ma anche diversi giovani. Noti qualcuno di loro che può affermarsi?
"Stiamo parlando di due generazioni completamente diverse, i mondi sono troppo distanti. Noi siamo cresciuti a pane e motori, ci siamo sudati il posto con grandi sacrifici e impegno. Oggi penso sia più semplice trovare un sedile se hai i mezzi giusti, ma la reale differenza è un'altra..."

Quale?
"La fame di vincere. Noi correvamo con il sangue agli occhi e tutt'ora lo faccio. Non risparmiavo la ruotata o la sportellata pur di passare, sempre restando nella massima correttezza, ma facendo veramente tutto quello che serviva per riuscirci. Oggi non mi sembra che i giovani abbiano il coltello fra i denti, magari è una mia impressione, però mi vedo molto diverso in questa cosa".

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