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Intervista

Comini esclusivo: "Niente WTCR? Il problema non è il mio carattere, so cosa fare"

Il Bi-Campione TCR non ha ancora trovato un accordo per correre nella FIA World Cup 2018, ma non è preoccupato e con la sua solita determinazione sta lavorando per esserci, come racconta in questa intervista a Motorsport.com.

Stefano Comini

Stefano Comini

Stefano Comini

Stefano Comini alla premiazione ACS 2017
Il vincitore di gara 2 Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS 3 LMS TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS 3 LMS TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS 3 LMS TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS 3 LMS TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS 3 LMS TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
#99 Comini Stefano - Top Run Motorsport
Stefano Comini, Top Run Motorsport, Subaru STI TCR
#99 Comini Stefano - Top Run Motorsport
#99 Comini Stefano - Top Run Motorsport
Stefano Comini, Subaru ST, Top Run Motorsport
Stefano Comini, Subaru ST, Top Run Motorsport
Podio TCR gara 1, Giacomo Altoè (Target Srl,Audi RS3 LMS TCR #10), Stefano Comini (Top Run Motorsport,Subaru STI TCR #99), Nicola Baldan (Pit Lane,Seat Leon TCR-TCR #8)
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS, Gabriele Tarquini, BRC Racing Team, Hyundai i30 N TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Denis Dupont, Comtoyou Racing SEAT León TCR, Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Stefano Comini
Stefano Comini, Subaru STI TCR
Alessandro Thellung, BF Racing, Seat Leon-TCR in lotta con Stefano Comini, Subaru STI TCR
Stefano Comini, Subaru STI TCR
Stefano Comini, Subaru STI TCR
Stefano Comini, Subaru WRX STI TCR, Top Run Motorsport
Stefano Comini, Subaru STI TCR
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Stefano Comini, Comtoyou Racing, Audi RS3 LMS
Stefano Comini, relax in giardino

Mancano meno di due mesi al via della stagione 2018 del WTCR e nella entry-list dei 26 iscritti alla nuovissima FIA World Touring Car Cup non è presente un nome fra i più altisonanti della scena delle corse turismo.

Stefano Comini attualmente è ancora senza un sedile per la prossima annata e questo fa sicuramente scalpore se teniamo conto che lo svizzero è stato il pilota più vincente della TCR International Series (ora sfociata nel WTCR per salvare il defunto WTCC).

Il ticinese si è aggiudicato i titoli 2015 e 2016, mentre nel 2017 le sofferenze dovute ad una Audi poco competitiva non gli hanno comunque impedito di portarsi a casa alcuni successi e di chiudere terzo a fine campionato. Ad oggi, però, il vulcanico 28enne sta ancora cercando di capire quali scenari possono aprirsi per proseguire la sua avventura motoristica nella categoria e, come suo solito, ne ha parlato senza peli sulla lingua in questa intervista esclusiva con Motorsport.com.

Stefano, la stagione 2018 è alle porte: a che punto siamo coi lavori?
"C'è un po' di confusione a riguardo. Il mio sentore è che quest'anno non debba essere al via del WTCR, ma sono tranquillo".

Intendi dire che potresti virare anche su altre realtà?
"Sono un ragazzo molto versatile che sa adattarsi ad ogni situazione in pista e nella vita di tutti i giorni. Non è un problema, non lo è mai stato e non lo sarà mai, pur con tutte le difficoltà dei casi".

Ti sei posto un obiettivo?
"Onestamente vorrei cambiare la mia vita professionalmente. Continuare a ragionare anno per anno mi ha stancato, debbo valutare. Fare il WTCR ovviamente è il target primario, nel caso in cui non fosse possibile, allora il TCR Europe potrebbe essere una opzione, a patto che sia con un progetto serio".

Preferiresti un sedile di una vettura competitiva o essere coinvolto in un progetto più a lungo termine come lo sviluppo di una macchina nuova?
"Bisogna valutare ogni cosa perché non sono mai stato fermo una stagione intera in tutta la mia carriera e sinceramente l'idea mi fa un po' paura. Se corri la gente continua a vederti e ad identificare il tuo valore, ma se non hai una macchina competitiva il rischio è venire etichettato come scarso e restare a piedi. Avere un mezzo forte è il mio credo già da anni, quindi sarei altrettanto contento se potessi iniziare un progetto di sviluppo. Sarebbe appassionante. E poi in questi anni, di fatto, ho sempre ricoperto il ruolo di collaudatore, avendo una macchina nuova e mai utilizzata prima. Ho dovuto imparare come poterle portare alla vittoria, per cui sarebbe una buona opzione".

E se ti proponessero un altro ruolo che non fosse pilota in una serie?
"Potrebbe anche essere, restando però nel motorsport assumendo un'altra veste. Da quando avevo 7 anni ho sempre fatto il pilota e investito veramente tanto per arrivare ad un livello alto, grazie anche all'aiuto dei miei sponsor e della mia famiglia. Ora posso dire che ho tutto per farne un lavoro vero e proprio, per cui non me la sentirei di continuare a portare io investimenti per mandare avanti la mia carriera".

Non ti ritieni un pilota pagante...
"Anche se non sembra, sono ormai 20 anni che faccio il pilota, ho raggiunto i miei traguardi fra varie difficoltà e tanta pratica, ma ne è valsa la pena per i risultati ottenuti. Sono un professionista, faccio questo di mestiere, credo che sia normale che ad oggi non me la senta di dover investire su questo. Piuttosto, credo che ci sia altro su cui devo lavorare".

A cosa ti riferisci?
"L'immagine della persona oggi conta molto. I media mi hanno aiutato fino ad ora a far valere la mia voce; non è mai stato nelle mie corde ricorrere a questo, ma avevo bisogno di un sostegno e un risalto per poter continuare ad alti livelli. Ora la situazione un po' diversa, nel 2017 ho perso la corona, ma ho chiuso ugualmente terzo. Non mi sento di dover nuovamente alzare i toni, anche se mi rendo conto che ora ho una reputazione da riscattare. Sicuramente ho commesso errori e ho cercato di cambiare parecchio di me, ma farlo ancora per poi rimanere senza nulla in mano, a mio parere, non ne vale la pena. Sto pensando a come fare, ad oggi so che ci sono altri sistemi per farmi ascoltare. A livello social, ad esempio, non sono mai stato molto presente, forse questo ha influito su diversi aspetti. Molti piloti si impegnano per la visibilità e darla al campionato in cui corrono: mi sembra giusto e quindi ci sto lavorando".

L'anno scorso sembravi svogliato a fine anno, o no?
"In effetti ad un certo punto avevo anche ammesso di aver perso le speranze, ma poi quando mi calo il casco in testa e salgo in macchina continuo ad essere un animale da gara. Non sono mancate le difficoltà, è risaputo. Cito la Cina, dove il BoP non era favorevole, ma sono riuscito a tenere duro fino a Dubai, dove infatti ho pure vinto l'ultima gara. Anche se il mio approccio è diverso da tutti caratterialmente, in pista l'impegno non è mai mancato; questo mi ha aiutato anche a giocare di strategia. Vediamo che porte mi si apriranno. Comunque dico una cosa: niente panico! So come debbo muovermi e mi metto a disposizione per rientrare nei giochi".

La tua passione per il motorsport è intatta?
"Tutto quello che ho fatto nella mia vita è perché ho sempre creduto nel motorsport genuino di una volta, che oggi un po' si è perso perché viene concepito prima di tutto come un lavoro, poi come una passione dalla maggior parte degli addetti. Non condivido molto questa visione della cosa, ma la passione per il momento ce l'ho ancora".

Pensi che il tuo carattere definibile "retrò" possa avere influito negativamente?
"Ho un carattere particolarissimo per il mondo di oggi e credo che con il paddock non si sia mai sposato bene. Sono aperto, molto giocoso, ho spirito combattivo da persona libera e questo è stato recepito come poco professionale. A volte sono stato molto impulsivo e in altre sembrato ingestibile, diciamo che sto lavorando su questo aspetto. Il mio carattere è così, non posso diventare un'altra persona, ma impegnarmi affinché non sia un problema nei rapporti di lavoro, come purtroppo è stato in precedenza. Debbo dire che, in ogni caso, se avessi realmente dato fastidio, già nel 2016 non avrei più corso ad alti livelli, invece ho potuto vincere ancora. Credo che in qualche modo la mia spontaneità mi abbia aiutato. Penso che proprio grazie al mio carattere sia arrivato dove sono ora. Non avevo denaro, conoscenze, raccomandazioni e legami particolari per avere strada spianata. Mi sono costruito la mia carriera da solo, ma ovviamente ho sempre voglia di essere ogni anno migliore".

Come ti spieghi il fatto che oggi non sei nella entry-list del WTCR?
"Probabilmente ci sono cose che vanno oltre. Il TCR International costava la metà di un WTCR, dove un team privato fa molta fatica a pagare un pilota per correre. La nuova Coppa del Mondo FIA non ammette squadre ufficiali e, da quello che sento dire in giro, molti concorrenti adesso hanno parecchi sponsor che li aiutano. Capite quindi che per un professionista diventa più dura trovare un sedile e difatti al giorno d'oggi sono sempre meno quelli presenti".

Pensi di avere commesso degli errori in questi anni a livello politico?
"Forse uno è stato dare più importanza al team in cui correvo anziché al marchio che rappresentavo. Ho sempre ritenuto le mie squadre come delle famiglie e il TCR era nato con questo spirito. Temo che l'aria sia cambiata e che le Case abbiano nuovamente preso il sopravvento come importanza. Non ho mai detto cose contro una squadra, anche quando c'erano delle difficoltà. Io ringrazio tutti i team che hanno investito su di me facendomi correre. Spero di averli ripagati ottenendo risultati grazie a cuore e passione. Ho sempre passato più tempo con i meccanici, ovvero le persone con cui avevo più da condividere".

Quanto contano i legami con persone importanti nel paddock?
"Sicuramente il mondo del motorsport è basato moltissimo sui rapporti che si instaurano nel paddock. Conoscere certe persone ed entrare in un determinato giro effettivamente aiuta parecchio. Ma non voglio sbilanciarmi troppo su questo aspetto perché non è mia intenzione mancare di rispetto a nessuno. Io vado avanti per la mia strada, mettendomi a completa disposizione di chi mi ingaggerà. E questo lo farò come sempre con tutto il cuore e la grinta che mi ha contraddistinto nella mia carriera".

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