Adamo: "WTCR come Wargames: unico modo di vincere è non giocare"
Il direttore di Hyundai Motorsport traccia un bilancio post-pandemia sul Mondiale commentando il regolamento e nutrendo ancora perplessità sul futuro, tirando fuori un paragone cinematografico niente male...
Foto di: McKlein / Motorsport Images
"Non ho mai smesso di lavorare, anche in fase di lockdown, la novità è che dopo qualche mese sono tornato in Italia, semmai!"
Comincia così la nostra chiacchierata con un sorridente Andrea Adamo, direttore di Hyundai Motorsport, che a febbraio avevamo incontrato a Torino e trovato molto critico sulla situazione in cui versava il WTCR.
All'epoca la Casa coreana con base ad Alzenau era in pieno conflitto con i gestori della massima serie turismo, tant'è che ancora c'era solo l'idea di iscrivere le Hyundai i30 N con i team BRC ed Engstler Motorsport, poi perfezionata nel mese successivo.
Il tutto dovuto alla preoccupante situazione delle spese, che per un campionato legato al programma Customer Racing cominciavano ad essere proibitive.
"A gennaio sono stato il primo ad andare in FIA a lamentarmi con Peter Bayer e i responsabili della Touring Car Commission per la direzione che aveva preso il WTCR, dopo che già l'anno scorso, in tempi non sospetti, avevo sollevato serissime critiche, naturalmente sempre costruttive, sull'aumento dei costi", spiega Adamo a Motorsport.com.
"Infatti, se avete notato, hanno anticipato il cambio di regolamento che avevano previsto per il 2021 proprio per avere iscritti perché ce n'erano pochissimi e Hyundai stessa non aveva ancora aderito al Mondiale, visto che i costi erano elevati e fuori budget per noi. E io non ho alcuna intenzione di sprecare soldi".
A metà febbraio è arrivato il comunicato che spiegava tutte le modifiche, dal calo del numero di gare e qualifiche ai costi per i materiali. Poi naturalmente la pandemia di Coronavirus ha rimescolato ulteriormente le carte e oggi abbiamo 16 gare totali suddivise in 6 eventi in Europa.
"Il regolamento è stato cambiato e adattato, tanto di cappello al promoter Eurosport Events perché è stato uno dei primi a riuscire a mettere insieme e presentare un calendario per salvare la stagione, quindi vuol dire che hanno lavorato con cognizione di causa".
"Credo che ci sia ancora del serio lavoro da fare per il 2021 per ridurre ulteriormente le spese. Di per sè, è un campionato legato alle corse clienti, per il quale noi supportiamo i team mettendo a disposizione i nostri piloti pagati da noi. Non credo che in futuro avremo la possibilità di proseguire allo stesso modo, quindi i team dovranno essere in grado di completare il proprio budget con il sostegno degli sponsor".
Che il WTCR sia legato soprattutto alle Case era palese già nel 2018 quando prese il posto del defunto WTCC, ma il problema del gestire una serie di livello globale aumenta se il sistema è a piramide, come appunto sarebbe il TCR.
"Io ormai è da oltre un anno che chiedo a quelli di Eurosport Events cosa abbiano intenzione di fare da grandi. Il WTCR non è il WTCC, a me non piace che si tramuti tutto in un campionato per gli ufficiali perché il concetto TCR nasce come programma clienti. Come nel GT3, ci sono sicuramente team più vicini ai costruttori, ma quello può stare bene".
"Il problema grosso del WTCR oggi, ed è ciò che mi fa venire dubbi sulla nostra partecipazione futura, è che viene anche utilizzato in funzione del Balance of Performance. Spesso i risultati del marchio nel WTCR vanno poi a penalizzare le prestazioni dei clienti delle serie TCR nazionali e regionali".
Il BoP è stato per tutto il 2019 il tallone d'Achille delle Hyundai, che però hanno comunque confermato il Mondiale piloti con Norbert Michelisz dopo Gabriele Tarquini. Ma nel mondo ci sono anche altri piloti che comprano le i30 N e che spesso si ritrovano zavorrati oltre il dovuto, non per "colpa loro".
"La situazione è paradossale, se vinci nel Mondiale fai un dispiacere ai clienti perché avranno auto penalizzate, se invece non vinci nel WTCR risulta che la tua macchina non è competitiva e quindi non viene acquistata".
"Mi sembra di essere nel film "Wargames - Giochi di guerra", che guardavo da ragazzino; nel finale, il protagonista David costringe il Computer di nome Joshua a giocare contro se stesso le partite a Tris per evitare la Guerra Termonucleare Globale. Il Computer non riesce mai a vincere e chiude con la frase 'Strano gioco. L'unica mossa vincente è non giocare'."
"Ecco, ho l'idea che il WTCR sia uno strano gioco e quindi l'unico modo di vincere è non partecipare, perché qualunque cosa tu faccia sbagli. Spendendo anche dei soldi, oltretutto!"
"Io debbo rispondere ai vertici di Hyundai, che investono milioni di euro nei nostri programmi sportivi, per cui è chiaro che la visione dev'essere uguale per entrambe le parti e portare benefici a Hyundai in tutto e per tutto".
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