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Lopez: "Nessuno gioco, ma solo logica di squadra"

L'argentino spiega che i piloti Citroen si potevano dare battaglia per otto giri poi dovevano preservare i freni

Lopez:
"Pechito" sulla carta doveva essere il terzo pilota della Citroen Racing. Jose Maria Lopez lascia Marrakech con il sorriso a trentadue denti: l'argentino è in testa alla classifica del mondiale piloti con una lunghezza di vantaggio su sua "eccellenza" Sebastien Loeb. Il week end del sudamericano resterà fra quelli da incorniciare di una carriera fatta di alti e bassi per la mancanza di adeguate risorse economiche. Jose Maria Lopez entra nella storia del marchio Citroen visto che è stato il primo pilota ad avere regalato alla Casa francese sia la prima pole position che la prima affermazione nel mondiale turismo. "Ieri la partenza al palo, oggi la prima vittoria - racconta Jose Maria - sono emozioni che sto vivendo in diretta, ma non ho ancora capito il valore dell'impresa. Forse me ne renderò conto domani con calma e scoprirò che non è un sogno, ma è tutto vero". Che effetto fa essere in testa al mondiale avendo due campioni del mondo in squadra plurititolati? "E' una grande soddisfazione. Credo che ogni pilota scenda in pista con l'obiettivo di provare a vincere e mi rendo conto che il mio compito è ancora più difficile perché devo fare i conti con compagni che insieme hanno già vinto tredici titoli mondiali...". La stagione nel WTCC non poteva iniziare meglio... "Sono grato alla Citroen per l'opportunità che mi ha dato entrando in una squadra fantastica. La riprova è che mi hanno messo nella condizione di vincere: credo che oggi si sia vista la qualità di questo team che è proprio fortissimo in tutto". In gara 2 ti sei avvicinato a Loeb facilmente, ma poi non lo hai mai attaccato pur firmando il giro più veloce della corsa. C'è stato un ordine di scuderia? Assolutamente no, posso dire piuttosto che sapevamo che su questa pista i freni sarebbero stati messi a dura prova dopo otto giri. Diciamo allora che ci è stato concesso di farci libera battaglia alla partenza e nelle prime tornate, poi siamo stati noi piloti che abbiamo preferito usare la testa e non mettere a rischio l'affidabilità della macchina, visto che avevamo dimostrato qual era il nostro potenziale. Anche in questo aspetto credo che si possa vedere la lungimiranza della squadra che non è dovuta arrivare a dare degli ordini. Non ce n'è stato bisogno...".

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